Le due interrogazioni sull’uso dell’autovelox T-Expeed in dotazione al Comune di Modena presentate dai consiglieri Giovanni Bertoldi (Lega Modena) e Pierlguigi Giacobazzi (Forza Italia), alle quali ha risposto l’assessora alla Sicurezza urbana integrata e alla Polizia locale del Comune di Modena Alessandra Camporota, sono state trasformate in interpellanza su richiesta del gruppo Pd.
Aprendo la discussione per il Pd, Fabia Giordano ha affermato che le sanzioni “non sono frutto di errori del dispositivo, che è conforme e sottoposto a verifiche, ma dei comportamenti scorretti di chi le riceve. La funzione dell’autovelox è preventiva: sospenderne l’uso o annullare le sanzioni sarebbe una scelta irresponsabile che compromette la sicurezza degli utenti della strada”. Alberto Bignardi ha ricordato che l’autovelox in questione è “installato in modo trasparente e segnalato chiaramente con grande anticipo a dimostrazione della volontà del Comune di promuovere comportamenti responsabili e non di fare cassa. La sicurezza stradale è una priorità assoluta, non possiamo permettere che la strumentalizzazione politica di questa vicenda danneggi il lavoro fatto per proteggere la comunità”. Per Stefano Manicardi il problema è la violazione del codice della strada da parte degli automobilisti, “è necessario avere strumenti che possono garantire un utilizzo sicuro delle strade da parte di tutti gli utenti. Sembra emergere, invece, l’idea che bisogna punire chi controlla invece di chi viola le leggi”. Anche Vittorio Reggiani ha ricordato che gli autovelox, “che devono avere tutti i crismi della correttezza”, rilevano violazioni dei limiti di velocità, “non si può giustificare queste abitudini contestando alle amministrazioni di voler fare cassa. Inoltre, i fondi messi a bilancio di previsione sono basati su dati di realtà e sono vincolati”.
La consigliera Elisa Rossini (Fratelli d’Italia) ha messo in evidenza la “cifra enorme derivante dalle sanzioni, pari a 22 milioni di euro, inserita nel bilancio preventivo del Comune. Una cifra che per oltre un terzo deriva dai due autovelox cittadini. Questa previsione – ha proseguito – è critica perché fa sì che poi si cerchi di raggiungere la cifra messa a bilancio. E questi stessi numeri sono la sostanziale ammissione che gli strumenti utilizzati non sono utili per limitare le violazioni e l’incidentalità”. Sempre per Fratelli d’Italia, Dario Franco ha affermato che la sicurezza stradale è minata “dalle condizioni della tangenziale, con continue buche e asfalto inadeguato. Per creare sicurezza bisogna risolvere questi problemi. La stima dei cittadini nei confronti dell’amministrazione – ha aggiunto – deriva anche dal fatto che si utilizzino strumenti omologati. In altri Comuni non sono legali: o qui usiamo autovelox diversi o ci stiamo arrampicando sugli specchi”. Paolo Barani ha rilevato il fatto che “molti cittadini rinunciano a opporsi alle sanzioni perché, anche se vincessero il ricorso, si vedrebbero compensare le spese, pagando di fatto la stessa cifra della multa oltre alle spese per l’avvocato. Morale: non si fa ricorso, si paga e si sta zitti”. Il capogruppo Luca Negrini ha replicato che “le interrogazioni proposte derivano da un caso nazionale e chiedono un chiarimento sulla legalità degli autovelox. Tutto qui. Non si può provare a far passare il messaggio che il centrodestra difende chi viola i limiti, non ritiene importante la sicurezza stradale o pensa che gli autovelox vengano usati solo per fare cassa perché non è così”.
Per il Movimento 5 stelle, Giovanni Silingardi ha ribadito che l’autovelox non è illegale, “se no, sarebbe stato sequestrato”. Per il consigliere “lo strumento serve per accertare la violazione di una norma, quindi serve per applicare la legge”. Sullo stato della tangenziale, Silingardi ha ricordato che la competenza della manutenzione è di Anas, società che dipende dal Governo, “il Comune può solo sollecitarla a fare quello che deve”.
Martino Abrate, di Alleanza verdi sinistra, ha messo in evidenza che tra le cause degli incidenti stradali, come riportato dall’Istituto superiore di sanità, “ci sono in grande maggioranza comportamenti scorretti, tra i quali anche l’alta velocità. L’autovelox, con il suo effetto dissuasivo, è un elemento di prevenzione degli incidenti e uno mezzo per affermare il senso della collettività e del rispetto degli altri”.
In replica, il consigliere Bertoldi ha ribadito che “i dispositivi come l’autovelox devono essere utilizzati secondo le regole e non per fare cassa, perché sappiamo che con la scusa della sicurezza vengono piazzati dove si è sicuri di guadagnare. La richiesta di annullare le multe – ha proseguito – era subordinata al fatto di avere uno strumento non omologato, se tutto è in regola, ovviamente nessuno chiede l’annullamento”.
Il consigliere Giacobazzi ha precisato che la domanda principale posta dall’interrogazione era a quale modello sia omologato l’autovelox adottato a Modena: “A quello depositato al Ministero o a uno differente, come è risultato nelle indagini che hanno coinvolto amministrazioni di ogni colore? Questo sarebbe stato il primo controllo da fare e la risposta a questa domanda non l’ho avuta”.
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