Un Patto per Modena con i cittadini fondato su partecipazione, responsabilità, democrazia deliberativa, anche per dare una risposta non populista alle difficoltà della politica: per contrastare la crisi della democrazia “serve più democrazia”. È il Patto che ha rilanciato il sindaco Massimo Mezzetti presentando in Consiglio comunale, dopo aver illustrato la composizione della Giunta, il documento sugli Indirizzi generali di governo. Il dibattito e il voto sono in programma nella prossima seduta, probabilmente lunedì 8 luglio.
Mezzetti ha inserito il Patto, sottoscritto in campagna elettorale da tutte le forze della coalizione che lo ha sostenuto, in un ragionamento sull’autonomia comunale che è partito dalle parole di Giacomo Matteotti del 1924 (“palestra per l’educazione politica e civile dei cittadini”), contro lo scioglimento di 800 amministrazioni a opera del governo di Mussolini. Autonomia, quindi, ben diversa dall’isolamento e dalla separatezza (“valorizzazione delle differenze nell’uguaglianza”), non divisione e rottura dello spirito di unità nazionale e ben lontana dal localismo, come dimostra il Patto che ha radici nella Costituzione, nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, nei 17 obiettivi dell’Agenda 2030 dell’Onu.
Mezzetti ha ripreso in undici punti i temi principali sviluppati dal Patto le cui proposte – ha precisato – sono concrete e realizzabili nel corso dei prossimi anni: abbiamo scelto fin da subito di non promettere la luna e “ora non promettiamo l’impossibile, ma promettiamo che faremo tutto il possibile per realizzare quello che abbiamo promesso”.
Il sindaco si è dichiarato dispiaciuto se “qualcuno, per la mancata disponibilità di un posto in giunta, in questi giorni abbia annunciato che si sottrarrà dalla responsabilità assunta al momento della sottoscrizione di questo Patto”. E ha ribadito che si votava per i consiglieri non per gli assessori, la cui scelta è una prerogativa esclusiva del sindaco: “Un conto è auspicare, altro è pretendere”.
Nelle conclusioni Mezzetti ha citato il racconto di Italo Calvino “Un re in ascolto” per sottolineare la necessità di agire solo dopo aver ascoltato: no all’autosufficienza e all’uomo solo al comando, ma l’ascolto attivo come “ingrediente indispensabile di ogni politica che miri a coniugare il duro cimento del realismo e la necessaria, indispensabile provocazione che è data dalla capacità di immaginare un mondo diverso, più libero, giusto ed umano”.
Insieme all’ascolto il sindaco ha citato la gentilezza richiamando la definizione di Marc’Aurelio (“è la delizia più grande dell’umanità”) e ricordando come la campagna elettorale, per merito di tutti i partecipanti, sia stata priva di aggressività, con toni pacati e misurati, con l’apprezzamento dei cittadini,
“La scommessa – ha affermato il sindaco – è fare della gentilezza la cifra del vivere civile di questa città”. Ma ciò non significa arrendevolezza o debolezza: “È gentile colui il quale è sicuro della forza delle proprie idee e della solidità delle proprie ragioni e le difende con determinazione. Colui il quale, viceversa, non difende con forza le proprie idee, o non vale come uomo, o non valgono le sue idee”.
Il sindaco ha così ricordato che da tempo Modena è diventata esempio di dialogo e di accoglienza e gran parte del merito va a quella ricca rete di associazioni, di volontariato e del terzo settore che tanto si è spesa e che “dovrà essere protagonista, in un’alleanza strutturale e strutturata, della nuova stagione di partecipazione in ogni processo decisionale”.
Mezzetti ha concluso la presentazione degli Indirizzi generali di governo con un impegno: “Prometto, con gentile ma ferma determinazione, che sarò sempre in ascolto. Sempre”.
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