Diversi consiglieri sono intervenuti nel dibattito sull’interrogazione di Vittorio Reggiani (Pd), che chiedeva di conoscere le ricadute della card solidale “Dedicata a te”, emessa dal Governo, sull’amministrazione comunale e sui cittadini di Modena.
Dopo la trasformazione in interpellanza richiesta da Andrea Giordani (Movimento 5 stelle), Barbara Moretti ha parlato di “beneficio complesso da comprendere”. La consigliera ha definito il contributo una “toppa minimale e parziale” del Governo, per aver tolto il reddito di cittadinanza. Moretti ha puntualizzato, infatti, che il beneficio esclude molte categorie fragili (single, coppie senza figli, anziani) e non risponde in maniera strutturale alla questione povertà: “Sarebbe più opportuno aprire a Modena un tavolo permanente su questo problema”. Giovanni Silingardi ha sottolineato la “contraddizione” del Governo “che elimina una misura forte a sostegno degli ultimi, come il reddito di cittadinanza, introducendo un contributo minimo, che addirittura stabilisce quali prodotti acquistare e quali no”. Il consigliere ha dunque affermato che il Governo risponde alla povertà con benefici selettivi e parziali, “ma la povertà è uno status universale, non esistono categorie: a tutti i poveri deve essere garantito un aiuto”.
Elisa Rossini (Fratelli d’Italia) ha dichiarato che “se il Governo non dispone di abbastanza risorse è perché sono state sprecate con il reddito di cittadinanza, che non ha prodotto occupazione”. La consigliera ha poi invitato a contestualizzare la card all’interno di azioni integrate presenti nella legge finanziaria: “È chiaro che la misura in sé non può risolvere il problema povertà”. Infine, Rossini ha puntualizzato che il Governo prevede di coinvolgere attivamente i Comuni in caso di card residuali: “Potrà essere utilizzato un elenco di nuclei familiari, anche unipersonali, in stato di bisogno, in base alle informazioni fornite proprio dai Servizi sociali locali”.
Paola Aime (Europa Verde-Verdi) ha parlato di una misura “quasi offensiva della dignità delle persone”. Constatando l’incapacità dei governi di affrontare adeguatamente il problema povertà, la consigliera ha precisato che “cifre così basse di contributi non rispondono ai bisogni reali, e non aiutano concretamente quei cittadini in difficoltà economica che preservano la propria integrità, rinunciando per esempio a lavorare in nero”.
Per Federica Venturelli (Pd) “la card è una misura iniqua, che stabilisce chi può meritare il contributo e chi no, non tenendo conto della conoscenza che i servizi comunali hanno del territorio ”. La consigliera ha poi evidenziato la “solitudine” degli enti locali, “lasciati soli a fronteggiare la povertà dei cittadini, aumentata anche della scelte di un Governo che toglie il reddito di cittadinanza, il fondo affitti e resta silente sull’istituzione del salario minimo”. Vittorio Reggiani ha parlato di una misura che lascia all’Amministrazione comunale una complessa e "frustrante" gestione attuativa, senza integrarsi, appunto, a manovre locali di sostegno: “Solidarietà ai dipendenti dei servizi comunali che non riescono a dare risposte ai cittadini”. Il consigliere, infine, ha voluto puntualizzare che “la lotta alla povertà non può essere solo un contributo economico ma un atto di cura”.
A conclusione del dibattito, l’assessora Pinelli ha ricordato che “rispetto alle scelte del Governo, il Comune adotta da tempo una prassi quotidiana di cura delle famiglie in difficoltà, con percorsi strutturati e spendendo ogni anno circa due milioni di euro di contributi economici”.
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