Dopo la trasformazione dell’interrogazione in interpellanza, Maria Grazia Modena (Modena per Modena) ha parlato di situazione climatica e ambientale “al limite del fuori controllo”, definendo “tragico” l’abbattimento del bosco: “L’alternativa c’era ed era allargare gli argini invece che alzarli, pagando gli espropri, ottenendo vantaggi ambientali e anche la ricarica dell’acqua delle falde, che non evapora ed è a temperatura costante”.
Secondo Giovanni Bertoldi (Lega Modena) è mancato il dialogo con Aipo “generalmente ente disposto all’ascolto”. Il consigliere, esprimendo preoccupazione per il territorio “non al sicuro”, ha chiesto che i lavori vengano effettuati velocemente. Infine, per Bertoldi “si è persa un’opportunità di preservare un bosco: i cittadini con sensibilità verde sono rimasti negativamente sorpresi”.
Ferdinando Pulitanò (Fratelli d’Italia) ha parlato di enti deputati non in grado di affrontare il rischio idrogeologico del territorio: “L'atteggiamento di Comune, Aipo e Regione è sempre stato quello di interventi che non risolvono, come alzare gli argini ma non pulirli: ci sono responsabilità politiche ben precise”.
Per Stefano Manicardi (Pd) l’espansione delle casse è un lavoro importante che deve tenere conto anche dei mutati fenomeni climatici: “Servono, pertanto, adeguate opere di sicurezza idraulica. Bisognerà certo capire, insieme a Aipo, se si poteva agire in modo diverso, ma ciò non preclude che l'azione vada portata avanti”.
“Il Comune ha subito questo intervento, quindi bene che si sia attivato per convocare Aipo e chiarire la questione” ha affermato Giovanni Silingardi (Movimento 5 stelle). In particolare, per il consigliere “occorre comprendere se era necessario un intervento di questo tipo, abbattendo gli alberi, e se era necessario abbatterne tanti: serve chiarezza sulle compensazioni che verranno realizzate, e anche sulle tempistiche”.
Martino Abrate (Avs) ha dichiarato che “il territorio deve essere sicuro e bisogna attuare le opere necessarie perché questo avvenga”. Il consigliere, in particolare, ha argomentato che “ci sono prescrizioni che temiamo non siano state sufficientemente considerate: le più rilevanti sono il fatto che non si sarebbe dovuto intervenire tra il 15 marzo e il 15 luglio, per rispetto della fauna, e che le modalità di comunicazione previste non sono state attuate”.
In replica, Piergiulio Giacobazzi (Fi) ha precisato che “la questione del taglio degli alberi è successiva ha quando ho presentato l’interrogazione”. Il consigliere, inoltre, rilevando di non aver visto significativi cambiamenti, rispetto a questioni analoghe poste nel 2021, si è detto preoccupato delle tempistiche degli interventi.
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