17/09/2024

IMPIANTI PER L'ACCUMULO DI ENERGIA / 2 - IL DIBATTITO IN AULA

Gli interventi dei consiglieri prima dell'approvazione delle due delibere e della mozione di accompagnamento, sulla realizzazione del progetto

L’approvazione delle due delibere, e della mozione di accompagnamento presentata da Pd, Avs, Movimento 5 stelle, Pri-Azione-Sl, Spazio democratico e Modena Civica, con cui il Consiglio comunale non concede parere favorevole agli impianti di accumulo di energia, chiedendo al Ministero la Conferenza dei servizi, è stata preceduta da un dibattito aperto da Martino Abrate (Avs) che ha premesso la necessità di raggiungere gli obiettivi di transizione energetica “ma assicurando la piena sostenibilità ambientale e sociale”. Entrando nel merito delle delibere, il capogruppo ha evidenziato diverse criticità dei progetti come, per esempio, l’impatto sul territorio rurale, la vicinanza a residenze, la non conformità dei livelli di rumore, nonché l’assenza di valutazioni di rischio per alluvioni o possibili incidenti: “Per questi motivi è giusto chiedere approfondimenti per la tutela degli interessi pubblici e privati”.

Per il Pd, Alberto Bignardi ha precisato il “sì” alla transizione ecologica ma il “no a progetti calati dall’alto senza confronto con le comunità locali e che, peraltro, comportano inquinamento acustico e consumo di suolo senza alcuna proposta concreta di mitigazione e compensazione: l’assenza di un piano che affronta questi aspetti è inaccettabile”. Per il capogruppo Diego Lenzini i container del progetto vengono “paracadutati” nel territorio senza un confronto con cittadini e Amministrazione comunale; inoltre, “si prevede una occupazione di suolo che non ha mai toccato prima nessun progetto”. Il consigliere ha quindi rilevato l’assenza di approfondimenti su questi aspetti più critici e, ha detto, “è una cosa che non possiamo accettare: qualunque Governo abbia permesso questa procedura ha commesso un gravissimo errore”. Lenzini ha pertanto affermato la necessità di un confronto: “Sono impianti a cui non possiamo dire di no, ma capire come verranno gestiti è la sfida del futuro”. Fabio Poggi ha affermato di non voler mettere in discussione la legittimità del procedimento “ma la sua approssimazione, in quanto non si tiene conto del territorio e degli strumenti urbanistici del Comune: quello che si chiede è di minimizzare gli impatti e massimizzare gli interventi di mitigazione, come peraltro previsto dalle Linee guida per l’insediamento a cui il ministero dovrebbe attenersi”. Il consigliere si è poi soffermato sulle imprese coinvolte: “Si tratta di due srl, probabilmente figlie di un’altra srl non molto strutturata: che le imprese coinvolte abbiano queste caratteristiche ci preoccupa rispetto alle garanzie di sostenibilità e fattibilità del progetto, anche in caso di abbandono”.

“Questa procedura va certamente verso una semplificazione burocratica ma rischia di tagliare fuori ente locale e soprattutto cittadini che non possono subire scelte senza essere coinvolti” ha sostenuto Grazia Baracchi (Spazio democratico). La consigliera ha quindi argomentato la necessità di “capire come guidare questo percorso” salvaguardando anche gli obiettivi previsti dall’Agenda per lo Sviluppo sostenibile 2030.

Giovanni Silingardi (Movimento 5 stelle) ha precisato che l’Europa chiede di andare verso la transizione energetica “ma non indiscriminatamente, perché per realizzarla si possono anche creare danni ambientali”. Inoltre, per il consigliere manca un adeguato piano industriale delle imprese proponenti “perché non si capisce quale sarà la prospettiva futura dell’impianto”. Pertanto, è giusto l’intervento dell’Amministrazione “affinché possano essere individuate le problematiche dei progetti e le rispettive soluzioni”.

Per Katia Parisi (Modena Civica) occorre lavorare per raggiungere gli scopi della transizione ecologica ed energetica “ma rispettando territorio e ambiente: per questo è importante coinvolgere i cittadini in un percorso di formazione e comunicazione relativo alla realizzazione degli impianti”.

Motivando il proprio voto a favore sui documenti, Giovanni Bertoldi (Lega Modena) ha parlato di “impianti non esenti da rischi” aggiungendo che è “giusto attuare la transizione ecologica ma non in modo affrettato e superficiale: come forza politica vogliamo dare la massima forza decisionale alle comunità locali”.  Per il consigliere, dunque, “questa è l’occasione per migliorare il progetto, attraverso l’approfondimento in Conferenza dei servizi. Mi sarebbe solo piaciuto che gli stessi temi fossero stati sollevati al tempo del polo Conad”.

Argomentando la propria astensione alle delibere, Andrea Mazzi (Modena in ascolto) ha dichiarato che è necessario sostenere gli obiettivi di transizione energetica: “Giuste le perplessità da risolvere, tuttavia manifesto preoccupazione per la diffidenza crescente per impianti di questo tipo”. Il consigliere ha quindi specificato che “si tratta di impianti necessari poiché riducono la nostra dipendenza energetica e le emissioni inquinanti”. Il consigliere ha pertanto auspicato che gli approfondimenti possano dare un esito “proattivo” sia per il superamento delle criticità sia per la realizzazione del progetto.

Maria Grazia Modena (Modena per Modena) ha spiegato il proprio voto favorevole alle delibere premettendo di sostenere gli obiettivi di transizione energetica, ma che per la loro attuazione, soprattutto in questa fase, “è fondamentale la partecipazione dei cittadini”.

Motivando l’astensione del proprio gruppo alle delibere, Elisa Rossini (Fratelli d’Italia) ha ricordato che la procedura al centro del dibattito è prevista dalla normativa che è attuazione di una direttiva comunitaria: “Giusto rallentare, preoccuparsi e rispettare l’identità dei territori, come peraltro abbiamo sostenuto anche nella precedente legislatura, ma queste attività vanno comunque garantite: non vorremmo che un certo ambientalismo ideologico fermasse la transizione energetica nel territorio”. La consigliera ha quindi puntualizzato che la transizione energetica “la fanno le imprese che giustamente ricavano profitto: è giusto supportarle”. A questo proposito, Luca Negrini ha precisato che “non è compito del Consiglio sapere i motivi che portano un imprenditore a investire: ci sono studi che calcolano i settori dove è più vantaggioso farlo, nell’ambito di una libertà di impresa da svolgere, ovviamente, nella totale legalità”.

Azioni sul documento