I visitatori della mostra possono ripercorrere l’itinerario della nave riprodotto su una mappa lunga sei metri che, tra foto d’epoca e AI, restituisce le atmosfere dell’epoca
Accanto allo studio dei resti umani provenienti dalla necropoli di Ancón, le vicende del viaggio che ha condotto i due giovani ufficiali modenesi Antonio Boccolari e Paolo Parenti sulla costa centrale del Perù formano parte integrante della mostra allestita al Museo Civico di Modena e del catalogo che l’accompagna.
I visitatori, infatti, avranno l’opportunità di “salire a bordo” della Regia Corvetta Vettor Pisani guidata dal comandante Giuseppe Palumbo, che partì da Venezia il 26 marzo 1882 e fece ritorno a Napoli il 29 aprile 1885, partecipando al suo viaggio intorno al mondo.
Sullo sfondo di una mappa dell’epoca ingrandita fino a raggiungere i sei metri di lunghezza, la corvetta, della quale è stato digitalizzato il modello conservato nel Museo tecnico navale della Spezia, naviga fra porti sicuri, violente tempeste e visioni fantastiche come quella della fosforescenza delle acque oceaniche. Un videomapping, realizzato da Delumen, che fra foto d’epoca e intelligenza artificiale restituisce le atmosfere di un’impresa epica raccontata dalle voci dei protagonisti.
L’impresa della Vettor Pisani vede intrecciarsi motivazioni politico-commerciali e scientifiche nei diari di bordo di figure rappresentative del mondo delle spedizioni oceaniche nell’ultimo quarto del XIX secolo: giovani esponenti della nobiltà; esperti navigatori ma anche naturalisti, insieme a ufficiali formati per eseguire scandagli, saggi, rilievi e prelievi zoologici. Nei loro puntuali resoconti spesso traspare anche un senso di stupore e meraviglia che accompagna gli incontri, le avventure e le atmosfere della traversata oceanica: il cielo illuminato dalla fosforescenza di animali marini, gli sbuffi delle balene, gli scambi di doni con gli indigeni, la cattura di un enorme squalo balena.
Se nel celebre brigantino Beagle, che viaggiò dall’Atlantico al Pacifico cinquant’anni prima, passato alla storia perché dell’equipaggio faceva parte un giovanissimo Charles Darwin, il commissario di bordo si lamentava del disordine regnante sui ponti a causa di tutti i campioni raccolti dal naturalista, nella corvetta Vettor Pisani era stato predisposto un apposito laboratorio, completo di tavolino, casse, contenitori, ricostruito in mostra grazie ad una precisa documentazione. Al termine del viaggio, i numerosi campioni naturalistici trasportati dalla nave vennero dispersi in tutta Europa e affidati a studiosi o enti di ricerca sulla base di contatti pregressi o di specifiche competenze. I modenesi Boccolari e Parenti donarono all’Università di Modena mammiferi, uccelli e molluschi, in parte esposti in mostra, e destinarono al Museo Civico di Modena la collezione di reperti e resti umani recuperata nella necropoli di Ancón.
La donazione al Museo Civico della raccolta si inserisce in un clima culturale modenese di estrema apertura alle novità scientifiche che circolavano sulla scorta del pensiero positivista e delle teorie evoluzionistiche darwiniane. Carlo Boni, direttore del Museo e convinto esponente delle nuove correnti di pensiero, aveva favorito fin dal 1875 la nascita di una sezione etnografica composta da oggetti di popolazioni extraeuropee da mettere a confronto, proprio in un’ottica evoluzionista, con le raccolte di preistoria del museo. È in questa sezione che si inserisce la raccolta della necropoli di Ancón di Boccolari e Parenti.
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