È dedicato all’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena Dop, uno dei prodotti più antichi, preziosi e caratterizzanti del territorio modenese, un monumento a suo modo, e alle acetaie comunali, spesso ospitate in prestigiosi palazzi storici, monumenti a loro volta, il volume “Aceto in Comune”, la nuova guida per scoprire le Acetaie comunali e dei segreti del cosiddetto “oro nero”.
Curata dalla Consorteria dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Spilamberto, su idea del Gran maestro e presidente Maurizio Fini, la guida nasce per accompagnare i turisti, ma anche i modenesi, a conoscere le 25 acetaie del territorio modenese che fanno parte del progetto “Aceto in Comune” che coinvolge tutte le acetaie nate e sostenute dalle diverse amministrazioni pubbliche, e sarà presentata con un incontro aperto al pubblico venerdì 15 marzo, alle 17 nella sala di Rappresentanza Palazzo Comunale.
La guida raccoglie curiosità e caratteristiche delle diverse Acetaie, integrandole nella storia locale e dando tutte le indicazioni necessarie per le visite. Realizzata con il patrocinio del Comune di Modena e del Comune di Spilamberto, è stata presentata in anteprima alla stampa, lunedì 11 marzo a Palazzo Comunale, con la partecipazione di Maurizio Fini, di Enrico Corsini, presidente del Consorzio di tutela, del sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli e dell’assessora a Turismo e Promozione della città Ludovica Carla Ferrari.
Oltre a far entrare visitatori e curiosi nel mondo del balsamico tradizionale, la guida contiene anche un “passaporto” per tenere conto delle acetaie visitate attraverso un timbro. Cumulando i timbri si possono ricevere dei premi che vanno da una maglietta griffata (tre timbri) a una bottiglietta di aceto (cinque timbri) fino all’iscrizione al corso per diventare allievi assaggiatori o a una confezione “palcoscenico” di Aceto Balsamico Tradizionale (15 timbri).
Come si legge nell’opuscolo, se è vero che un’acetaia non appartiene a una famiglia ma sono le diverse generazioni che accompagnano l’acetaia stessa nella sua vita, è anche vero che le Acetaie comunali sono un patrimonio dei cittadini e custodiscono non solo il prezioso “oro nero” ma anche la storia della comunità e delle vite dei modenesi e l’identità dei territori. Il balsamico tradizionale custodito nelle Acetaie comunali diventa così un “monumento nei monumenti” e viene inserito a pieno titolo nei percorsi di visita turistici, oltre a essere a disposizione dei cittadini per scopi didattici e informativi. Collocate in genere nei piani più alti o nei sottotetti dei palazzi storici, le Acetaie comunali sono, infatti, aperte al pubblico nei fine settimana o su prenotazione e durante manifestazioni ed eventi locali.
A partire dalla nascita, che spesso avviene grazie alla donazione di botti da parte di cittadini, imprese o associazioni, le Acetaie comunali sono curate da gruppi di volontari composti da maestri assaggiatori e da soci della Consorteria che mettono il loro sapere a disposizione dei visitatori in occasione delle visite guidate.
Tutte le Acetaie comunali sono certificate presso il Consorzio di tutela Aceto Balsamico Tradizionale di Modena Dop in modo che, dopo almeno 12 o 25 anni di maturazione nelle botti, il prodotto possa ottenere la Denominazione di origine protetta.
Le Acetaie comunale che fanno parte della guida sono a Modena quella del Comune e quella di Palazzo Ducale, sede dell’Accademia militare. Oltre al Museo dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Spilamberto gli altri Comuni coinvolti dalla pianura all’Appennino sono: Bomporto, Campogalliano, Camposanto, Carpi, Castelfranco Emilia, Castelnuovo Rangone, Castelvetro, Fanano, Fiorano, Formigine, Maranello, Marano sul Panaro, Mirandola, Nonantola (oltre a quella della Partecipanza), Novi di Modena, Ravarino, San Cesario, San Prospero, Sassuolo, Savignano sul Panaro, Soliera e Vignola.
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