Officina Costruzioni Industriali FIAT Trattori
via P. Monari, via C. Razzaboni
1908 Cotonificio Modenese
1916 Proiettificio Piombino
1928 OCI Fiat Trattori
L’Officina Costruzioni Industriali (OCI) Fiat per la produzione di trattrici agricole, viene costituita nel 1928, pochi mesi prima della grande crisi del 1929, con un accordo tra la Fiat Torino - già impegnata nel settore - e le Officine Meccaniche Reggiane, che mettono a disposizione lo stabilimento di loro proprietà di Modena, in difficoltà produttive. Nell’operazione fu decisiva l’intermediazione di Guido Corni, Segretario provinciale del
Partito Nazionale Fascista e figlio dell’industriale Fermo: l’obiettivo della Fiat è aumentare la produzione al centro di un’area che rappresentava un importante mercato.
Figura 3 - Prospetti, sezioni e piante di progetto, del fabbricato adibito a portineria del
Cotonificio Modenese, 1908. (ASCMO, foto P. Pugnaghi)
Le Officine meccaniche reggiane (Officine meccaniche italiane-OMI), nate nel 1901, avevano inizialmente incentrato la loro produzione sul materiale ferroviario poi, con l’inizio della Prima Guerra Mondiale, sui proiettili di artiglieria. Nel 1918 assorbono il Proiettificio di Modena, gestito dal 1915 dalla Società altiforni fonderie acciaierie Piombino con una acquisizione promossa dalla presenza di Massimo Bondi, proprietario
della Piombino e membro del consiglio dell’OMI.
Si tratta dello stabilimento che dal 1909 ospitava il Cotonificio Modenese, costruito su un’area di 100.000 mq – attigua alle officine Corni – acquistata grazie all’intermediazione del Comune di Modena, e la stipula con gli investitori nel 1907, Teodoro Koelliker e Silvio Collalto di Milano, di una apposita convenzione, che prevede agevolazioni e incentivi monetari, fiscali e ambientali. Nel 1908 è presentato il progetto da parte della società di costruzioni A. Brambilla, caratterizzato da una struttura in calcestruzzo armato suddivisa in due ampi volumi con alte colonne che costituiscono una maglia di 7 per 5 metri in grado di ospitare i lunghi telai inglesi. La palazzina della portineria, progettata dalla stessa società, è caratterizzata da un impianto simmetrico a un piano con tetto piano il cui linguaggio dei prospetti, giocato sull’alternanza di fasce in cemento e specchiature in mattone a vista, richiama soluzioni decorative in largo uso nelle palazzine di inizio secolo
Figura 1 - Vista aerea del complesso in una foto d’epoca. (Comune di Modena)
Tra il 1916 e il 1917 la Società altiforni di Piombino presenta un progetto di ampliamento che incorpora il cotonificio, prevedendo una serie di altri edifici e ristrutturando gli accessi al complesso mediante la sistemazione a sue spese della strada di accesso, tra il Canale Cerca e la proprietà, via B. Paganelli. Gli ingressi per gli uomini e le donne sono separati in due palazzine poste ai lati del cancello di entrata, poi modificato rispetto al progetto, con relativi spogliatoi e lavatoi. Al primo piano delle palazzine sono ospitati le cucine e i refettori, nuovamente separati per uomini e donne. I rilevanti lavori di ampliamento portarono con sé anche un cospicuo rinnovamento del linguaggio architettonico impiegato. Eliminati tutti gli elementi decorativi, le nuove costruzioni manifestavano anche nelle parti più rappresentative un partito estremamente semplice caratterizzato dal disegno degli elementi strutturali in facciata e dal ritmo delle falde dei corpi di fabbrica. Dopo successivi ampliamenti, attualmente l’impianto ospita la sede modenese della New Holland Agricolture.
Figura 2 - Vista del fronte ovest della sede attuale. (Foto V. Bulgarelli)
Fonti archivistiche e bibliografiche
ASCMO, Atti del Consiglio Comunale,1907.
ASCMO, Ornato, part. 1908fasc. 181, Cotonificio Modenese.
ASCMO, Ornato, part. 1917 fasc. 2, Alti forni fonderie e acciaierie di Piombino.
G. Muzzioli, Modena, Bari-Roma, Laterza, 1993, pp. 236-240.
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