Chiedere al Governo più risorse per il settore istruzione, in modo da potenziarne l'offerta, gli organici e gli edifici. Contestualmente, proseguire a livello territoriale gli investimenti degli ultimi anni, con l’obiettivo di ampliare l’offerta dei servizi educativi e la loro accessibilità, soprattutto a famiglie con basso reddito. Sono le principali richieste del Consiglio comunale di Modena che ha approvato, giovedì 4 maggio, l’ordine del giorno sul potenziamento del sistema scolastico da raggiungere anche attraverso un maggiore sostegno all'azione di pianificazione degli Enti locali, in relazione ai nuovi bisogni emersi nei territori. Il documento, presentato da Federica Di Padova del Partito democratico, e sottoscritto da Modena Civica, ha ottenuto il voto a favore anche di Europa Verde-Verdi, Sinistra per Modena e Movimento 5 stelle; contrari Lega Modena, Alternativa Popolare e Fratelli d’Italia, mentre si è astenuto il gruppo di Modena Sociale.
Nella stessa seduta, l’Assemblea ha respinto un altro ordine del giorno sul tema presentato da Fratelli d’Italia che, chiarendo le recenti scelte del Governo in materia di istruzione, proponeva soprattutto di verificare i dati relativi agli abbandoni scolastici per esaminare e affrontare l’impatto del fenomeno nel territorio di Modena. La mozione ha avuto il voto contrario di Partito democratico, Europa Verde-Verdi, Modena Civica, Sinistra per Modena e Movimento 5 stelle; a favore Lega Modena e Alternativa Popolare, mentre si è astenuto il gruppo di Modena Sociale.
Esponendo l’ordine del giorno del Pd, Federica Di Padova ha parlato di un esecutivo “disinteressato” alle problematiche del settore scuola, con politiche contraddittorie che inseriscono il concetto di merito ma tagliano i fondi. Il riferimento, chiarisce il documento, è soprattutto alla riduzione del Fondo nazionale per il sistema integrato di educazione e di istruzione, inserito nella legge di bilancio 2023: una manovra che prevede tagli per 5 milioni di euro nel 2023, fino a un massimo di 20 milioni nel 2025. La stessa legge, puntualizza l’atto, applica di fatto anche una riduzione delle sedi scolastiche e il dimezzamento dei dirigenti scolastici e dei direttori dei servizi generali e amministrativi.
In quest’ambito, la mozione riporta pure le recenti dichiarazioni del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara sull’ipotesi di destinare stipendi diversi agli insegnanti a seconda del potere di acquisto nelle regioni in cui prestano servizio: “È un’emergenza da affrontare – ha affermato Di Padova – partendo però non dalle differenze dei costi sostenuti bensì dal fatto che le retribuzioni sono tra le più basse dell’Unione europea”.
Il documento sottolinea quindi gli investimenti degli ultimi anni del Comune e della Provincia di Modena nella programmazione edilizia, soprattutto per le scuole secondarie di secondo grado. È il caso del progetto di restauro della sede storica del Liceo Sigonio e del recente bando di gara per la realizzazione della nuova palazzina scolastica di Modena, da realizzare nel polo scolastico di via Galilei. “La tendenza – ha spiegato Di Padova – è che gli Enti locali, in assenza di un adeguato supporto del Governo, provvedano da soli a fronteggiare le esigenze e le problematiche particolari dei territori”. In quest’ambito, l’atto rileva che a Modena gli esuberi di iscrizioni in diverse scuole rendono necessari provvedimenti sul potenziamento degli organici e degli edifici scolastici. “L’assenza di fondi centrali e l’ipotesi che l’istruzione rientri tra le materie trasferite dallo Stato alle Regioni – ha puntualizzato la consigliera – rischia di regionalizzare la scuola che invece deve continuare a essere una questione nazionale e pubblica, scongiurando ulteriori divari tra nord e sud”.
L’ordine del giorno chiede dunque al Governo di intervenire per rafforzare il diritto all’istruzione, affinché la scuola possa essere luogo di inclusività, con particolare attenzione agli alunni più svantaggiati. Per questo obiettivo, è necessario destinare fondi ai Comuni per potenziare gli organici degli istituti e gli edifici scolastici in conformità agli standard europei. In particolare, il documento suggerisce di raggiungere questo scopo anche reinvestendo le eventuali risorse liberate dalla riduzione della spesa per l’istruzione, conseguente al calo demografico della popolazione.
L’atto invita inoltre l’Amministrazione a persistere nella ricerca di contributi in grado di implementare il sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita ai sei anni, prevedendo la progressiva gratuità dei servizi educativi 0-3 anni a favore dei nuclei familiari a basso Isee. Contestualmente, è richiesto di promuovere azioni in collaborazione con scuole, servizi del territorio e associazioni, per attuare pienamente il progetto “Futura – La scuola per l’Italia di domani”, previsto dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).
Illustrando l’ordine del giorno (respinto) sullo stesso tema, Elisa Rossini (FdI) ha specificato che la legge di bilancio 2023 attua una modifica legislativa che consente di garantire l’assegnazione stabile di dirigenti e direttori, affidando alle Regioni il compito di adeguarne il numero in base all’esigenze del territorio: “Si tratta di andare nella direzione di un miglioramento dell’efficienza amministrativa – ha puntualizzato Rossini – e di garantire una migliore gestione delle istituzioni scolastiche”. La consigliera, auspicando una piena valorizzazione del sistema scolastico, che includa un adeguamento delle risorse e delle retribuzioni dei docenti, ha chiesto anche di verificare i dati relativi agli abbandoni scolastici nel territorio di Modena: “È importante che l’ufficio scolastico competente e l’Ente abbiano chiari i dati del fenomeno per fronteggiarlo e prevenirlo”.
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