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La città europea contemporanea e il suo progetto

a cura di Bernardo Secchi

Comune di Modena
Assessorato alla cultura
Ricerche e documentazione sulla storia urbana

Le trasformazioni dello spazio urbano europeo e dell'architettura della città, la formazione in particolare di un territorio discontinuo, sempre più connotato da intensi fenomeni di dispersione, entro il quale la città muta la propria posizione e ruolo, la maggiore attenzione agli aspetti ambientali, i mutamenti tecnologici che hanno percorso il secolo che ormai ci sta alle spalle, hanno modificato in modi radicali temi e problemi dell'urbanistica e dell'architettura europea ed occidentale, dando luogo al nascere di nuove relazioni tra l'urbanistica, l'architettura e altre discipline, di nuove figure del progetto, di nuove forme del progetto della città.
Le conferenze di questo ciclo si propongono di esaminare questi mutamenti da differenti angolazioni e punti di vista. Questa prima serie di lezioni sarà seguita, nei primi mesi del 2002 (le date sono in fase di definizione) da due conferenze conclusive sui temi proposti, sempre a cura di Bernardo Secchi.

Giovedì 22 novembre 2001, ore 21
La città europea contemporanea e il suo progetto
Bernardo Secchi

"Città contemporanea e suo progetto" è locuzione che contiene parole dense. La prima, città contemporanea, è legata all'ipotesi di una rottura nella storia della città europea: quella tra città moderna e città contemporanea. Una rottura permette di parlare di un prima e di un dopo e richiede, per essere interpretata, anche di un cambiamento di strumenti e di apparati categoriali con i quali osservare il mondo. Il termine rottura dà però l'idea di un tempo lineare, mentre gran parte della storiografia contemporanea ci ha abituato a cogliere le differenti temporalità connesse allo svolgimento della vita sociale. Per questo rottura è termine da assumersi con qualche ironia: la storia è sempre fatta di innovazioni e resistenze, di permanenze e persistenze, di sincronismi e sfasature. Si può anche vedere nella città contemporanea non qualcosa che dalla città moderna si differenzi in modo radicale, quanto un suo proseguimento eventualmente perverso. La seconda parola, progetto, è legata invece alla consapevolezza dello statuto epistemologico del progetto, della sua appartenenza ad una strategia cognitiva attraverso la modifica del reale.

Giovedì 29 novembre 2001, ore 21
La paura diffusa ed i suoi effetti sulla città contemporanea
Giandomenico Amendola

Oggi la città è capace, come poche volte lo è stata nella sua storia, di incantare e di sedurre. Bellezza, varietà, vivacità, creatività sono insieme le parole chiave con cui viene definita la metropoli contemporanea ed i criteri con cui viene valutata la sua qualità. Nello stesso tempo la città in cui viviamo spaventa: nuove e vecchie paure si intrecciano nell'esperienza della gente. Per contrastare il crescente pericolo e, soprattutto la paura diffusa, infatti, vengono oggi messe in campo nuove strategie che agiscono direttamente sull'organizzazione dello spazio urbano. I principali modelli a cui queste si ispirano sono il panopticon e la fortezza. Il primo ispira le azioni - dall'aumento della vigilanza, sia dei cittadini che della polizia, sino ai sistemi di controllo televisivo a circuito chiuso - tendenti ad aumentare la visibilità ed il controllo su spazi e comportamenti; il secondo porta alla privatizzazione di parti crescenti della città ed alla loro fortificazione. Sotto la pressione della paura diffusa, la cui dinamica sembra risentire solo marginalmente dell'andamento della criminalità e dei fattori di rischio reali, la città contemporanea sta mutando profondamente più di quanto se ne rendano conto gli stessi abitanti, al punto da far temere una radicale alterazione dei suoi principi organizzatori di fondo.

Giovedì 6 dicembre 2001, ore 21
Il progetto urbano come pratica del limite
Franco Purini

Il progetto urbano si configura oggi come un dispositivo previsionale complesso, sottoposto ad una serie di controlli incrociati di diversa natura. E' proiettato sugli orizzonti di una spazialità metropolitana molteplice e contradditoria; mentre è attraversato da opposte tensioni, le une rivolte alla determinazione di regole insediative flessibili nel tempo, le altre orientate a stabilire precise norme di comportamento architettonico. Sovrapponendosi ad ogni aspetto della città e ad ogni sua temporalità, il progetto urbano finisce per costituire il simulacro della città stessa, rischiando di perdere in questa ricerca di totalità analogica il suo senso più autentico, che lo vede come il programma circostanziato, e soprattutto limitato, di trasformazioni capaci di essere incluse in una descrizione unitaria. Redigere un progetto urbano comporta allora una strategia - contenuta nel tempo, nello spazio e nell'impostazione tematica - che fa dell'idea di limite la sua principale risorsa. Un limite da intendere sia fisicamente, sia, soprattutto, come esercizio di contenimento e di indirizzo dell'energia progettuale.

Giovedì 13 dicembre 2001, ore 21
Territori
Paola Viganò

La rilettura dei concetti spaziali che hanno ispirato la città funzionale e la riformulazione del progetto implicito dell'urbanistica moderna sono parte oggi di un vasto programma di scrittura del progetto di città e di territori. I concetti di densità, distanza, vuoto, spazio e le loro declinazioni nel territorio contemporaneo hanno mutato senso e significato nella costruzione di un luogo abitabile. Ripensare il progetto largamente implicito dell'urbanistica occidentale appare per questo necessario. Nuovi territori hanno sperimentato configurazioni inedite e proposto temi che definiscono diversamente dal passato il ruolo del progetto. Quale è oggi il territorio concettuale, formale e fisico di un progetto di modificazione di luoghi abitati e praticati?
Attraverso alcune esperienze condotte in Italia e in Europa verranno indicati i temi ricorrenti di un progetto che torna a riflettere sulla modernità (la modernità che ci ha preceduto e quella che potrebbe seguire) investendo oggetti teorici e territori concreti.

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