15/05/2023

PROCREAZIONE ASSISTITA / 2 – IL DIBATTITO IN CONSIGLIO

Gli interventi dei consiglieri prima dell’approvazione della mozione: dalle cause dell'infertilità all'esigenza di più informazione

Sono intervenuti diversi consiglieri sull’ordine del giorno sui temi della fertilità e della natalità, presentato dal Partito democratico e approvato dal Consiglio comunale di Modena nella seduta di giovedì 11 maggio.

Aprendo il dibattito per Sinistra per Modena, Federico Trianni ha spiegato che “l’inquinamento atmosferico e alimentare è tra le cause dell’infertilità maschile” e ha auspicato che, per contrastare la denatalità, il sostegno economico alle coppie che procreano venga “erogato non in maniera indipendente dal reddito”, ma che venga modulato “in base alla volontà e alle necessità dei nuclei”.

Anche Paola Aime (Europa verde – Verdi) ha messo l’accento sul collegamento, “dimostrato da vari studi, tra inquinamento ambientale e infertilità maschile. Non deve passare il messaggio – ha affermato – secondo cui sarebbe meglio non procreare in ambienti così inquinati’: l’obiettivo della società deve essere quello di continuare a favorire la natalità e che le condizioni ambientali e sanitarie siano le migliori possibili”.

Per il Pd, Alberto Bignardi ha invitato l’aula “a rispettare maggiormente tutte le scelte delle coppie, evitando di colpevolizzare chi decide di non procreare entro un’età prestabilita perché, prima di procreare, prende altre decisioni assolutamente personali. Tutte le scelte sono legittime e sono naturali”. Rilevando che aumenta il numero di coppie che ha necessità di rivolgersi a centri specializzati di procreazione medicalmente assistita, Tommaso Fasano ha richiamato “gli investimenti previsti a Modena per realizzare una struttura che possa aiutare un numero sempre crescente di coppie. È importante che percorsi e sostegni di questo tipo rimangano pubblici, nell’ottica della salute complessiva della società”. Vincenza Carriero ha sottolineato “il carattere sanitario, e non ideologico, della mozione. Al di là di quando la coppia decide di avere un figlio, è importante fare informazione affinché le nuove generazioni siano consapevoli sui temi dell’infertilità e della procreazione medicalmente assistita, riducendo i pregiudizi sul tema e favorendo, perciò, la natalità”. In una società evoluta “vorrei che si parlasse di genitorialità consapevole – ha dichiarato Federica Di Padova – e non si ideologizzasse l’infertilità”. Secondo la consigliera esiste, invece, “da una parte della società, un problema culturale di colpevolizzazione dell’incapacità femminile di procreare entro una certa età, dimenticando però che l’infertilità può essere anche una questione maschile”. Antonio Carpentieri ha invitato l’aula “ad attenersi ai contenuti della mozione, che si basa sulla salute con dati scientifici e non ha alcun riferimento ideologico. In Italia esiste un problema di denatalità e il documento si limita, quindi, a sollecitare percorsi di sensibilizzazione per favorire le nascite, tema su cui l’intera Assemblea dovrebbe essere d’accordo”.

Per il Movimento 5 stelle, Enrica Manenti, sottolineando “l’estensione del fenomeno” delle difficoltà a procreare, ha auspicato che la mozione “rappresenti il primo passo” verso una maggiore assistenza da parte del sistema sanitario pubblico. “Le ricadute positive – ha aggiunto – sarebbero in termini di benessere collettivo, anche in termini etici e sociali”.

Elisa Rossini (Fratelli d’Italia) ha preso le distanze “dall’impostazione valoriale della mozione: serve un cambio culturale, non limitato agli investimenti economici, che porti soprattutto le giovani donne a innamorarsi della maternità e a viverla come un limite rispetto alla possibilità di fare altre esperienze. L’infertilità, oltre a essere una patologia, deriva anche da scelte che, pur legittime, devono però essere consapevoli di ciò che si lascia se non si sceglie la gravidanza quando si è biologicamente ancora fertili”.

Giovanni Bertoldi (Lega Modena) ha messo l’accento sull’importanza “di dare un’informazione esatta alle coppie sui rischi che aumentano quando si sceglie di avere figli tardi. In Italia si procrea tardi, privilegiando la carriera, bisognerebbe invertire la tendenza”. Il consigliere ha anche auspicato che il reparto di Ostetricia dell’Azienda ospedaliero – universitaria di Modena “operi nel migliore dei modi per supportare le mamme, situazione che troppo spesso non si è verificata”.

 

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