Garage Gatti
via Emilia Est 5
1906
Arturo Prati
Giovanni Toni
1934
Domenico Barbanti
Nell’isolato delimitato dalle vie Emilia Est, Sabbatini, Trento Trieste e G. Malmusi, dagli inizi del secolo sorgono garage con annesse officine e altre attività legate alla vendita, ricovero e assistenza dei nuovi mezzi a motore, auto e motocicli, che in diversi casi si sostituiscono a preesistenti rimesse per carrozze a cavalli. Tra i primi insediamenti alla base della futura meccanica automobilistica modenese, nel 1906 Emidio Gatti realizza un garage-officina denominato Auto Garage Gatti, al civico n. 5, su progetto di Arturo Prati e un successivo ampliamento firmato dall’ingegnere Giovanni Toni. Un primo progetto era stato presentato nel 1904. L’edificio, che si configura come una palazzina per abitazioni con un’annessa attività di servizio per i nuovi mezzi di locomozione, propone spiccati elementi di linguaggio floreale che caratterizzano soprattutto la fascia basamentale, le aperture, il cornicione e l’accesso carrabile. Gli spazi del garage vero e proprio sono composti da alcuni vani di servizio disposti in prossimità dell’accesso e da una grande sala nella quale sono presenti “buche” accessibili ai meccanici per le riparazioni sottoscocca.
Figura 1 - Il Garage Gatti in una cartolina del 1909. (Collezione privata)
Con la diffusione della motorizzazione, questa tipologia ebbe nel tempo sempre maggior propagazione. Un altro esempio modenese è quello del progetto del garage Orsi. Nel 1924 Adolfo Orsi presenta un progetto firmato dall’ingegnere Domenico Barbanti per realizzare un altro garage con officine su via Emilia accanto al Garage Gatti, acquisendo poi una vasta area tra via Emilia Est e via G. Sabbatini. Nel 1927 lo stesso Orsi richiede un ampliamento che comprendeva abitazioni e magazzini su quasi tutto il fronte di via E. Sabbatini tra via Emilia Est e via G. Malmusi. Più volte respinto, il progetto è ripresentato nel 1928 con la sola edificazione dell’area interna. Accanto a questi interventi, nello stesso piccolo isolato, sorgono le attività dei fratelli Resta (vulcanizzazione pneumatici), il Garage Italia poi rilevato da Enzo Ferrari e il Garage Solmi, che occupa il lato di via G. Malmusi, sostituendo un precedente deposito e lavorazione di legnami. Orsi acquisterà successivamente il garage Gatti e nel 1934 ne modificherà sostanzialmente la configurazione su progetto dell’ingegnere Domenico Barbanti. I lavori prevedono il rifacimento del fronte su via Emilia Est, con l’abbattimento dell’edifico progettato da Prati e l’introduzione di un linguaggio maggiormente semplificato in lungo di quello floreale del precedente edificio, nonché l’ampliamento delle le vetrine coperte ora da una pensilina. Il fabbricato sarà destinato alla vendita e assistenza delle vetture FIAT.
Figura 2 - Prospetto del fronte di via Emilia Est nel disegno di Arturo Prati, 1906. (ASCMO, foto P. Pugnaghi)
Figura 3 - Prospetto del fronte di via Emila Est nel progetto di Domenico Barbanti, 1934.
(ASCMO, foto P. Pugnaghi)
Fonti archivistiche e bibliografiche
ASCMO, Ornato, 1906/70; 1907/44; 1924/473; 1927/83; 1928/54;1934/122.
M. Bertacchini, R. Ruggeri, One square mile. Il miglio quadrato dell’artigianato automobilistico modenese, in M. Tozzi Fontana, E. Chirigu (a cura di), l patrimonio industriale a Modena, Atti della giornata di studi (Modena, 15 aprile 2011), I quaderni di patrimonio industriale, Bologna, Centro Stampa Emilia-Romagna, 2014.
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