Ottant'anni fa, il 10 novembre 1944, in piazza Grande vennero fucilati i partigiani Emilio Po, Alfonso Piazza e Giacomo Ulivi. Questa mattina il ricordo dell'eccidio nazifascista ha visto l'omaggio proprio sotto la lapide con i loro nomi da parte del sindaco Massimo Mezzetti, del presidente della Provincia Fabio Braglia e di Antonio Finelli per l'Anpi. Erano presenti anche alcuni familiari di Emilio Po: la figlia Meri, la nuora Gianna Bunicci e la figlia della sorella Ivana Baraldi.
Davanti al sacrario partigiano della Ghirlandina si sono svolti gli interventi conclusi dalla lettura di un estratto dell'ultima lettera di Giacomo Ulivi agli amici a cura di Mattia Piccinini, storico e collaboratore dell'Anpi.
La lapide, che ricorda Emilio Po, partigiano artificiere della 65° brigata Gap Walter Tabacchi di Modena, Alfonso Piazza, pilota dell'aeronautica che dopo l'8 settembre 1943 decise di non combattere a fianco dei tedeschi e della Repubblica sociale italiana, Giacomo Ulivi, studente universitario di Parma che a Modena aveva trovato rifugio e continuava a distribuire stampa clandestina, fu inaugurata il 10 novembre 1948, nel quarto anniversario della fucilazione, con una cerimonia ufficiale presieduta dal sindaco Alfeo Corassori.
Tutti e tre furono arrestati e selvaggiamente torturati, Emilio Po subì sevizie e tremende ustioni poiché i carcerieri sapevano che era uno dei più importanti organizzatori dei GAP cittadini. La mattina del 10 novembre furono prelevati dalle celle dell’Accademia Militare e scortati con un macabro corteo attraverso via Farini fino all'esecuzione avvenuta tramite fucilazione.
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