Proseguire anche nel prossimo triennio nel garantire e consolidare il controllo pubblico di Hera spa continuando ad assicurare il ruolo di Modena negli assetti societari e un apporto significativo agli equilibri di bilancio dei Comuni. Sono alcuni degli obiettivi del rinnovo dei patti parasociali tra enti locali per il periodo 2024-2027 approvato dal Consiglio comunale di Modena giovedì 25 gennaio.
Presentando il provvedimento il sindaco Gian Carlo Muzzarelli ha sottolineato che i patti parasociali “hanno consentito alla proprietà pubblica dell’azienda di tutelare e valorizzare il patrimonio, di indirizzare le strategie aziendali a servizio del territorio, delle famiglie e delle imprese, in un’ottica di responsabilità sociale e sostenibilità dello sviluppo, nonché di distribuire utili ai cittadini tramite le risorse che entrano nei bilanci comunali”.
Hanno votato a favore della delibera, presentata con congruo anticipo rispetto alla scadenza di giugno per tenere conto della sospensione delle attività consiliari nei Comuni che andranno al voto, i gruppi di maggioranza (Pd, Sinistra per Modena, Europa Verde – Verdi e Modena civica), voto contrario per
Movimento 5 stelle, Lega Modena, Fratelli d’Italia, Forza Italia, Alternativa popolare, Gruppo indipendente per Modena, Modena sociale-Indipendenza!
Il sindaco ha ricordato che il Piano industriale di Hera prevede investimenti complessivi per oltre 4,4 miliardi di euro nel triennio, con un’attenzione molto forte alla promozione dell’economia circolare, alla resilienza delle reti, all’innovazione e alla transizione energetica, a partire dal progetto dell’Hydrogen Valley da realizzare a Modena insieme a Snam, con la collaborazione Enea, di Unimore e di tanti altri soggetti del territorio.
Il patto di sindacato di primo livello può garantire il controllo strategico pubblico della società “bloccando” il 38 per cento delle azioni di proprietà degli enti locali con un vincolo di intrasferibilità, una quota sufficiente ad assicurare la maggioranza dei diritti di voto grazie al cosiddetto voto maggiorato introdotto nello Statuto sociale nel 2015. Il patto regola anche il trasferimento delle azioni non soggetti al blocco, cioè le cosiddette azioni libere, per far sì che l’eventuale vendita sia effettuata in modo coordinato e quindi non incida negativamente sulle quotazioni del titolo azionario.
Al patto di primo livello fanno riferimento 111 enti locali (tra i quali anche le città di Bologna, Ferrara, Ravenna, Cesena, Trieste, Padova e Udine) che al momento detengono quasi il 46 per cento delle azioni (comprese quelle non bloccate), mentre viene rinnovato anche il cosiddetto patto di secondo livello che consente a 20 soggetti modenesi, tra Comuni e Unioni di Comuni, di mantenere una presenza organizzata e continuare a esprimere, tra l’altro, due rappresentanti nel cda dell’azienda, tra cui il vice presidente. Il gruppo dell’area di Modena possiede circa il 7,8 per cento di Hera spa con oltre 116 milioni di azioni, 93 milioni e 397 mila delle quali bloccate e non trasferibili.
La delibera approvata prevede di svincolare dal patto le azioni di alcuni Comuni che lo hanno richiesto, per consentirne l’eventuale vendita nel triennio, e sarà il Comune di Modena, come già avvenuto nel 2021, a bloccarne una quota maggiore, altre 150 mila (al valore attuale delle azioni si tratta di circa 440 mila euro), per continuare a garantire i 93 milioni dell’area di Modena previsti dal patto di primo livello. Il Comune possiede complessivamente 97 milioni di azioni e, con l’ulteriore vincolo, quelle bloccate saranno quasi 81 milioni. Le azioni che vengono sbloccate, invece, sono dei Comuni di Sestola (100 mila) e Montefiorino (50 mila).
“Modena non ha in programma la vendita di azioni –spiega il sindaco – ma ci sono Comuni che potrebbero valutare di farlo per sostenere gli investimenti o per altre esigenze, quindi, è giusto che il capoluogo ne blocchi alcune, mantenendo comunque un buon margine di azioni libere e garantendo che non cambia il peso del sistema Modena nel patto di sindacato”.
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