10/06/2023

FIERA DI MODENA / 2 – IL DIBATTITO IN CONSIGLIO COMUNALE

Gli interventi dei consiglieri dopo la presentazione della delibera da parte del sindaco Muzzarelli

Sono diversi i consiglieri comunali intervenuti nel dibattito che ha fatto seguito alla presentazione della delibera, illustrata in aula dal sindaco Gian Carlo Muzzarelli, incentrata sul protocollo d’intesa tra Comune, Provincia, Camera di commercio e Bologna Fiere per il sostegno a Modena Fiere.

Aprendo gli interventi per Lega Modena, il capogruppo Giovanni Bertoldi ha ricordato che “i problemi della Fiera risalgono a prima dell’emergenza sanitaria: il Covid ha peggiorato una situazione difficile, ma se le condizioni fossero stati migliori si sarebbe potuto superare le criticità”. Per esempio, secondo Bertoldi, si sarebbe potuto lavorare “sui congressi, rendendo Modena un polo per accogliere questo tipo di appuntamenti così come lo è Bologna”. Secondo il consigliere, comunque, alla luce del protocollo, “dovrebbe essere Bologna Fiere ora a farsi carico degli investimenti sulla struttura” e non il Comune e la collettività. Per Stefano Prampolini “nonostante Modena abbia un ricchissimo comprensorio di imprese non si è riusciti, soprattutto negli ultimi anni, a confermare il ruolo e il valore della Fiera di Modena”. E il consigliere ha espresso “dispiacere” per “la possibile fine della storia di un polo fieristico che ha 150 anni alle spalle”. Il timore è che, vista la centralità di Bologna Fiere, a Modena “vengano destinati solo eventi minori”.

Anche Elisa Rossini, annunciando il voto contrario di Fratelli d’Italia, ha fatto presente che “la situazione attuale è figlia di un quadriennio di perdite che iniziano nel 2018: forse qualcosa di meglio di poteva fare, con la possibilità di affrontare la fase della pandemia con maggiore solidità”. Nel merito della convenzione, “un’evidente conseguenza di questa gestione”, il protocollo “contiene impegni molto poco vincolanti – ha aggiunto la consigliera – e perciò risulta un documento debole”.

Per Giovanni Silingardi (M5s) “è necessaria una seria riflessione sul futuro del polo fieristico”. L’attuale situazione, infatti, ha un pregresso “nelle scelte di piani industriali che anche in epoca pre Covid hanno determinato bilanci negativi". Il consigliere, pur sottolineando la crisi del sistema a livello nazionale, ha tuttavia ricordato l’esempio virtuoso di Parma Fiere “capace di chiudere il 2022 con un utile di 4,5 milioni”. Il problema, quindi, è che “Modena Fiere è schiacciata tra Bologna e Parma, città, quest’ultima, legata alla valorizzazione dell’enogastronomia e del territorio: elemento che avrebbe potuto essere valorizzato da noi”.

Per il Pd, Antonio Carpentieri ha sottolineato che la votazione del documento da parte del Consiglio rappresenta un’assunzione di responsabilità: “Non possiamo rassegnarci di fronte a questa situazione – ha rilevato – né possiamo rinunciare a ogni possibile utilizzo futuro del quartiere fieristico di proprietà comunale. Aderendo al protocollo, quindi, non si agisce solo a favore della Fiera di Modena ma si ribadisce la centralità del polo per le imprese e per la collettività”. Anche per Stefano Manicardi il quartiere fieristico “rappresenta un valore della città e del sistema economico locale”. Il protocollo, dunque, permette a Modena Fiere “di stare al passo con i tempi sul fronte di questo tipo di manifestazioni, confermando la possibilità che nuovi eventi arrivino in città”. Il rilancio del polo fieristico, inoltre, potrà costituire l’occasione “per favorirne una maggiore integrazione nel tessuto urbano e per migliorare la viabilità dell’area, già normalmente congestionata”.

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