Modificare il disegno di legge “Salva Milano” che, allo stato attuale, impedirebbe agli enti locali di governare pienamente il territorio, e rafforzare, invece, proprio l’azione degli gli attuali strumenti di pianificazione e programmazione urbanistica dei Comuni. È la principale richiesta che il Consiglio comunale di Modena rivolge al Parlamento approvando, nella seduta di lunedì 10 marzo, la mozione presentata da Pd, Avs e Modena Civica.
Il documento, illustrato da Diego Lenzini (Pd), è stato approvato con anche il voto del Movimento 5 stelle, l’astensione di Pri-Azione-Sl e Lega Modena e il non voto di Fratelli d’Italia, Forza Italia e Modena in ascolto.
Ricordando le problematiche degli ultimi mesi relative alle modalità di interpretazione delle norme vigenti in materia edilizia e urbanistica nel Comune di Milano, la mozione precisa che, con l’approvazione del Piano urbanistico generale da parte del Consiglio comunale di Modena nel 2023, il Comune ha scelto di rafforzare l'attrattività del territorio, elevandone la qualità insediativa tramite la crescita e la qualificazione dei servizi, degli spazi pubblici, valorizzando il patrimonio identitario, culturale e paesaggistico e migliorando il benessere ambientale e lo sviluppo della mobilità sostenibile.
Pertanto, se da una parte occorre dare specifica risposta alla vicenda milanese, dall’altra bisogna rafforzare il ruolo delle amministrazioni nel governo del territorio attraverso una nuova legge che “massimizzi” la collaborazione tra pubblico e privato, rendendo vantaggiosa la rigenerazione per chi investe, ma che, prima di tutto, metta al centro i benefici pubblici per la collettività.
La mozione, quindi, chiede ai senatori del territorio modifiche al "Salva Milano", nel prossimo passaggio in Senato, al fine di risolvere le problematiche milanesi, ma senza mettere in discussione gli attuali strumenti di pianificazione e programmazione dei Comuni. Contestualmente, chiede alla Regione di aprire un eventuale tavolo di lavoro con gli enti locali per approfondire la possibilità di non applicare la nuova disposizione per le previsioni urbanistiche, da attuare invece, come definito nel Pug di Modena, tramite accordi operativi, permessi di costruire convenzionati e strumenti urbanistici.
Aprendo il dibattito per il Pd, Luca Barbari ha sostenuto che il disegno di legge “rischia di limitare l’autonomia dei Comuni nella pianificazione urbanistica, compromettendo una vera rigenerazione urbana sostenibile”. Infatti, “la normativa eliminerebbe, per esempio, l’obbligo di piani particolareggiati per interventi di rilevanti dimensioni, permettendo la realizzazione di edifici attraverso semplici permessi edilizi, senza una visione d’insieme dello sviluppo urbano”. Per Alberto Bignardi, il “Salva Milano” è una “misura centralista che rischia di svuotare il lavoro dei piani urbanistici generali e il ruolo del Consiglio comunale”. Secondo il consigliere, “il disegno di legge deriva da aspetti che riguardano non solo il capoluogo lombardo, ma tutto il Paese, legati al fallimento delle politiche abitative di questo Governo”. “Ai nostri parlamentari che hanno votato il disegno di legge vogliamo dire cosa ne pensiamo” ha affermato Diego Lenzini evidenziando che “Modena ha avuto un ruolo da protagonista nella pianificazione urbanistica del territorio e che perdere lo strumento che ci permette di ridisegnare la nostra città significa abdicare”. Per il capogruppo, “non può esistere pianificazione senza la prerogativa di costruire una visione; prerogativa che manca nel Salva Milano”.
“Il disegno di legge non deve andare avanti perché è pessimo” ha sostenuto Giovanni Silingardi (M5s) evidenziando che la normativa “distrugge le politiche urbanistiche portate avanti in questa città, in quanto, cancellando l’obbligo di piani attuativi, concepisce il territorio come somme di edifici e non come luogo dove si costruisce il benessere dei cittadini e si riducono diseguaglianze, attraverso la progettazione e l’offerta di servizi”.
Per Martino Abrate (Avs) la mozione rappresenta un “atto coraggioso del Pd, in quanto ribadisce, con forza, una posizione dissonante con la situazione nazionale”. Il consigliere ha quindi evidenziato che con il disegno di legge “sarebbe sufficiente presentare una semplice Segnalazione certificata di inizio attività, ovvero la Scia, per costruire un grattacielo, ma allora tutti i discorsi sulla rigenerazione sarebbero vanificati: noi invece crediamo a un tipo di urbanistica che riutilizzi edifici e spazi urbani alla luce del bene comune”.
Secondo Andrea Mazzi (Modena in ascolto) “avrebbe avuto senso calendarizzare la questione più avanti, perché la situazione è in divenire e potrebbero esserci cambiamenti repentini”.
Ripercorrendo alcuni aspetti della vicenda milanese, Luca Negrini (Fratelli d’Italia), ha sottolineato che “il disegno di legge è bloccato in Senato e che molto probabilmente non vedrà mai la luce, anche perché l’inchiesta in corso avrà tempistiche significative: bisogna quindi fare attenzione a non perdere tempo”.
“Da leghista sono a favore del governo locale sulle questioni che riguardano la pianificazione urbanistica del territorio” ha affermato Giovanni Bertoldi (Lega Modena). Per il consigliere, infatti, “è meglio che non ci siano troppi condizionamenti nazionali su questi aspetti”. Bertoldi, quindi, ha espresso un “atteggiamento attendista” rispetto all’evoluzione della vicenda, motivando così il proprio voto di astensione.
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