14/01/2025

AFFIDO FAMILIARE / 2 – IL DIBATTITO IN CONSIGLIO COMUNALE

Gli interventi dei consiglieri dopo la trasformazione in interpellanza dell’interrogazione del consigliere Dario Franco (FdI)
L’interrogazione sul Protocollo d’intesa per l’affido e l’accoglienza familiare, sottoscritto a dicembre 2021 dal Comune di Modena e dalle associazioni delle famiglie accoglienti (AMoGeA, Famiglie per l’accoglienza, Famiglie per l’emergenza, Ohana famiglie accoglienti, Venite alla festa), presentata dal consigliere Dario Franco (Fratelli d’Italia), alla quale ha risposto l’assessora a Sicurezza urbana integrata, Polizia locale, Coesione sociale, Integrazione e cittadinanza, Volontariato e terzo settore Alessandra Camporota, è stata trasformata in interpellanza su richiesta del gruppo Pd. 
Il dibattito è stato aperto da Francesco Antonio Fidanza che, dopo aver rilevato i risultati positivi del Protocollo, ha offerto qualche suggerimento in vista del suo rinnovo, a partire dal dato degli 84 affidi in corso, “un numero molto più basso rispetto agli anni scorsi. Bisognerebbe capire a cosa è dovuto, perché le statistiche e la realtà ci dicono che le famiglie bisognose non stanno diminuendo”. Il consigliere ha richiamato anche il progetto Pippi che aiuta i minori senza allontanarli dalle famiglie attraverso l’educativa domiciliare e interfamiliare e l’integrazione tra scuola e servizi, “e che andrebbe ulteriormente promosso anche con le associazioni”. Luca Barbari ha affermato che una realtà bella come quella delle famiglie accoglienti “non nasce dal nulla, ha bisogno di un contesto favorevole, come la rete che si è creata a Modena con le istituzioni che possono fare molto per garantire un’accoglienza a tutti i minori che ne hanno bisogno. Il Protocollo va in questa direzione, come anche il Piano regolatore sociale, previsto nel programma di mandato, che può essere utile per promuovere e favorire le forze che arricchiscono il nostro tessuto sociale”. Anche Francesca Cavazzuti ha messo in luce l’importanza del progetto Pippi, con una testimonianza diretta della sua efficacia: “l’intervento che ha coinvolto la scuola e i servizi in strettissima relazione ha permesso a una ragazzina di rifiorire e trovare la sua strada. È un progetto virtuoso, da sviluppare”.
Anche Andrea Mazzi (Modena in ascolto) si è soffermato sulla diminuzione degli affidi ricordando come l’istituto dell’affido familiare sia stato segnato negli ultimi anni da vicende che ne hanno offuscato l’immagine, aggiungendo che anche l’emergenza Covid ha spinto a percepire le altre persone come un rischio. “Sono diminuiti, inoltre, gli allontanamenti stabiliti dagli organi giudiziari, e anche la riforma Cartabia, che stabilisce un termine perentorio di durata dell’affido, non sembra fare il bene dei bambini”. Ma tutti questi fattori negativi, ha proseguito il consigliere, “non devono distogliere l’attenzione dal fatto che l’affido familiare è uno strumento positivo e necessario per tanti bambini, e il Protocollo deve avere anche la funzione di promuovere la cultura dell’affido e di incrementare il numero di famiglie disponibili ad accogliere”. 
Per Fratelli d’Italia, Elisa Rossini ha ricordato che sul tema degli affidi, nella scorsa legislatura, sono stati approvati tre ordini del giorno: uno sull’affido, uno sul progetto Bambino per amico, a sostegno della genitorialità, uno, di Fratelli d’Italia, che riguardava anche il progetto Pippi (Programma di intervento per la prevenzione dell’istituzionalizzazione) che sostiene famiglie e bambini in condizione di vulnerabilità. “La diminuzione del numero degli affidi – ha detto la consigliera – potrebbe non essere solo negativa ma derivare anche dall’implementazione delle altre azioni di supporto che permettono al minore di crescere nella famiglia di origine”. Rossini, infine, ha rinnovato la richiesta di una commissione consiliare dedicata al tema.
Giovanni Bertoldi (Lega Modena) ha affermato che “l’affido deve essere sempre l’extrema ratio: in molti casi, le famiglie con un aiuto professionale esperto sono in grado di risolvere i loro problemi. Si interviene solo quando è necessario, e non devono esserci motivazioni deboli o superficiali, come è accaduto anche nelle nostre terre. Chiediamo dunque – ha proseguito – un’alta attenzione da parte delle amministrazioni e che i servizi siano organizzati con persone competenti ed equipe multidisciplinari. L’affido familiare, quando è necessario, va preferito all’istituto. Dobbiamo fare il possibile per favorirlo e ringrazio le famiglie che si mettono a disposizione, ma non possiamo rischiare di fare scelte sbagliate”.
In replica, il consigliere Franco si è detto “preoccupato” per i numeri forniti, perché una cinquantina di minori in affido a famiglie terze, al netto di quelli affidati ai parenti, “è un numero basso per una città come Modena e per la situazione sociale che si trova a vivere”. Sul Protocollo ha affermato che “contiene tante buone indicazioni, ma non prevedendo risorse economiche è limitato. Mentre dal Consiglio deve uscire l’indicazione che le famiglie accoglienti non devono essere lasciate sole: ne va delle stesse famiglie, della città e della cultura dell’accoglienza”. Infine, si è dichiarato non completamente soddisfatto della risposta: “Mi aspettavo indicazioni su come l’amministrazione intende promuovere l’accoglienza perché quaranta famiglie intercettate in tre anni non sono sufficienti per i bisogni della nostra città”. 

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