OFFICINE BALLARINI

via Montanara, Sassuolo

2003 (recupero)

Silvia Giacobazzi (recupero)

 

Il complesso edilizio iniziò a formarsi nel 1674, quando sulla stessa area era collocata una rinomata cartiera. Oltre due secoli dopo, nel 1879, questa, passata nel frattempo sotto la proprietà della società Amici & soci durante l’annessione del Ducato Modenese al Regno d’Italia, interruppe definitivamente le sue attività anche per la limitatezza delle risorse idriche utili al funzionamento dei macchinari. Dal 1884 il complesso fu sede delle Officine Ballarini che vi istallarono un cappellificio e un laboratorio per la cardatura della lana. Nel 1922 gli eredi Ballarini acquistarono il complesso, che constava così di un opificio di quattro piani per la cardatura della lana e di tre case (di cui una adibita a magazzino) oltre che di un mulino. In luogo di una casa padronale edificata negli anni Venti, venne costruito negli anni Sessanta un grande stabilimento industriale. La “Prima fabbrica italiana svecciatoi da grano, separatori da Riso e degusciatori da semi P. Ballarini & Figli” ebbe un ruolo fondamentale nell’economia della zona già dagli anni Trenta, producendo al proprio interno ogni componente utile al ciclo produttivo e ospitando al proprio interno anche una fonderia. Nel corso degli anni Cinquanta le Officine Ballarini davano lavoro a 220 dipendenti e nel decennio successivo venne edificata una nuova fonderia sempre all’interno del medesimo complesso edilizio. Seguirono tuttavia anni di declino che portarono la Ballarini a cessare la produzione di macchine agricole e a vendere l’intera area nel 1992, dopo il trasferimento della produzione in altre sedi.

Rilievo del degrado dei fronti dell’edificio. (Archivio Ufficio Tecnico Sassuolo - Foto P. Pugnaghi)

Nel 2003 il complesso fu oggetto di un intervento di recupero e parziale destinazione residenziale. I temi principali trattati dal progetto sono la lettura e la valorizzazione dei caratteri architettonici e paesaggistici originari del luogo – il canale e l’assetto della fabbrica seicentesca – e il progetto si caratterizza per un attento rilievo del complesso preesistente e per l’impiego di materiali tradizionali nel progetto del nuovo.

Vista di uno dei passaggi interni dopo l'intervento di recupero. (Foto Studio Silvia Giacobazzi Architetto Sassuolo)

 

Fonti archivistiche e bibliografiche


IBC, Catalogo del patrimonio culturale. Archeologia industriale,  Modena.
Archivio Ufficio Tecnico Comunale  Sassuolo (Settore il Governo  del Territorio e Interventi Pubblici). 2003/517, prot. 23225.

C. Ferrari, Relazione storica del Piano Particolareggiato di iniziativa privata del Comparto  Ballarini, Sassuolo, 1998, p. 7.
O. Nuzzi, Il distretto ceramico: terra e uomini, storie meravigliose,  Modena, Artestampa 2012,  pp. 180-181.
L. Tiziano, V. Vandelli, M. Bondavalli  (a cura di), Relazione illustrativa  della Disciplina Particolareggiata  dei Beni Culturali. Variante Generale  al Piano Regolatore Generale  del Comune di Sassuolo, Sassuolo,  1983, pp. 15-30.

 

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