07/07/2023

RIGENERAZIONE PROLATTE / 2 – IL DIBATTITO IN CONSIGLIO

Diversi gli interventi dopo la risposta all’interrogazione di Lega Modena

Il dibattito sulla rigenerazione dell’area Prolatte, dopo l’interrogazione di Lega Modena trasformata in interpellanza, è stato aperto da Barbara Moretti (Modena al centro) che ha sottolineato l’impatto che la moschea avrà in un quartiere “già stressato da insediamenti industriali e che avrebbe bisogno di una compensazione più forte in termini di aree verdi: ho sostenuto l’accordo con l’azienda, ma avevo chiesto di stralciare il centro islamico, il progetto non può essere una cambiale in bianco”. Moretti, dopo aver specificato di essere pluralista, ha chiesto comunque di congelare il trasferimento della moschea e di valutare altre collocazioni.

Per il Movimento 5 stelle il capogruppo Andrea Giordani si è dichiarato a favore di un luogo di culto per gli islamici (“va benissimo”), ma non in quel quartiere e in quel luogo dove la dotazione di parcheggi non è adeguata: “Pensate a quando i fedeli vengono a pregare in pausa pranzo”. Per Giordani non bisogna creare problemi a chi vive intorno alla moschea e anche Giovanni Silingardi ha affermato che deve essere individuata un’altra soluzione che risponda anche “a esigenze di dignità di chi professa una religione”. Per Silingardi nel quartiere serve ulteriore verde pubblico e la soluzione, anche per la collocazione del centro religioso, va individuata con un percorso partecipato, “ma se si presenta un programma già predefinito è informazione non partecipazione”.

Per Paola Aime (Europa Verde – Verdi) è scontata l’affermazione sulla libertà di culto, ma serve anche il rispetto e la tutela della salute dei cittadini: in quella zona, dove sono previste tante iniziative, serve più verde e “attenzione alla qualità dei progetti”.

Per il Pd Federica di Padova si è soffermata sui temi dell’integrazione, che passa anche attraverso l’attenzione per i luoghi di culto delle diverse comunità islamiche (“dove c’è ghettizzazione è più facile attecchisca il radicalismo”), mentre il capogruppo Antonio Carpentieri ha ribadito che il nuovo centro non avrà valenza provinciale e che serve un’altra collocazione rispetto a via delle Suore, per consentire l’ampliamento di Cpc: “Se nell’area Prolatte il problema è il verde lo si risolve, se è ideologico non si risolverà mai”. Per Vittorio Reggiani, infatti, certi argomenti rappresentano solo “una maschera dietro la quale si cela il fatto che non si vuole il centro islamico”. Se il problema fossero stati i parcheggi o il verde, ha spiegato, l’interrogazione si sarebbe occupata degli aspetti urbanistici e non del resto: “È un modo nemmeno tanto elegante della Lega per dire che non vuole i musulmani a Modena”.

Il tema lo ha ripreso anche Diego Lenzini dopo aver ricordato il percorso che ha portato alla proposta della Cpc: “Vogliamo mantenere sul territorio aziende d’eccellenza e attrarre quelle che danno lavoro di qualità, lo spostamento della moschea nasce da lì, per realizzare nell’area Prolatte il centro islamico di prossimità che ora è in via delle Suore: il luogo proposto risponde ai requisiti, se ci sono alternative verranno valutate. Al momento c’è una proposta in elaborazione con la proprietà che posi sarà discussa con la città”. Lenzini ha riconosciuto che il rione ha un problema di verde: “E infatti stiamo lavorando per realizzarne 100 mila metri quadrati in più, portando da 17 a 24 i metri quadri per cittadino. Forse non è abbastanza, ma non è poco”.

Il capogruppo di Lega Modena Giovanni Bertoldi, che si è dichiarato non soddisfatto della risposta, ha affermato di non voler fare nessuna Crociata (“nessuno ha pregiudizi contro i musulmani o le diverse comunità islamiche”) e che va bene l’ampliamento di Cpc e la rigenerazione, ma qual è il beneficio pubblico del nuovo centro islamico? Nell’area della Prolatte per Bertoldi dovrebbe essere realizzato un parco per collegarlo a quello dedicato alle Vittime di Utoya: “In quell’area si sta costruendo tanto e serve più verde pubblico. Per la moschea si può individuare un’altra area: ma non una grande moschea, meglio più piccoli centri, meno impattanti e più rispondenti alle differenze del mondo islamico”. Bertoldi ha ricordato anche che manca ancora un’intesa con la Stato italiano, come esiste per la Chiesa cattolica e per altre confessioni religiose.

“Questo progetto non è nato bene – ha concluso Bertoldi – e la maggioranza cerca di buttarla sull’ideologico, ma non è così. Per il mondo islamico si può trovare una soluzione senza pensare a una moschea di dimensione provinciale, perché questa non è sicuramente una moschea di prossimità”.

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