Il dibattito che ha preceduto l’approvazione dell’ordine del giorno per chiedere una riforma della concessione della cittadinanza italiana basata sullo Ius Scholae è stato aperto da Alleanza verdi sinistra. Il gruppo ha iniziato l’intervento ricordando che, con la legge in vigore, centinaia di migliaia di ragazzi e ragazze di origine straniera che studiano in Italia di fatto non godono degli stessi diritti dei loro compagni italiani. Qual è il guadagno, hanno chiesto, nel discriminare questi studenti fino all’età di 18 anni? Sono persone che vanno a scuola qui e che possiamo, quindi, considerare già pienamente integrate: approvare una proposta come quella dello Ius Scholae sarebbe un progresso di civiltà, un modo per contrastare il razzismo sistemico, che invece perpetuiamo mantenendo queste discriminazioni, e per smettere di voltare le spalle alle figlie e ai figli dei lavoratori di origine straniera.
Spazio democratico ha sottolineato l’importanza di avere un momento di confronto e discussione su un tema che è certamente divisivo. Partendo dalla testimonianza di una ragazza diciannovenne di origine straniera diventata italiana, che evidenziava come per lei cittadinanza significhi partecipare e appartenere a una comunità, avendo diritti e doveri, il gruppo ha ribadito che i ragazzi con background migratori chiedono, appunto, di sentirsi parte pienamente della comunità italiana, di poter contribuire alla crescita e al benessere sentendosi cittadini di serie A. E per questo è importante che la riforma della cittadinanza sia applicata come chiesto nell’ordine del giorno.
Per il gruppo di Fratelli d’Italia, la legge sulla cittadinanza in vigore in Italia non è più restrittiva di quelle di altri paesi europei e va bene così com’è. Per il gruppo, infatti, la cittadinanza deve arrivare alla fine di un percorso di integrazione e deve essere meritata. Deve basarsi, hanno aggiunto, sulla condivisione di valori, tradizioni, identità e di un sistema sociale e di leggi, mentre, visti i paesi di provenienza e la conseguente crescita della presenza islamica sul territorio, c’è il rischio che da questo punto di vista ci sia un problema di compatibilità. L’Italia deve integrare ma dall’altra parte bisogna volersi integrare. I bambini non vengono discriminati, sono dentro a un percorso e quando saranno maggiorenni potranno conoscere e scegliere se vogliono aderire a diritti e doveri del nostro paese. Un paese, afferma il gruppo, che concede un gran numero di cittadinanze, in Europa superato solo da Spagna e Germania. Si può lavorare, invece, per velocizzare le procedure e diminuire la burocrazia.
Per Modena in ascolto essere cittadini significa voler risiedere in modo permanente in un paese ma anche condividerne i valori e non si può ignorare che persone che provengono da culture diverse, lontane dal mondo occidentale, possono avere valori diversi e bisogna tenerne conto per non banalizzare l’idea di cultura. D’altra parte, è vero che i tempi per ottenere la cittadinanza da parte di chi ha maturato il diritto sono troppo lunghi e andrebbero accelerati e anche che creare un percorso per ottenerla prima dei 18 anni aiuterebbe gli adolescenti di origine straniera, in anni importanti per la loro formazione, a sviluppare un senso di appartenenza, consapevolezza dei propri diritti ma anche responsabilità verso i doveri.
Per il gruppo Pd, l’attuale legge sulla cittadinanza è anacronistica rispetto alle esigenze di un paese meta di immigrazione e di una società che è sempre più multiculturale. Applicando lo Ius Sanguinis oggi in Veneto ci sono trecentomila persone che possono avere la cittadinanza perché il loro trisavolo era italiano anche se loro non sono mai stati in Italia e non parlano la lingua. Bambini e bambine nate in Italia, che conoscono solo l’italiano e non hanno mai vissuto in nessun altro posto invece non ne hanno diritto anche se, di fatto, sono già italiani. Riconoscere loro la cittadinanza è un atto di giustizia ma è anche una garanzia di stabilità e di coesione sociale per il futuro. Il centrodestra, hanno ricordato i consiglieri, dice che la cittadinanza va meritata: bisognerebbe capire cosa significa meritarla e, quanto ai percorsi sui valori costituzionali: se li facessimo, nel giro di pochissimo tutti i bambini con background migratorio conoscerebbero la Costituzione molto meglio di quelli italiani. Infine, il gruppo ha ricordato l’importanza simbolica di Bambino=Cittadino che fa sentire i bambini che vivono a Modena tutti uguali.
Per Lega Modena non si esclude la possibilità di qualche modifica alla legge attuale ma non deve passare l’idea che una riforma diventi una sanatoria per tutti e che chiunque arrivi qui possa avere gli stessi diritti di chi questo paese l’ha costruito. Per il gruppo, la cittadinanza non deve essere solo un diritto ma anche una conquista alla fine di un percorso, in questo modo le si da valore. Lo Ius Scholae sembra solo uno Ius Soli mascherato, perché partire dalla scuola primaria significa concedere la cittadinanza a tutti e che qualunque ragazzo che non vuole costruire nulla e crea solo problemi può diventare italiano e invece è importante che ci siano integrazione e conoscenza della lingua.
Per il Movimento 5 stelle lo Ius Sanguinis è anacronistico, il mondo è cambiato e se non costruiamo un percorso normativo che garantisca a chi nasce dentro i nostri valori un percorso che gli permetta di ottenere diritti e doveri, continueremo ad alimentare e disuguaglianze. Il percorso attuale è lunghissimo e tortuoso ed è gravoso soprattutto per i ragazzi che nascono e crescono qui e si vedono negare il riconoscimento della propria identità. Identità che nasce nel momento in cui vanno a scuola e imparano la lingua, la cultura e i valori degli altri. Nella cittadinanza i due aspetti, dei diritti e dei doveri, sono inscindibili. Ma perché un diritto possa essere riconosciuto deve esistere in forza di una legge che oggi non c’è.
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