Intensificare il monitoraggio della qualità delle acque sotterranee nel territorio modenese e aumentare i controlli sugli sversamenti dei liquami. Sono le due principali richieste che il Consiglio comunale rivolge ad Arpae, l’Agenzia regionale per la protezione ambientale, approvando l’ordine del giorno sul monitoraggio dei pozzi d’acqua nella zona di Marzaglia, “vulnerabile ai nitrati”, presentato da Enrica Manenti per il Movimento 5 stelle nella seduta di giovedì 15 giugno. Il documento ha ottenuto il voto a favore anche di Partito democratico, Europa Verde-Verdi, Modena Civica, Sinistra per Modena, Gruppo Indipendente per Modena, Movimento 5 stelle, Modena al Centro; astenuti Forza Italia, Lega Modena e Fratelli d’Italia. L’ordine del giorno, inoltre, chiede all’Amministrazione, in sintonia con gli impegni per la riduzione della CO2 già presenti nel Pug, di attuare ogni azione per ridurre l’emissione in atmosfera di sostanze climalteranti come l’ammoniaca e di realizzare politiche di contrasto all’inquinamento delle acque sotterranee.
Nelle premesse, il documento rileva che l’area di Marzaglia, “particolarmente importante per l’agricoltura sostenibile e per il rifornimento idrico dell’acquedotto di Modena”, è zona vulnerabile ai nitrati la cui presenza nelle acque è causata prevalentemente dall’attività agricola e in particolare dai fertilizzanti e dagli sversamenti dei liquami. Nel documento, inoltre, si fa riferimento anche ai pozzi privati che non sono collegati all'acquedotto comunale e dai quali non può essere pescata acqua per uso potabile ma solo per usi diversi come l'irrigazione. Da recenti analisi su 15 di questi pozzi privati, infatti, in 12 sarebbe stata indicata una quantità di nitrati nell’acqua superiore al limite di legge che è di 50 milligrammi per litro.
L’ordine del giorno ricorda, comunque, che Arpae effettua due controlli all’anno sulle acque di falda, uno in primavera e uno in autunno, e che, in base agli ultimi dati disponibili, il livello dei nitrati riscontrato nei pozzi in area pubblica controllati è di circa 26 milligrammi per litro “quindi abbondantemente al di sotto dei limiti di legge”. Chiede però, appunto, di aumentare il numero dei controlli effettuati ogni anno, “almeno uno a stagione”, e di ampliarne il raggio comprendendo anche i pozzi “che segnalano anomalie”.
Aprendo il dibattito per il Pd, Antonio Carpentieri ha affermato che “l’acqua dell’acquedotto di Modena è potabile e assolutamente rispettosa dei parametri dei nitrati, poiché controllata dagli enti preposti”. Il capogruppo ha quindi puntualizzato che “la vulnerabilità ai nitrati è un fenomeno circoscritto a pozzi privati tra Marzaglia e Corletto, comunque da monitorare”. Carpentieri ha infatti argomentato che “sarebbe opportuno che Arpae si interessasse: è una richiesta politica eccezionale perché l’ente non dovrebbe occuparsi di pozzi privati”. Per Stefano Manicardi “è necessario non fare allarmismo: i dati critici si riferiscono infatti a pozzi privati e non ai rubinetti dell’acquedotto di Modena”. Anche il consigliere ha puntualizzato che “è una situazione comunque da monitorare, implementando i controlli nelle aree critiche e favorendo una rete che metta insieme le esigenze produttive con quelle dell’abitare”. Diego Lenzini ha ribadito che “deve essere chiaro a tutti che l’acqua di Modena è di assoluta qualità, poiché monitorata sistematicamente da Ausl, Arpae ed Hera: si tratta infatti di acqua presa molto più in profondità di quella dei pozzi privati”. Lenzini ha poi affermato la necessità anche di una svolta culturale in chi opera nel settore agricolo: “I nostri terreni sono oggettivamente sovraccaricati dalle attività, che dovrebbero invece rientrare in determinati perimetri per preservare salute e ambiente. Occorre dunque anche promuovere, attraverso un lavoro di comunicazione, l’importanza di sversare i liquami nelle apposite aree”.
Paola Aime (Europa Verde-Verdi) ha specificato che “la legge sancisce che salute e ambiente devono essere tutelati”. La consigliera ha evidenziato come “aree di allevamento intensive tra Comuni spesso limitrofi possono determinare un danno ambientale: occorre quindi ridurre i capi allevati e intensificare i controlli nelle aree più esposte a rischi, come a Marzaglia e Cognento, da dove attingiamo gran parte della nostra acqua”.
Per Barbara Moretti (Modena al Centro) “su temi come la qualità dell’acqua occorre garantire massima attenzione. Già in passato, da diversi rapporti Arpae emergeva l’esposizione del sistema idrografico modenese a fenomeni di degrado e inquinamento ambientale”. Per Moretti, quindi, “l’odg solleva la necessità di monitorare eventuali sversamenti di liquami, verificando la loro origine e mettendo in rete le persone che vivono in queste zone, che da anni segnalano episodi critici”.
“Sappiamo che l’acqua di Modena è sicura e i parametri dei nitrati rientrano nei limiti di legge”, ha puntualizzato Enrica Manenti (Movimento 5 stelle). La consigliera ha poi specificato che “occorre però monitorare i pozzi privati la cui acqua presenta anomalie, poiché sono collocati vicino ai pozzi che riforniscono l’acquedotto di Modena”. La consigliera ha aggiunto che “i dati ricavati dalle analisi dei privati ci inquietano: sappiamo infatti che tra i pozzi non ci sono dei confini netti e che la ghiaia che caratterizza il nostro territorio può favorire la contaminazione”. Manenti ha quindi affermato che “l’approccio corretto è quello di estendere i controlli di Arpae anche a questi pozzi privati”.
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