Dal Centro pasti del Comune di Modena di via Malavolti escono circa 8.000 pasti al giorno, di cui 600 diete personalizzate, destinati agli alunni che frequentano i servizi educativi, le primarie e le secondarie di primo grado organizzati su un modello orario che include la fascia pomeridiana (tempo pieno), oltre agli utenti delle strutture territoriali per persone non autosufficienti.
Il nuovo Centro pasti sorgerà in strada Santa Caterina, su un lotto di terreno di proprietà del Comune dato in concessione onerosa, proprio accanto all’attuale che rimarrà in funzione fino alla realizzazione della nuova struttura.
Firmata la convenzione col Comune, la società Modena Food Service avrà quindi 40 giorni di tempo per presentare il progetto esecutivo che dovrà essere approvato entro tre mesi, per poi avviare il cantiere che dovrebbe concludersi in 16 mesi.
Il nuovo Centro pasti sarà realizzato in linea con le indicazioni previste dal Paesc del Comune di Modena che si pone l’obiettivo di ridurre le emissioni di Co2 da consumi finali di energia del 40 per cento entro il 2030.
Progettato per ottenere la certificazione Leed Silver (Leadership in Energy and Environmental Design) secondo i migliori standard di riferimento in termini di risparmio energetico, riduzione delle emissioni e benessere ambientale interno, sarà un edificio ad alta efficienza energetica, dotato di sistemi impiantistici che prevedono l’impiego di fonti energetiche rinnovabili. Tra questi, un campo fotovoltaico in grado di sopperire a circa il 65% del fabbisogno energetico annuo complessivo della struttura e, all’esterno sarà realizzato anche un impianto di laminazione e di recupero delle acque piovane.
Le attrezzature all’interno del nuovo centro di cottura saranno ad alta efficienza energetica e, ove possibile, dotate di tecnologia industria 4.0, connettibili ad un sistema generale di monitoraggio e gestione dell’intero centro per garantire controllo e gestione delle apparecchiature nel tempo. Rifiuti organici e oli esausti saranno conferiti a un impianto specializzato di digestione anaerobica, da cui si originano compost e biometano; l’olio vegetale esausto verrà destinato a un impianto di bioraffineria per la produzione di biodiesel che, in ottica di economia circolare, compenserà le emissioni dei mezzi utilizzati per il trasporto dei pasti verso le scuole.
Per quanto riguarda la proposta alimentare, le materie prime utilizzate per la preparazione delle pietanze arriveranno in buona parte dalla filiera agroalimentare locale, valorizzando prodotti a marchio Dop, Igp, Stg, mentre piani di educazione alimentare saranno rivolti a studenti, genitori e insegnanti. Con Last Minute Market si lavorerà sul versante del recupero degli sprechi alimentari, mentre saranno avviate collaborazioni con Libera Terra per la diffusione della cultura della legalità e del valore etico del cibo.
All’esterno dell’edificio sono previste ampie zone verdi, piantumate con specie autoctone che creeranno un “bosco didattico” disponibile per attività di educazione alimentare. La progettazione del verde non si limita, infatti, a potenziare le piantumazioni esistenti, ma introduce un elemento di novità: la realizzazione di un frutteto didattico che accanto alla funzione ambientale ha anche un ruolo culturale. Specie da frutto, tipiche del territorio (pero abate, melo campanino, prugno modenese, durone nero di Vignola, vitigno lambrusco Sorbara, Salamino e Grasparossa) saranno organizzate in piccole formazioni a filari. Il frutteto sarà a disposizione delle scolaresche per recuperare la conoscenza organolettica, culturale e sociale del patrimonio agroalimentare locale e, nel contempo, garantire la trasmissione di saperi e tecniche di coltivazione alle nuove generazioni.
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