Aprendo il dibattito per il Pd, Antonio Carpentieri ha espresso “perplessità” sulla mozione di Fratelli d’Italia “visto che il Governo finora ha fatto ben poco per l’istruzione, con investimenti ridotti al minimo e, anzi, con un taglio dei fondi per la fascia 0-6 anni”. Nel frattempo, “Comuni come Modena stanziano risorse importanti, sette milioni di euro, per l’attività delle figure educative che si occupano dei bambini con disabilità”.
Anche Camilla Scarpa (Sinistra per Modena) si è detta “contraria alla regionalizzazione del sistema scolastico”. Occorre una “inversione di tendenza favorendo investimenti per le strutture e l’organico e sollecitando una riforma didattica”. Le scelte politiche a livello nazionale, infatti, “sono state caratterizzate da tagli che hanno impoverito il settore”.
Per Elisa Rossini (Fratelli d’Italia) la mozione dei gruppi di maggioranza “è finalizzata non alla critica politica bensì a screditare l’operato dell’avversario politico. Non mi risulta – ha detto – che il Governo non abbia la volontà politica di intervenire sull’istruzione: anzi, sono in programma politiche di respiro pluriennali dedicate al settore”. La consigliera ha ricordato, poi, “il ruolo dei gruppi di centro-sinistra nei tagli all’istruzione, a livello nazionale, nell’ultimo decennio”.
Con riferimento all’azione del Governo, Giovanni Silingardi (Movimento 5 stelle) ha definito “singolare che la scuola pubblica sia privata di fondi da chi fa del contrasto alla denatalità un valore e una scelta politica”. Quindi l’Esecutivo, “riducendo gli investimenti sull’istruzione pubblica e aumentando contestualmente i fondi per scuole paritarie, esprime una visione politica, che, pur legittima, noi non condividiamo”.
Dopo aver ricordato “la funzione pubblica” delle scuole paritarie, Giovanni Bertoldi (Lega Modena) ha sottolineato l’azione del Governo volta “a elevare il livello della preparazione culturale degli studenti italiani” e il valore “dei progetti indirizzati alle famiglie che hanno bambini con difficoltà di apprendimento”. Il consigliere, infine, ha definito “grave” il fatto che l’Ufficio scolastico provinciale e il Comune “non dispongano dei dati sulla dispersione scolastica, anche per indirizzare i fondi stanziati per contrastare il fenomeno degli abbandoni”.
Nel dibattito è intervenuta anche l’assessora all’Istruzione Grazia Baracchi. “Le assunzioni di personale annunciate di recente dal Governo – ha affermato – scaturiscono in realtà dalla Legge di Bilancio 2020, mentre l’Esecutivo è in ritardo sull’applicazione di uno degli obiettivi del Pnrr, cioè i percorsi universitari di formazione iniziale”. L’assessora ha ricordato, poi, il ruolo del Comune nel contrasto alla dispersione scolastica, tema che coinvolge più soggetti sul territorio, attivi in ‘rete’: “Come Amministrazione abbiamo messo in campo diversi progetti per prevenire questo fenomeno, ma anche investimenti con personale educativo aggiuntivo per accompagnare i ragazzi più esposti a rischi”.
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