L’interrogazione sulla mostra di Salvador Dalì presentata da Maria Grazia Modena (Modena per Modena), alla quale ha risposto l’assessore alla Cultura Andrea Bortolamasi, è stata trasformata in interpellanza su richiesta del Pd.
Il gruppo ha aperto il dibattito con Federica Di Padova che ha sottolineato come il coinvolgimento di privati nella programmazione culturale non debba essere un tabù: “Giusto quindi favorire un dialogo pubblico-privato, interrogandosi sulla futura programmazione delle iniziative, in un momento di tagli alla cultura”. Secondo Luca Barbari l’interrogazione propone “un imponente flusso di domande” senza però evidenziare i temi centrali suscitati dalla mostra “come la qualità e la quantità dell’offerta culturale di Modena, la sua sostenibilità economica, i diversi luoghi della cultura in corso di recupero come, per esempio, il Sant’Agostino”. Per Alberto Bignardi è un bene che vengano diffuse anche opere non direttamente create da Dalì “ma che comunque sono espressione dello stesso artista favorendo, peraltro, come per la mostra in corso, l’avvicinamento di giovani alla sua arte e ricadute positive nel territorio”.
Secondo Paolo Ballestrazzi (Pri-Azione-Sl) occorre riflettere su cosa può favorire lo sviluppo culturale della comunità: “Se, cioè, puntare su grandi eventi oppure su iniziative più limitate ma più incisive e significative”. Per il consigliere si tratta di un aspetto decisivo per evitare di “sbattere contro un muro di ignoranza e superficialità” rispetto a certi e recenti fenomeni del sistema dell’arte contemporanea. Infine, è giusto dialogare con i privati “ma evitando di prestare il fianco ad abusi o aspetti che rendano la collaborazione poco chiara”.
Per Giovanni Bertoldi (Lega Modena) “occorre che ci sia sempre una regia pubblica per questi tipi di iniziative, in modo da verificarne la qualità: quindi, bene pure il coinvolgimento di privati, ma evitando situazioni di conflitto”. Per il consigliere, inoltre, “è giusto e anche urgente approfondire ruoli e indirizzi delle politiche culturali della città, soprattutto alla luce della prossima aperture delle sale espositive dell’ex Sant’Agostino: come Consiglio dovremo entrare sempre di più in queste dinamiche per stabilirne la direzione”.
In replica, Modena ha parlato di risposta “non convincente” dell’assessore che dovrebbe essere “garante della cultura” rispetto a soggetti che “confondono” sull’autenticità delle opere. Inoltre, la consigliera si è detta “sorpresa” di come la Dalì Universe, (“struttura legata a una Srl”), “abbia avuto l’ok dal Comune su tutti i fronti con grande facilità, rispetto a una manifestazione che di cultura sembra averne poca”.
Concludendo il dibattito, l’assessore Bortolamasi ha riportato l’attenzione su tre aspetti: il rapporto tra pubblico e privato nella programmazione culturale, “una riflessione che la città dovrà avviare, soprattutto a fronte del continuo calo delle risorse. Ben vengano, dunque, soggetti privati che investono su Modena come città in grado di ospitare mostre di interesse nazionale”; i tempi veloci di concessione del patrocinio, che “sono quelli normali per l’Ufficio grazie alla competenza e qualità del personale”; il coinvolgimento del Consiglio comunale, “dove si discute molto di politiche culturali”, nel conoscere i nuovi luoghi della cultura, “un percorso che siamo disponibili a continuare anche in questa consigliatura”.
Azioni sul documento