La mozione di Pd e Fratelli d’Italia sulla commemorazione delle vittime a un anno dall’attacco terroristico di Hamas è stata preceduta da un dibattito aperto dallo stesso Pd con Federica Di Padova che ha puntualizzato come ricordare l’attacco terroristico del 7 ottobre non significa cancellare ciò che è successo nei mesi successivi: “Giusto condannare quanto accaduto un anno fa, ma occorre ricordare anche tutte le altre vittime di questo conflitto che sta pregiudicando il cammino di pace”. A questo proposito, la consigliera ha ricordato il “tentativo” di civili israeliani e palestinesi di costruire ponti per una convivenza pacifica, a differenza degli “orrori” delle rispettive leadership e degli osservatori internazionali “che hanno rinunciato a mettersi in discussione per un reale cammino di pace”. Stefano Manicardi, in particolare, ha voluto evidenziare la “sproporzione” dell’attacco di Israele sulla popolazione palestinese, richiamando alle responsabilità della politica: “È qui che la comunità internazionale deve intervenire e mettere dei limiti”. “Giusto evidenziare nel documento ciò che il Comune di Modena può fare, ovvero contribuire a percorsi di pace con uno sforzo congiunto delle forze politiche” ha affermato Luca Barbari, specificando che il cammino di unità tra le nazioni parte dalle città e, appunto, dai Comuni chiamati a sensibilizzare ai temi della pace. Gianluca Fanti ha sottolineato che “sulle morti non ci si può dividere: giusto quindi lo sforzo di comporre una mozione unitaria”. Il consigliere ha poi precisato che non è nelle competenze del Comune definire una “road map” per la pace, “ma, allo stesso tempo, non possiamo sottrarci all’impegno di costruirla”. Il capogruppo Diego Lenzini ha definito la mozione congiunta un “messaggio”: “Se non troviamo noi una mediazione è impossibile che la trovino loro”.
Ha espresso “netta contrarietà al documento” Paolo Ballestrazzi (Pri-Azione-Sl) “non certo per gli auspici di pace”. Il consigliere ha argomentato che “Israele non ha dichiarato guerra ma la subisce in quanto riceve quotidianamente centinaia di missili: pertanto, è uno Stato che cerca di difendersi contro la dittatura sanguinaria di Hamas”. Infine, Ballestrazzi ha posto l’attenzione sulle politiche “fallimentari” e “inaffidabili” dell’Onu: “Serve solo a mantenere funzionari iperpagati”.
“Resto sbalordito da chi vuole dare una verità così netta su una situazione così complessa: non posso apprezzare interventi così di parte” ha dichiarato Martino Abrate (Avs), sottolineando il valore della mozione “che cerca di dare un segnale di pace affinché si arrivi alla soluzione di due popoli per due Stati”. Il capogruppo ha quindi espresso condanna per l’azione terroristica di Hamas e riconoscimento del diritto alla difesa di Israele: “Ma questo diritto non può avvenire fuori dal diritto internazionale”.
Pur dichiarandosi a favore della mozione, Giovanni Silingardi (M5s) ha premesso che il documento “non contiene azioni attive che l’Amministrazione può fare”. Il consigliere ha quindi precisato che un vero percorso di pace “si costruisce prendendo atto delle cose giuste e ingiuste che le istituzioni internazionali hanno stabilito: la reazione di Israele, che ha colpito anche strutture sanitare a Gaza, è stata già giudicata dalla Corte internazionale di giustizia”.
Secondo Giovanni Bertoldi (Lega Modena) “l’escalation del conflitto avviene anche con il contributo di altri Paesi, come Iran e Cina, e si sta spostando verso Libano dove i servizi dipendono da strutture militari di Hamas con struttura non democratica”. Per il consigliere il rischio può riguardare adesso anche obiettivi ebraici in Occidente: “Bisogna quindi mettere in campo una reazione diplomatica dell'Italia più forte, come accaduto in passato, per contribuire a un reale processo di pace”.
Per Fratelli d’Italia, Ferdinando Pulitanò ha dichiarato che la strada da perseguire per la pace “non è quella di sposare le difese di una parte o dell’altra, ma di arrivare all’obiettivo di due popoli in due Stati indicato dalle diverse risoluzioni a cui le grandi potenze hanno posto un freno”. Per il capogruppo Luca Negrini la mozione è frutto di un “lavoro serio di mediazione politica per dare un messaggio all’esterno dell’Aula. La strada per due popoli due Stati è percorribile solo se la Palestina affida la propria leadership a chi apre al dialogo e tiene alla stabilizzazione del Medio Oriente, quindi non può essere Hamas”.
“Di fronte a questi conflitti bisogna avere uno sguardo ampio” ha argomentato Andrea Mazzi di Modena in ascolto precisando che “non bisogna schierarsi ma ribadire a entrambe le parti di fermarsi, perché ogni violenza non fa che allontanare la pace”. Per il consigliere, la mozione mette in evidenza “un atto umano”: “Ricordare un evento drammatico significa avviare una riflessione su ciò che l’uomo è capace di fare ad altri uomini”.
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