11/09/2024

CARCERI / 2 – IL DIBATTITO IN AULA

Gli interventi dei consiglieri prima del voto sulle due mozioni presentate dai gruppi di maggioranza e dalle opposizioni

Il voto sulle due mozioni riguardanti il tema del sovraffollamento dei penitenziari (approvata quella dei gruppi di maggioranza presentata da Pd, Spazio democratico, Pri-Azione-Sl, Movimento 5 stelle e Avs, respinto il documento di Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lega Modena e Modena in ascolto) è stato preceduto da un dibattito aperto, per Fratelli d’Italia, da Daniela Dondi che ha evidenziato come il Decreto Carcere del Governo sia incentrato sulla Costituzione italiana: “Per la prima volta si intende risolvere il problema non solo dell’edilizia carceraria ma di tutti i soggetti che vivono il carcere, inclusi assistenti e Polizia penitenziaria che, alla Casa circondariale di Modena, ha già 43 agenti in più”. Dario Franco ha voluto evidenziare che i detenuti chiedono di essere guardati come persone e dicono "esistiamo anche noi e non usateci a fini puramente propagandistici”. Il consigliere ha poi affermato che "noi, come istituzione comunale, possiamo chiedere ai nostri fornitori, in accordo con il penitenziario, di utilizzare persone che stanno scontando una pena per svolgere un'attività pubblica". Infine, Franco ha definito “infattibile” la visita in carcere dell’intero Consiglio comunale: “È pura utopia”. “Il nostro gruppo consiliare si è già mosso per chiedere visita al carcere – ha precisato il capogruppo Luca Negrini – farlo con tutto il Consiglio comunale è una passerella e non è efficace”. Il consigliere ha chiesto quindi azioni concrete, come rimettere al centro anche uomini e donne della Polizia penitenziaria. Elisa Rossini, constatando le difficoltà logistiche di una visita in carcere dell’intera Assemblea, ha puntualizzato il “grande sforzo del centrodestra per trovare una sintesi tra le due mozioni: ma registriamo la chiusura della maggioranza”.

Secondo Andrea Mazzi (Modena in ascolto) “l’umanizzazione carceraria introduce percorsi più semplici per la liberazione anticipata, anche mettendo i detenuti al corrente dei loro diritti e possibilità di pene alternative”. Per il consigliere potenziare queste possibilità “è la strada che consente di ridurre recidive e il sovraffollamento”.

“Con l’istituzione del Garante comunale a Modena abbiamo fatto già un primo passo – ha precisato Giovanni Bertdoldi (Lega Modena) – ma se siamo in questa situazione è anche perché, per anni, i Governi precedenti non hanno fatto molto e l’immigrazione massiccia ha comportato un aumento dei reati”.

Per il Pd, Vittorio Reggiani ha espresso apprezzamento per le associazioni che avvicinano la città ai detenuti impegnandosi, tramite i loro volontari, in percorsi di recupero. Il consigliere ha poi argomentato che il problema della recidiva è un problema più ampio che riguarda tutta la città: “Servono casa, lavoro, relazioni quando una persona esce dal carcere”. Per Alberto Bignardi i numeri evidenziano un’emergenza che non può più essere ignorata: “Il sovraffollamento è chiaramente un maltrattamento istituzionale: il fatto che si è detenuti non vuol dire che debbano essere negati i diritti di essere umano”. Secondo Francesca Cavazzuti “una visita istituzionale di tutto il Consiglio comunale in carcere sarebbe un segnale fortissimo di interessamento, da aggiungere ad altre possibilità come, per esempio, la visita dei singoli gruppi”. “Come si fa a sottovalutare l’impatto di un’istituzione che fa un sopralluogo?” è la domanda di Fabio Poggi, che ha sottolineato come già in passato Consiglio comunale è giunta abbiano fatto visita al carcere. Ricordando inoltre l’avvio nella scorsa legislatura di un percorso di consapevolezza delle responsabilità dell’Assemblea, in termini di controllo e di collaborazione effettiva, il consigliere ha affermato che “è drammatico dividersi su un argomento del genere”.

Giovanni Silingardi (Movimento 5 stelle) ha evidenziato come sia la Costituzione a dire che la pena deve avere funzione rieducativa, “e le recidive così alte ci devono fare riflettere”. Per il consigliere ciò che l’Assemblea può fare è “tenere vivo il tema, confrontarci e dialogare. Renderci conto della situazione significa anche assumerci un ruolo di verificatore dei principi costituzionali”.

Per Martino Abrate (Avs) la visita dell’intero Consiglio comunale è un segnale di consapevolezza e volontà di intraprendere un percorso collettivo. Il capogruppo ha inoltre affermato che "occorre restare vicini ai carcerati soprattutto al momento in cui vengono reintegrati nella nostra società”.

Nel dibattito è anche intervenuto il presidente del Consiglio comunale Antonio Carpentieri precisando di aver verificato la fattibilità della visita collettiva: “Si può fare, è una possibilità realizzabile”.

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