Nei primi dieci mesi del 2023, dopo che a fine 2022 sono state introdotte a Modena le nuove modalità di raccolta differenziata, la produzione di rifiuti urbani indifferenziati si è drasticamente ridotta, diminuendo di 13 mila tonnellate rispetto al 2022.
In particolare, al 31 ottobre 2023 la quantità di rifiuti complessivi prodotti è stata di 500 chili per abitante per 10 mesi: 355 chili di rifiuti differenziati (e quindi destinati al riciclo) e 145 di rifiuti indifferenziati. Nello stesso periodo del 2022 erano stati prodotti complessivamente 543 chili per abitante, suddivisi in 327 chili di rifiuti differenziati e 216 di indifferenziati.
I dati sono stati forniti dall’assessora all’Ambiente Alessandra Filippi che, nella seduta “question time” del Consiglio comunale di lunedì 8 gennaio, ha risposto a un’interrogazione di Giovanni Silingardi (Movimento 5 stelle) sui conferimenti al termovalorizzatore di via Cavazza dopo l’introduzione del nuovo modello di raccolta.
“Analizzando i numeri – ha sottolineato l’assessora – notiamo che con l’applicazione del nuovo sistema non solo è diminuita la quantità di rifiuti prodotta ma è migliorata la qualità: cresce, infatti, la percentuale dei rifiuti che sono destinati al riciclo. È importante – ha proseguito Filippi – applicare un modello di raccolta, come quello di Modena, che permette di mantenere la qualità della materia da recuperare in linea con gli obiettivi minimi del Piano regionale di gestione dei rifiuti, nell’ambito del quale ci muoviamo e che per la nostra città, come per gli altri capoluoghi prevede di raggiungere una percentuale stabile e continuativa del 79 per cento di raccolta differenziata entro il 2027. Un secondo obiettivo, sempre del piano regionale, è arrivare a una produzione pro capite di rifiuti non avviata al riciclo di 120 chili per abitante all’anno”.
La riduzione dei rifiuti prodotti, alte percentuali di rifiuti differenziati da avviare al riciclaggio, la diminuzione dei rifiuti da smaltire e di conseguenza il superamento delle discariche, e quella di Modena ha già chiuso da tempo, e successivamente degli inceneritori sono, quindi, gli obiettivi del modello regionale nell’ambito del quale si muove anche Modena: “Il cambio del modello di raccolta va nella direzione prevista dalla Regione, e monitorandone gli effetti si potrà decidere quando arrivare a spegnere l’inceneritore. La scadenza dell’autorizzazione ambientale di quello di Modena è il 2034 e naturalmente ci attiveremo affinché si pongano le condizioni per il suo eventuale spegnimento prima di tale data”.
L’impianto di incenerimento e termovalorizzazione di Modena, ha specificato ancora l’assessora, fa parte del sistema regionale di gestione dei rifiuti urbani. Questo significa che il suo ambito di riferimento principale è la provincia di Modena ma che è comunque a servizio del bacino regionale e può perciò ricevere rifiuti urbani indifferenziati anche da altri territori della regione. Si spiega così l’aumento dei rifiuti conferiti all’impianto nel 2023 rispetto al 2022, di cui chiedeva conto l’interrogazione di Silingardi: nel 2023 l’impianto modenese ha trattato rifiuti indifferenziati provenienti dalle province di Bologna e Ferrara (circa diecimila tonnellate) oltre che dalla Romagna (circa cinquemila tonnellate) in conseguenza della produzione straordinaria di rifiuti causata dall’alluvione in quei territori. Allo stesso tempo, nel 2022 l’inceneritore modenese è stato oggetto di un intervento di manutenzione programmata che ha determinato un fermo impianto di 35 giorni tra il 28 maggio e il 2 luglio, e il conseguente invio di circa novemila tonnellate di rifiuti modenesi negli impianti di Ferrara e Bologna: da qui la minore quantità di rifiuti conferita nel 2022 all’impianto di via Cavazza rispetto a quella del 2023, a nuovo sistema di raccolta avviato.
Anche i rifiuti urbani indifferenziati prodotti nel territorio provinciale e conferiti agli impianti del sistema regionale da tutti i gestori di servizi di raccolta operanti sul territorio sono diminuiti nel 2023 rispetto al 2022: il calo è stato di seimila tonnellate (erano oltre 66 mila 500 tonnellate nel 2022 e meno di 61 mila nel 2023), una riduzione coerente con la recente introduzione in molti Comuni, tra i quali Modena, di sistemi di raccolta differenziata più performanti. In particolare, i rifiuti indifferenziati prodotti per abitante a Modena da gennaio a luglio 2023 sono stati il 34 per cento del totale provinciale, pari a 112 chili/ab/7 mesi (per un totale di 20 mila 697tonnellate,) mentre nello stesso periodo del 2022 la quantità era stata del 47 per cento del totale provinciale, pari a 153 chili/ab/7 mesi (per un totale di 28 mila 205 tonnellate).
Dopo aver chiesto la trasformazione in interpellanza, Barbara Moretti (Movimento 5 stelle) ha sostenuto che i cittadini, “che sopportano i disagi della raccolta differenziata avrebbero dovuto essere premiati iniziando a invertire la politica che penalizza Modena con un inceneritore sovradimensionato. Invece, i modenesi non possono godere dei vantaggi ambientali nonostante la riduzione dei rifiuti indifferenziati, e la multiutility si avvantaggia a scapito dell’ambiente. Ci aspettiamo un segnale da parte dell’amministrazione”.
Il tema dell’ambiente e della raccolta dei rifiuti “sarà centrale nella prossima campagna elettorale”, ha affermato Giovanni Silingardi: “La prossima amministrazione dovrà prendere decisioni e capire dove vuole andare la città. Noi – ha proseguito – siamo sempre stati a favore della raccolta porta a porta, ma dovrebbe essere integrale e soprattutto dovrebbe funzionare meglio, e può farlo solo adottando un modello di gestione in house”. Sull’inceneritore, il consigliere ha detto che “anticiparne la chiusura non è un vezzo: occorrono politiche radicali e un intervento dell’amministrazione per ridurne la portata”.
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