Villini ex Balneario e Casa del Mutilato
Villini ex Balneario
viale Ludovico Antonio Muratori, via Don Celestino Cavedoni, viale Carlo Sigonio, via Ludovico Castelvetro
Cooperativa Pro Casa
Casa del Mutilato
viale Ludovico Antonio Muratori 201
1930-1935
Cesare Abbati Marescotti
1. Via Cavedoni angolo viale Muratori
Demolito nel 1924 l’ex Stabilimento Balneario, l’Amministrazione comunale, proprietaria del terreno, procede a una generale riconfigurazione urbana dell’area. La Cooperativa Pro Casa acquista il terreno e presenta un progetto che, oltre al prolungamento di via G. M. Barbieri e la copertura del canale di San Pietro, prevede l’edificazione di 17 villini di diverse dimensioni e di un complesso ad appartamenti. Il progetto sarà realizzato solo in parte, a causa di una serie di contenziosi sorti con l’amministrazione. Sappiamo tuttavia che nel 1931 venne richiesta l’abitabilità per le prime 12 ville, anche se il progetto rimase incompleto: non vennero edificati i villini previsti nel secondo isolato, più arretrato rispetto a viale Muratori, che si sarebbe creato con il prolungamento di via G. M. Barbieri, e non fu realizzato il palazzo ad appartamenti collocato in posizione centrale.
2. Villa Vaccari
Fra i villini realizzati, tutti contraddistinti da un linguaggio tardo liberty o eclettico, è pregevole villa Mori, in angolo fra via Cavedoni e viale Muratori, con la caratteristica soluzione del terrazzo d’angolo sormontato da un volume turrito, coerente con il generale linguaggio neomedievale di tutto il fabbricato. O ancora la più sobria villa Vaccari, caratterizzata da una classica facciata a filo strada, su via Castelvetro 8, e dall’immancabile giardino privato sul retro. Negli anni fra il 1932 e il 1935, proprio al posto del complesso ad appartamenti, venne dunque eretta, in questo caso per iniziativa dell’amministrazione podestarile che aveva acquisito il lotto, la Casa del Mutilato, su progetto di Cesare Abbati Marescotti. Rispetto al fabbricato centrale proposto inizialmente dalla Pro Casa, il nuovo edificio, destinato alle associazioni combattentistiche, è un austero e stereometrico volume, senza alcun elemento decorativo e bucato da semplici finestre disposte simmetricamente, in linea con i dettami ormai imperanti dell’“architettura littoria”. Planimetricamente esso è il risultato di due piante centrali innestate l’una nell’altra, mentre dominano la facciata principale diversi elementi iconografici tipici del regime, come i due stilizzati e imponenti fasci littori posti simmetricamente ai lati dell’ingresso. Insieme a una diversa cromia degli intonaci, l’eliminazione dei due fasci fa parte di una serie di interventi intrapresi nel dopoguerra che hanno parzialmente alterato l’originario carattere dell’edificio.
3. La Casa del Mutilato in una foto degli anni '40
4. Il progetto di lottizzazione originario elaborato dalla Cooperativa edile "Pro Casa"
Fonti archivistiche e bibliografiche
ASCMO, A.A., a. 1930, F. 1291, Proprietà comunali, fasc. 3/c.
ASCMO, A.A., a. 1930, F. 240, Strade foresi.
ASCMO, Ornato, a. 1932, fasc. 200, e 250.
ASCMO, Ornato, a. 1930, F. II - Pro Casa.
L. Montedoro (a cura di), La città razionalista. Modelli e frammenti. Urbanistica e architettura a Modena 1931-1965, RFM Edizioni, Modena 2004, p. 156.
G. Bertuzzi, Modena Nuova. L’espansione urbana dalla fine dell’Ottocento ai primi decenni del Novecento. Lineamenti, Aedes Muratoriana, Modena 1995, pp. 139-155.
Fonti immagini e fotografie
1,2. Foto: Claudio Fornaciari
3. Immagine d’epoca casa del mutilato, p. 321: FPM, Fondo ditta Pini Giuseppe, n. inv. 59114.
4. Prospettiva aerea, p. 321: in, G. Bertuzzi, Modena Nuova, cit., p. 141.
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