Un mondo a colori popolato da pesci con zampe e labbra, gattoni ammiccanti, piante fantastiche tra cui anche un’automobile, che pare uscita da un fumetto, sembra perfettamente a proprio agio. Difficile da descrivere ma di sicuro impatto: ecco come si mostra ora a utenti e passanti la serranda del Centro educativo Momo che si affaccia su piazza Matteotti, nel centro di Modena.
Abbondonato definitivamente il fondo grigio, superate anche le goffe scritte che la imbrattavano, a darle una nuova vita sono stati i ragazzi del progetto “Le Scale” guidati da un giovane artista, Filippo Toscani, in arte Rise the cat, coadiuvato da un operatore dell’educativa di strada, tra le strategie messe in campo dall’amministrazione comunale per prevenire e contrastare il disagio giovanile.
Si chiama “Le Scale” perché il progetto ha mosso i primi passi all’inizio dello scorso anno puntando a coinvolgere i giovani che stazionavano sulla scalinata tra il portico di piazza Matteotti e via Taglio. In quel primo laboratorio, nato per contrastare situazioni di fragilità e marginalità sociale e condotto dallo street artist Claudio Dagrezio, i ragazzi avevano decorato una vetrina del Centro.
Oggi quei ragazzi hanno scelto un’altra zona per stare insieme, altri si trovano invece con assiduità in piazza Matteotti e, di nuovo, non sempre è facile la convivenza con i residenti, mentre si è strutturato meglio, in due fasi per complessivi 12 incontri, il percorso di pittura murale sostenuto da diversi settori dell’amministrazione comunale (Istruzione e Politiche giovanili) e dalla cooperativa sociale La Lumaca che gestisce il Centro educativo di piazza Matteotti. Carta e penna, qualche colore e tanta capacità di ascoltare e coinvolgere sono gli ingredienti usati per intercettare i giovani che insieme all’artista Filippo Toscani hanno prima dialogato e disegnato, anche accolti nei locali del Momo quando era freddo o pioveva, e infine hanno realizzato la loro opera di street art, R.O.M. “Refresh of memory”.
In tutto vi hanno lavorato una ventina di giovani, spesso alternandosi, a volte sparendo dopo alcuni incontri, talvolta coinvolgendo anche i ragazzi più piccoli delle scuole medie che al Centro educativo si trovano per i compiti pomeridiani. Ma tutti quanti passando potranno riconoscere lo schizzo, l’idea, l’incontro a cui hanno partecipato e con cui hanno contribuito a lasciare una traccia di sé, un segno in cui riconoscersi.
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