CERAMICHE MARAZZI - RAGNO
viale Regina Pacis 39, Sassuolo
1959-1968
Enrico Lusvardi, Piergiorgio Vaccari
Marazzi Ceramiche nasce nel 1935. Le tecnologie allora disponibili e l’abilità della mano d’opera consentono di avviare un processo industriale moderno. Nel Dopoguerra, con la ricostruzione e il rapido incremento della domanda del settore edilizio, le strutture produttive vengono potenziate. Filippo Marazzi, che sostituisce il padre alla direzione dell’azienda, realizza un primo ampliamento dello stabilimento e avvia processi di automazione nel ciclo di produzione, di ricerca estetica dei prodotti, che vengono firmati da importanti stilisti e architetti internazionali. Anche gli anni Settanta sono segnati dall’ulteriore e radicale rinnovamento tecnologico con il brevetto della monocottura, che diventa il processo produttivo più diffuso nel mondo. Negli anni Ottanta l’azienda intraprende un percorso di internazionalizzazione in Spagna e in Texas.
Prospetto ovest della palazzina degli uffici dello stabilimento Ceramiche Ragno, 1966. (Archivio Ufficio Tecnico Comunale Sassuolo - Foto P. Pugnaghi)
Prospetto sud del progetto di variante della palazzina uffici dello stabilimento Ceramiche Ragno, 1966. (Archivio Ufficio Tecnico Comunale Sassuolo - Foto P. Pugnaghi)
È del 1989 l’acquisizione della Ceramiche Ragno SpA, fondata nel 1949. Viene introdotto l’innovativo sistema produttivo Firestream. Nel 2010 viene brevettata un’evoluzione del gres porcellanato, quello cristallizzato, prodotto con materia base vetroceramica ad alte prestazioni funzionali ed estetiche. Il Gruppo Marazzi con circa 6.800 addetti in 19 stabilimenti è tra le prime multinazionali industriali italiane. Mentre lo stabilimento Marazzi rimane nella sede storica con numerosi ampliamenti e restyling, la Ragno realizza un nuovo insediamento. L’immagine dello stabilimento Ragno tra gli anni Cinquanta e Sessanta si deve all’ingegnere Enrico Lusvardi. I capannoni progettati nel 1959 manifestano un’approfondita ricerca espressiva sull’uso del cemento armato. I fronti e le coperture, contraddistinti da sporti e aperture inclinate, mostrano una forte caratterizzazione, lontana dalla sola ricerca di ottimizzazione in funzione dei costi. Diverso animo manifestano invece quelli progettati dallo stesso Lusvardi nel 1966, i cui volumi rispondono alle scelte tecnologiche effettuate: una struttura prefabbricata in acciaio tamponata da un paramento laterizio lasciato parzialmente a vista. Discorso a parte merita la palazzina per uffici firmata da Lusvardi l’anno dopo. All’articolata disposizione interna organizzata intorno a un largo corridoio curvilineo, corrisponde un linguaggio dei prospetti estremamente elaborato con volumi mistilinei che, fuoriuscendo dal volume principale, caratterizzano ulteriormente le facciate. Altri nuovi capannoni furono realizzati nel 1966 su progetti dell’ingegnere Piergiorgio Vaccari.
Vista attuale del corpo di ingresso. (Foto V. Bulgarelli)
Fonti archivistiche e bibliografiche
Archivio Ufficio Tecnico Comunale Sassuolo (Settore il Governo del Territorio e Interventi Pubblici), prot. 9720/1966.
O. Nuzzi, Il distretto ceramico: terra e uomini, storie meravigliose, Modena, Artestampa 2012.
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