Il Governo garantisca già dalle prossime elezioni di giugno il diritto di voto oltre che agli studenti fuorisede anche a tutti coloro che lavorano o sono in cura al di fuori del proprio Comune di residenza. È l’invito contenuto nell’ordine del giorno approvato dal Consiglio comunale di Modena, nella seduta di giovedì 18 marzo, che chiede anche all’amministrazione di farsi parte attiva in ogni sede opportuna e presso i parlamentari eletti sul territorio per sostenere la necessità di garantire il voto ai fuorisede. Il documento, presentato da Stefano Manicardi (Pd) è stato approvato con il voto a favore anche di Sinistra per Modena, Europa verde-Verdi, Movimento 5 stelle, Alternativa popolare, Gruppo indipendente per Modena. Si sono astenuti, invece, Lega Modena, Forza Italia, Fratelli d’Italia.
Nel presentare il documento, il consigliere Manicardi ha affermato che garantire il diritto di voto ai fuorisede “è una risposta necessaria, in un periodo in cui gli spostamenti all’estero ma anche all’interno dell’Italia sono sempre più frequenti. Costi e tempi per raggiungere le proprie città, però, sono troppo elevati contribuendo ad accrescere il fenomeno dell’astensionismo”. Il consigliere ha ricordato, inoltre, che già nel 2022 il Consiglio aveva approvato un analogo ordine del giorno e che nell’Unione Europea, “oltre all’Italia, solo Cipro e Malta non garantiscono il diritto di voto ai fuorisede”. Citando il recente provvedimento del Governo che consente gli studenti fuori sede di votare alle prossime elezioni europee, Manicardi ha sottolineato però che “non sono considerate le altre categorie: le persone in cura e, soprattutto, i lavoratori che sono oltre 4 milioni rispetto ai circa 600 mila studenti. Peraltro – ha aggiunto – la norma riguarda solo le europee e non è strutturale”.
Aprendo il dibattito per il Pd, Marco Forghieri ha affermato che ai fini del voto “bisogna superare il concetto di residenza. Altri Paesi europei lo hanno fatto e, soprattutto per quanto riguarda i lavoratori, ammetterli al voto delle amministrative può essere un modo per integrarli”.
Elisa Rossini (Fratelli d’Italia) ha motivato l’astensione definendo l’ordine del giorno “superato dai fatti grazie al provvedimento del Governo di centro destra che ha accolto anche se in parte, le istanze provenienti anche da questo Consiglio”.
Camilla Scarpa (Sinistra per Modena) ha replicato che la norma, però, “è stata introdotta solo in via sperimentale e solo per le europee, escludendo le elezioni amministrative. L’ordine del giorno – ha affermato – è un’ulteriore sollecitazione a garantire il voto a tutti, indipendentemente dal luogo di domicilio”.
Per Lega Modena, Luigia Santoro ha dichiarato l’astensione affermando che la decisione sul voto ai fuorisede “compete al governo. L’ordine del giorno, perciò, è inutile”.
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