Salta al contenuto

Contenuto

Modena continuerà a commemorare il 22 aprile, data della Liberazione della città; a rendere onore ai caduti della Resistenza (partigiani, civili, antifascisti, deportati, internati militari, soldati italiani) e a valorizzarne la pluralità delle forze politiche e culturali che vi hanno preso parte, riconoscendola come il fondamento etico e politico della Repubblica e della Costituzione italiana. E continuerà a impegnarsi a promuovere e sostenere con continuità l’Educazione alla Pace con iniziative rivolte alle giovani generazioni sui principi di cooperazione, solidarietà, gestione costruttiva dei conflitti e contrasto a ogni forma di violenza e prevaricazione.

Sono alcuni dei punti sui cui il Consiglio comunale ha impegnato la Giunta con l’approvazione, nella seduta del 22 aprile, della mozione dei gruppi Pd, Avs, M5s, Spazio democratico, Pri-Azione-Sl. Il documento impegna, inoltre, a educare alla memoria storica e alla democrazia sostenendo percorsi in collaborazione con scuole, Anpi, Anppia e associazioni nel rispetto della pluralità di valori che animarono la Resistenza, l’Istituto Storico, le associazioni; a contrastare neofascismo, razzismo, antisemitismo, negazionismo e ogni forma di intolleranza; a sostenere iniziative di memoria democratica supportando le realtà locali e rafforzando la conservazione di testimonianze, luoghi e storie legate alla Resistenza.

Hanno votato contro i gruppi FdI, FI e Modena in Ascolto che hanno invece presentato una mozione che impegnava “ad adottare iniziative volte a sensibilizzare la cittadinanza sul pericolo rappresentato dalla diffusione di ideologie totalitarie e autoritarie quali il nazismo, il fascismo e il comunismo”, respinta con i voti contrari di Pd e M5s; assenti gli altri gruppi.

In apertura di dibattito Maria Grazia Modena (Modena per Modena) ha criticato entrambe le mozioni presentate, ritenendo che l'80° anniversario della Liberazione meritasse riflessioni più attuali. Ha proposto di interrogarsi sullo stato della libertà e della democrazia oggi, mettendo in guardia contro un "totalitarismo soft", subdolo e pervasivo, che svuota i valori resistenziali dietro l’apparenza del progresso e del consumo.

Dai banchi del Partito Democratico, Federica Di Padova, che aveva già illustrato la mozione della maggioranza, ha nuovamente sottolineato l'importanza di difendere il carattere antifascista della Resistenza e della Costituzione, opponendosi a revisionismi e false narrazioni, richiamando l’urgenza di studiare e trasmettere la verità storica alle nuove generazioni, per evitare il ritorno di razzismo, negazionismo e neofascismo. Anche Gianluca Fanti ha denunciato nel suo intervento il tentativo di equiparare tutti i totalitarismi per sminuire il valore storico e costituzionale dell’antifascismo. A suo parere il 25 aprile è ancora divisivo perché alcuni non accettano l’antifascismo come base della democrazia italiana. Alberto Bignardi ha criticato la mozione dell’opposizione illustrata da Pulitanò, accusandola di annacquare il senso antifascista del 25 aprile, ribadendo l'importanza di una memoria chiara e condivisa, contro ogni ambiguità e ogni forma di revisionismo. Dal canto suo Stefano Manicardi ha preso spunto da una riflessione personale sulla scelta del bisnonno partigiano per affermare che il fascismo è “più di una dittatura: è un pensiero totalizzante e incompatibile con la democrazia”, e mettere in guardia da tentativi di relativizzazione della memoria storica. Oltre ai testi di Gorrieri e Dossetti, Luca Barbari ha citato l’autobiografia di Papa Francesco: "I giovani devono conoscere gli effetti delle due guerre mondiali del secolo scorso: quella memoria è un tesoro, doloroso ma utilissimo, per creare delle coscienze". Fabio Poggi ha ribadito che “noi siamo per la sensibilizzazione della cittadinanza contro ogni totalitarismo. La Costituzione è essa stessa la condanna di ogni totalitarismo.” Infine, Diego Lenzini ha ricordato come la Resistenza sia stata linfa politica fino a poche decine di anni fa: “Ciò che divide noi da voi è l'ideologia fascista. Nasce come ideologia dichiaratamente violenta, di sopraffazione, fatta di razzismo. Non è solo quello che ha fatto ma quello che è, appunto, questa ideologia.”

Andrea Mazzi (Modena in Ascolto) ha spiegato di riconoscere il valore del 25 aprile come fine del fascismo e rinascita democratica. Tuttavia, ha contestato l’uso del termine “male assoluto” riferito al fascismo, che giudica una definizione ideologica e non storica.

Ferdinando Pulitanò (Fratelli d’Italia) ha detto di ritenere che il 2 giugno è la vera festa nazionale. Ha criticato il tono “pedagogico” della sinistra e la chiusura culturale delle celebrazioni del 25 aprile dove spesso il centrodestra non è ben accolto. Luca Negrini ha difeso la mozione del centrodestra che condanna tutte le tirannie, rivendicandone il rispetto per la democrazia e l’equilibrio storico, respingendo ogni accusa di revisionismo. Per Dario Franco a 80 anni dalla liberazione si deve fare un passo in avanti: “Non mettiamo in dubbio il valore della Resistenza, ma che una certa parte politica per 50 anni se ne sia appropriata”. Infine, Elisa Rossini ha fatto notare che “la memoria serve perché certi fatti non accadano più: la nostra mozione ha questa consapevolezza. Condanniamo tutti i totalitarismi. Questa consapevolezza del fare memoria del passato per non ripetere quei fatti non è presente nel documento di maggioranza”.

Paolo Ballestrazzi (Pri-Azione-Sl) ha invitato a superare le divisioni ideologiche e a rendere il 25 aprile una festa di tutti gli italiani, con una visione inclusiva della Resistenza che coinvolga, non solo i partigiani combattenti, ma anche la società civile e i militari internati. E ha condannato il nazismo come “male assoluto” richiamando l'esempio morale di figure come Dietrich Bonhoeffer.

Per Piergiulio Giacobazzi (Forza Italia) bisogna uscire da quella che è la "tifoseria di squadra": non è tutto bianco o nero, ci sono tantissime sfumature, storie, realtà diverse.

Giovanni Silingardi (M5s) ha elogiato la Costituzione uscita dalla Resistenza: “È un'opera di grande equilibrio che mette insieme tutti coloro che hanno lottato per la libertà, portando le loro istanze. Quei valori che ci ha consegnato la Costituzione oggi sono ancora più che mai da difendere, perché sempre si rischia che vengano messi in discussione”.

A cura di

Questa pagina è gestita da

L’Ufficio Stampa gestisce i rapporti con i media e cura la comunicazione istituzionale dell'Ente.

Piazza Grande 16

41121 Modena

Ultimo aggiornamento: 24-04-2025, 11:04