11/03/2024

“ACETO IN COMUNE” / 2 – IN OLTRE 50 MILA ALL’ACETAIA DI MODENA

Dall’apertura nel 2015. La batteria di botti è custodita nel sottotetto del Palazzo comunale ed è aperta tutti i fine settimana. In partenza un progetto di ampliamento

Dalla sua apertura, nel maggio 2015, sono oltre 50 mila le persone che hanno visitato l’Acetaia del Comune di Modena nel sottotetto del Palazzo comunale in piazza Grande. Di queste, circa il 7 per cento proveniva dall’estero e in particolare da Spagna, Regno Unito, Francia, Germania e Stati Uniti. Compresa nella strategia di promozione del sito Unesco di Modena, l’Acetaia comunale di Modena è aperta regolarmente tutto l’anno il venerdì, sabato, domenica e festivi e in via straordinaria in occasione di eventi e manifestazioni (con prenotazioni dal sito visitmodena.it). Le visite guidate sono gestite dai volontari della Consorteria dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Spilamberto che ne curano anche la conduzione.

Nata nel 2003, l’Acetaia comunale di Modena ospita tre batterie: due, chiamate Secchia e Panaro, composte da sei botticelle e una, la Torre Ghirlandina, da dieci botticelle, oltre alle “Rezdore”, le cinque botti madri che alimentano le altre.

Con la crescita dei flussi turistici è stato progettato un ampliamento della struttura che si trova nel sottotetto del Palazzo Comunale nell’ambito dell’intervento di consolidamento e adeguamento sismico dell’intero edificio. Oltre, quindi, alle opere di riparazione e rafforzamento locale (finanziate dalla Regione Emilia Romagna), il progetto prevede anche un allargamento dell’Acetaia in alcuni locali attigui, oggi inutilizzati, che consentirà di aumentare il numero di visitatori che possono salire in contemporanea. Gli spazi saranno destinati a esposizioni con una sala per gli approfondimenti sulla produzione e l’origine storica dell’aceto. L’intervento, finanziato dal Comune con un investimento di 120 mila euro, partirà nei prossimi mesi e prevede anche l’installazione di alcuni riscaldatori per mitigare leggermente le temperature invernali mentre non è prevista climatizzazione, come prevede la tradizionale tecnica di produzione del prodotto.

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