L’interrogazione sul trasporto pubblico locale presentata da Fratelli d’Italia è stata trasformata in interpellanza su richiesta del gruppo Modena per Modena che ha rimarcato il malessere diffuso rispetto al trasporto pubblico e ricordato il grave problema legato alla rappresentanza sindacale. Per il gruppo è giusto, quindi, unire tutte le forze consiliari e lavorare insieme per migliorare la situazione e la mobilità a Modena.
Per Lega Modena il trasporto pubblico può funzionare solo se è concorrenziale rispetto all’auto privata e, quindi, se le corse sono certe, frequenti e veloci. A Modena, però, le cose non stanno così e il servizio di Seta non soddisfa né gli utenti, che non hanno mai la certezza di arrivare dove devono, né i suoi dipendenti: manca una progettualità condivisa e si è creato un muro contro muro che non fa gli interessi di nessuno. Per il gruppo, il Comune deve scegliere: o investe nel trasporto pubblico e quindi può portare avanti le azioni che spingono a utilizzarlo, oppure deve ricominciare ad agevolare l’uso dell’auto privata.
Per il gruppo Pd bisogna trovare soluzioni per far funzionare nel modo migliore possibile il trasporto pubblico, superando le criticità esistenti, a partire dalla mancanza di attrattiva per il personale, e, però, tenendo conto delle condizioni esistenti: il cambio di passo è necessario ma per migliorare il servizio servono maggiori risorse pubbliche per gli investimenti in mezzi e infrastrutture, come le corsie in sede propria che permetterebbero tempi certi, corse più veloci e a un costo inferiore. Devono cambiare, infine, anche le prospettive regionali perché oggi Modena è molto penalizzata rispetto ad altre province in termini di finanziamento.
Per il Movimento 5 stelle i problemi del trasporto pubblico locale, a partire dal sottofinanziamento statale di un servizio che da solo non si regge, richiedono soluzioni che sono complesse. I finanziamenti andrebbero aumentati a livello nazionale ma a livello di politica locale è necessario decidere che trasporto pubblico si vuole avere, ci sono studi di fattibilità da usare come punto di partenza, che ruolo si vuole dare a partecipate come Amo e Seta e cosa si vuole fare, insieme, per indicare al governo nazionale quali sono le priorità.
In replica, la consigliera interrogante Elisa Rossini si è dichiarata parzialmente soddisfatta della risposta contestando, però, la mancanza di una valutazione sull’operato del presidente di Seta che, secondo la consigliera, non possiede le competenze richieste dallo statuto e che, nonostante questo e nonostante i risultati non all’altezza, è stato riconfermato alla fine della scorsa legislatura. Bisogna, quindi, intervenire su una gestione di Seta che presenta dei problemi e rimuovere chi non ha fatto quello che doveva.
Intervenendo a chiusura del dibattito, l’assessore alla Mobilità Giulio Guerzoni ha delineato i temi strategici sui quali basare la soluzione ai problemi del trasporto pubblico che richiede un cambio di paradigma e nuove risorse, soprattutto a livello nazionale per non vedere a Modena, come in altre città analoghe, un declino che i cittadini non meritano. In questo senso saranno fondamentali le gare per l’affidamento, nei prossimi cinque anni, con un confronto sul tema strategico di una nuova governance che riguardi i tre bacini di servizio; gli investimenti, a partire dall’idrogeno sul quale a Modena c’è già un progetto concreto; il nuovo hub intermodale che si inserisce nel piano dalle mobilità e nel piano urbanistico.
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