Riusciamo a immaginare come sarebbe vivere senza avere in casa il frigorifero? Probabilmente no, talmente radicale è stato il cambiamento che ha causato nel nostro stile di vita da quando è arrivato. Del frigorifero come oggetto rivoluzionario si parla nell’incontro “L’invenzione del frigorifero e la rivoluzione dell’alimentazione” in programma venerdì 21 luglio, alle 21, ai Giardini ducali a ingresso libero. A raccontare l’epopea del frigorifero domestico, iniziata negli Stati Uniti nel primo decennio del secolo scorso, sarà Alberto Grandi, storico dell’economia il cui principale ambito di ricerca è la storia dell’alimentazione, in dialogo con la giornalista ed esperta di enogastronomia Michela Iorio.
L’appuntamento, che entra nel calendario dell’Estate modenese promossa dal Comune di Modena e in particolare di “I Giardini d’estate. Di sera con Hera”, fa parte del ciclo di incontri sugli oggetti rivoluzionari nell’ambito del progetto “Rivoluzioni. Trasformazioni sociali e politiche nella storia e nella cultura moderna e contemporanea” per raccontare la storia del Novecento e le sue trasformazioni a partire dalla cultura materiale.
Il progresso tecnologico che ha consentito l’ingresso del frigorifero nelle case ha accompagnato una rivoluzione nei consumi: la spesa cessa di essere un impegno quotidiano e l’intera struttura commerciale cambia di conseguenza, con la diffusione dei supermercati e il crescente successo dei surgelati. Collocato dalla Royal Society di Londra, in una classifica del 2012, al primo posto tra le venti invenzioni più importanti nella storia dell’alimentazione, il frigorifero può essere considerato il “re” degli elettrodomestici: “Probabilmente nessun altro oggetto che abbiamo in casa ha avuto lo stesso impatto sulle nostre vite e sull’intera economia”, spiega Alberto Grandi.
L’incontro, che si snoderà tra immagini e parole, sarà disponibile anche sul sito del progetto Rivoluzioni (https://rivoluzioni.modena900.it/).
Il progetto “Rivoluzioni” è promosso da Fondazione Collegio San Carlo, Istituto Storico e Centro documentazione donna, nell'ambito della collaborazione con il Comitato per la storia e le memorie del Novecento del Comune di Modena, grazie al sostegno della Fondazione di Modena.
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