Società per la lavorazione delle vinacce
via B. Paganelli
1929
Domenico Barbanti
2000 (piano di recupero)
Franco e Lorenzo Lipparini
La Società Lavorazione Sociale Vinacce scarl è stata fondata nel 1929 da Gino Friedmann come consorzio di cantine sociali cooperative, per distillare le vinacce residue dalla pigiatura dell’uva. Di famiglia ebrea, Friedmann aveva ereditato vasti possedimenti a Nonantola e nel 1913 fu tra i fondatori e poi presidente della locale cantina sociale e sindaco. Costretto a lasciare ogni incarico causa le leggi razziali, fu molto attivo nell’accoglienza di giovani ebrei di paesi invasi dai nazisti.
Figura 1 - Sezione di progetto delle vasche di fermentazione pensili. (ASCMO,foto P. Pugnaghi)
Su progetto dell’ingegnere Domenico Barbanti, già capo dell’Ufficio Tecnico comunale, gli impianti costruiti a nord della linea ferroviaria, tra via B. Paganelli e via M. Parenti, nei pressi della cantina sociale di Modena, si presentano come un ampio complesso industriale in grado di distillare 5.000 tonnellate di vinacce ricavando olio di semi e materiale tartarico. Un lato dell’ampia corte chiusa ospita le vasche di diffusione alimentate attraverso tramogge e nastri trasportatori. Le vinacce fermentate nelle vasche venivano avviate alla distillazione nell’apposita sala con varie colonne. La forma a corte dell’edificio è caratterizzata, nel prospetto verso la strada, da un fabbricato simmetrico con un porticato al piano terra. Composto in forme storiciste per questa parte – bugnato per il piano inferiore e un paramento murario a vista decorato da finestre ad arco a tutto sesto con ghiere e da un fregio continuo all’altezza dello sporto di gronda – i retrostanti corpi di fabbrica perdono ogni decorazione e rispondono esattamente alle complesse necessità del ciclo produttivo: i volumi vengono definiti in altezza e in ampiezza dalla dimensione degli impianti collocati all’interno. Edifici e impianti, gravemente danneggiati dai bombardamenti del secondo conflitto mondiale, furono ricostruiti e più volte ammodernati, restando ricorrenti i problemi di impatto ambientale. Nel 1995 la società trasferisce le lavorazioni nello stabilimento di S. Agata sul Santerno delle Distillerie Mazzari di Russi (Ra).
Nell’ambito del piano per il recupero della fascia ferroviaria, nel 2000 lo studio di architettura Franco e Lorenzo Lipparini elabora il piano particolareggiato per la riconversione a uso servizi e terziario dell’ampia area, disponendo attorno a una piazza centrale gli edifici, che caratterizzano il nuovo complesso, ricercando un’unitarietà attraverso linguaggi e materiali ricorrenti.
Figura 2 - Sezione di progetto della linea di distillazione. (ASCMO foto P. Pugnaghi)
Figura 3 - Vista attuale dell’area dopo la riconversione. (Foto V. Bulgarelli)
Fonti archivistiche e bibliografiche
ASCMO, Ornato, 1929/124.
A. Saltini, Dizionario biografico degli italiani, Volume 50, Milano, Treccani, 1998.
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