Ripristinare le cinque corse annullate del Frecciarossa con fermata a Modena. È la richiesta ribadita dal sindaco Gian Carlo Muzzarelli in una lettera inviata a inizio anno al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini e ai vertici di Trenitalia del gruppo Ferrovie dello Stato chiedendo anche la disponibilità a un incontro per “approfondire il tema degli investimenti per il potenziamento della mobilità ferroviaria per il territorio modenese”. Lo ha comunicato al Consiglio comunale lo stesso sindaco rispondendo, giovedì 18 gennaio, a un’interrogazione presentata da Stefano Manicardi del Pd sulla cancellazione dal 10 dicembre, in coincidenza con l’introduzione dell’orario invernale, delle fermate a Modena e Parma di cinque dei 18 collegamenti Frecciarossa operanti sulla direttrice Milano-Adriatica. Per quelle cinque corse, quindi, rimangono solo le fermate a Bologna e alla Mediopadana di Reggio Emilia.
Nella risposta alla prima lettera del sindaco inviata già in ottobre, non appena si era diffusa la notizia, Trenitalia aveva risposto che la scelta era caduta su quelle cinque corse perché “fuori dall’orario pendolare” e perché “scarsamente utilizzate da e per le località intermedie”. Inoltre, Trenitalia aggiungeva un passaggio per sottolineare la vicinanza e il collegamento della stazione Modena ai nodi di Alta Velocità “attraverso un fitto sistema regionale con tempi di percorrenza paragonabili ai treni Frecciarossa”.
“Ho ritenuto questa risposta non soddisfacente da un punto di vista politico – ha spiegato il sindaco Muzzarelli in Consiglio comunale - perché il punto vero è il riconoscimento da parte del livello nazionale di una necessità di Modena e del suo territorio che va in aumento dell’offerta di spostamenti ferroviari per le persone”. Il riferimento è al sistema economico locale, alle esigenze di universitari e turisti, tutte situazioni che, per il sindaco, che ha ricordato di essere intervenuto più volte su questo tema, “hanno bisogno di un consolidamento e di un aumento delle possibilità di spostamento su ferro, non certo di un taglio”.
Nella lettera di inizio anno al ministro Salvini e a Trenitalia il sindaco, prendendo atto con rammarico della risposta, ricorda che il taglio delle fermate “ha già creato disagi agli utenti in transito e anche ai lavoratori che non rientrano nelle più tradizionali fasce pendolari” e che il tema è reale e sentito, come dimostrano le tante rimostranze riportate dai mezzi d’informazione e recepite anche in interpellanze discusse nell'Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna.
Per Muzzarelli non è accettabile limitarsi a rispondere che Modena è "collegata direttamente" con i nodi dell'Alta Velocità di Bologna e Mediopadana quando, fin dall'inizio degli anni 2000, il nostro territorio aveva ottenuto dal Governo la promessa di un potenziamento del collegamento diretto tra la stazione di Modena e la nuova AV Mediopadana, proprio in coerenza con l'intero progetto dell'Alta Capacità ferroviaria nel nord Italia, direttrice Milano-Roma.
“Il Comune di Modena ha sempre ribadito questa posizione ai diversi esecutivi nazionali che si sono succeduti negli ultimi 15 anni – ha affermato il sindaco - e anche oggi ribadiamo con coerenza questo tema che è innanzitutto di ordine politico”.
Ad aprire il dibattito, dopo aver chiesto la trasformazione in interpellanza, è stata Barbara Moretti (Movimento 5 stelle) che ha ripercorso le modalità della nascita dell’alta velocità per Modena affermando che “tante scelte fatte in quel periodo, quando il sindaco era già in Regione, sono state sbagliate. Visto che per entrare a Modena – ha aggiunto – i treni dell’alta velocità devono fare una lunga deviazione, era chiaro fin dall’inizio che Modena sarebbe stata esclusa, a vantaggio di quella Reggio Emilia tanto cara a Prodi. Credo – ha concluso – che Modena debba ripartire dai progetti ancora da realizzare per recuperare l’enorme ritardo che ha accumulato”. Anche per Giovanni Bertoldi (Lega Modena) Modena “è vittima di scelte che negli anni hanno privilegiato Reggio Emilia e Bologna: era evidente che quelle fermate, se non oggi, sarebbero state soppresse tra poco. Le fermate eliminate non sono strategiche, però certamente si tratta di un impoverimento per i nostri cittadini o per chi vuole venire a Modena. Paghiamo scelte sbagliate – ha aggiunto – cerchiamo di limitare le conseguenze negative, per esempio incrementando i collegamenti con la stazione Mediopadana”.
In replica, il consigliere Manicardi ha rimarcato “la mancanza di risposte del governo alle lettere del sindaco che, giustamente, cerca di avere un rapporto diretto con chi deve prendere le decisioni. Spiace che, per l’ennesima volta, il ministro Salvini abbia rinunciato a dare una risposta. Non era inevitabile depotenziare la linea, la responsabilità non è delle scelte passate ma di chi ha preso la decisione oggi”.
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