16/09/2023

“NO ALLE DISCRIMINAZIONI, MODENA SOSTIENE TUTTE LE FAMIGLIE”

Il Consiglio ha respinto la mozione di Bosi (Alternativa popolare) che invitava ad aderire al “Network nazionale Comuni amici della famiglia”: “Il progetto dà un sostegno parziale”

È stato respinto dal Consiglio comunale di Modena, riaffermando l’azione dell’Amministrazione volta a “sostenere la famiglia in ogni sua forma e non solo quelle considerate tradizionali, quindi contro possibili discriminazioni”, l’ordine del giorno proposto nella seduta di giovedì 14 settembre dal consigliere Alberto Bosi (Alternativa popolare) che invitava il Comune ad “attivare l’iter di adesione al Network nazionale dei Comuni amici della famiglia” e ad “avviare politiche di sviluppo locale e welfare generativo e quindi qualificare il territorio come ‘family friendly’”. La mozione, sottoscritta anche da Fratelli d’Italia, Lega Modena, Forza Italia e dalla consigliera Barbara Moretti del Movimento 5 stelle (nel gruppo Modena al centro al tempo della presentazione del documento), ha ottenuto anche il voto del M5s; contrari i gruppi di maggioranza (Pd, Sinistra per Modena, Modena civica ed Europa verde – Verdi), che hanno ricordato anche l’azione del Centro per le famiglie, la struttura di via del Gambero che offre servizi di sostegno e consulenza alle famiglie, anche in collaborazione con altri settori dell’amministrazione comunale e soggetti del territorio, e contribuisce alla coesione sociale e al superamento di povertà sociali, culturali e discriminazioni.

Presentando il documento in aula, il consigliere Bosi ha ricordato che il Network nazionale dei Comuni amici della famiglia è stato istituito nel 2017 dalla Provincia autonoma di Trento, in collaborazione con il Comune di Alghero e l’Associazione nazionale famiglie numerose. “Lo scopo del progetto – ha sottolineato – è di raggruppare e connettere amministrazioni comunali e organizzazioni che intendono promuovere, nei propri territori, politiche di sostegno al benessere delle famiglie, sia residenti che ospiti. La mozione precisa che l’ente locale aderente, per poter ottenere la certificazione di “Comune amico della famiglia”, oltre a formalizzarne la richiesta all’ente promotore, deve adottare un piano di azioni finalizzate al benessere familiare, sulla base dell’esperienza maturata dalla Provincia autonoma di Trento, che nel 2004 ha approvato un piano degli interventi in materia di Politiche familiari.

L’ordine del giorno, infine, specifica che, entro tre anni dal perfezionamento del processo di certificazione “family friendly”, è necessario procedere all’attivazione di uno sportello famiglie, da affidare in gestione anche dall’associazionismo familiare o da altri enti del Terzo settore. Lo sportello ha funzione informativa rispetto alle politiche esistenti, nonché di ricognizione e valutazione delle politiche familiari e di welfare generativo attuate a livello comunale, di cui si chiede, appunto, l’attivazione e lo sviluppo, anche in termini di innovazione sociale.

Nel dibattito, il gruppo Pd (per il quale sono intervenuti il capogruppo Antonio Carpentieri, Alberto Bignardi, Federica Di Padova, Diego Lenzini, Vittorio Reggiani e Federica Venturelli) ha motivato il voto contrario definendo “inaccettabile l’adesione a un documento divisivo e discriminante, che si rivolge esplicitamente a un tipo di famiglia, quella considerata tradizionale, unita in matrimonio, e che ne definisce a prescindere il numero di componenti, sei. In questa maniera, il Network agisce in maniera ideologica e soprattutto dà un sostegno solo parziale alle famiglie”. I consiglieri del Pd hanno sottolineato, quindi, che l’azione dell’Amministrazione “è rivolta a tutte le tipologie di famiglia” e hanno ricordato “le importanti politiche che vengono sviluppate attraverso il welfare locale, anche per favorire la denatalità nell’ambito di servizi per i cittadini da zero a 99 anni e che si adattano ai nuovi bisogni”.

Secondo Camilla Scarpa (Sinistra per Modena) il Network ha una visione “limitata della famiglia, genitoriale e con vincolo di matrimonio. Mentre il Comune di Modena riconosce una pluralità di soggetti famigliari e sottolinea, di conseguenza, la necessità di dare a tutte le famiglie diritti, servizi e possibilità”. La consigliera ha citato, infine, “i tagli a livello nazionale su politiche che riguardano proprio la famiglia”.

Il gruppo Europa verde – Verdi è “a favore dell’inclusione – ha affermato Paola Aime – e perciò voteremo contro a questa mozione, anche perché riconosciamo il ruolo del Comune a favore delle famiglie grazie alle politiche eque di welfare, di istruzione e più in generale per le persone, prima ancora che per i nuclei stessi”.

Enrica Manenti (M5s) ha fatto presente che il Centro per le famiglie, “a prescindere da un’eventuale adesione al Network”, dovrebbe avviare “maggiori collaborazioni con le associazioni del territorio, con lo scopo di sviluppare ulteriormente le politiche per le famiglie, anche valorizzando gli spunti di welfare generativo che, pur parcellizzati, sono presenti in città”.

Per Elisa Rossini (Fratelli d’Italia) il progetto “è un’iniziativa importante perché cerca di invertire la curva della denatalità, sostenendo la famiglia, nell’ottica di benefici che ricadrebbero in maniera positiva su tutta la comunità. Lo dimostrano anche gli spunti che arrivano da altri territori che hanno aderito al Network”. Votare in maniera contraria alla mozione “significa, quindi, respingere un necessario cambiamento culturale”.

Dopo aver ricordato che lo statuto dell’associazione alla base del progetto “fa riferimento alla Costituzione”, Giovanni Bertoldi (Lega Modena) ha precisato che il Network “coinvolge territori per 9 milioni di persone” e ha un obiettivo importante: “Favorire un cambio culturale per contrastare la denatalità, per continuare a dare un futuro all’Italia”.

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