Dal Museo Civico di Modena al museo delle Belle Arti di Ajaccio, in Corsica: ci sarà anche il “Ritratto del figlio del generale Pàllfly”, dipinto all’inizio del Settecento dal pittore bolognese Giuseppe Maria Crespi, nella mostra “Bologne au siècle des Lumières. Art et science, entre réalité et théâtre” (Bologna nell’Illuminismo. Arte e scienza, tra realtà e teatro) che inaugura il 13 luglio e sarà aperta fino al 30 settembre.
L’opera appartiene alla collezione Matteo Campori del Museo Civico ed è normalmente esposta nella sala rinnovata di recente dedicata alla raccolta del donatore, che fu anche direttore del Museo dal 1913 al 1933. Arrivato a Matteo Campori dalle raccolte dello zio Giuseppe, il quadro, un olio su tela, fu dipinto da Crespi nei primi anni del Settecento e raffigura Giovanni VII Pàllfly, primogenito del generale Janos, documentato in Italia tra il 1699 e il 1703.
Il dipinto è uno dei più notevoli realizzati dall’artista bolognese, conosciuto come “Lo Spagnolo”, nel campo della ritrattistica. La sua forza espressiva si deve alla convivenza tra i doveri legati al ruolo sociale del fanciullo, espressi dall’abito militare “alla polacca” e dal bastone del comando, e i più ingenui svaghi legati alla sua tenera età, in questo caso l’offerta di un biscotto a un cagnolino. Alla sua posa rigida si contrappone quella del moro, ripreso mentre muove un tendaggio in velluto rosso.
La mostra dedicata a Bologna nell’Illuminismo è realizzata in collaborazione con la Pinacoteca Nazionale, i Musei Civici e la fondazione della Cassa di Risparmio di Bologna ed è la continuazione delle precedenti esposizioni del museo di Ajaccio incentrate sull’arte italiana del XVII e XVIII secolo. Se il Seicento bolognese, quello dei Carracci, Reni e Guercino, è ben noto in Francia, la mostra permetterà al pubblico di scoprire un periodo meno familiare, la Bologna del Settecento che vide grandi cambiamenti nel campo della pittura. Gli stili si evolvono, passando dal classicismo e dal naturalismo alla rocaille. È il periodo d'oro del trompe-l’oeil, della dilatazione spaziale e delle illusioni teatrali, nonché delle collezioni private aristocratiche e borghesi. Allo stesso tempo, cresceva l’importanza delle istituzioni e delle accademie artistiche per l’insegnamento strutturato della pittura.
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