“Modena guarda al futuro e continua a garantire servizi moderni, nel rispetto della sostenibilità economica e ambientale. È una città che offre opportunità ed esprime attrattività”. Lo ha affermato il sindaco Gian Carlo Muzzarelli intervenendo, nella seduta di giovedì 16 marzo, nel dibattito che ha preceduto l’approvazione delle due delibere relative all’ex fonderia Corni. Ricordando anche il recupero dell’ex caserma dei carabinieri Sant’Eufemia, destinata a diventare una residenza per studenti universitari, il sindaco ha spiegato che “con questo nuovo intervento di rigenerazione nell’area nord puntiamo a dare un’altra risposta alle esigenze abitative della città per ampliare ulteriormente l’offerta di alloggi per ‘fuori sede’. Insieme a Unimore e attraverso fondi Pnrr, inoltre, verranno riqualificati i due edifici storici Bonacorsa e San Barnaba”. Modena sempre più città universitaria, quindi, grazie pure al progetto di rinnovo che riguarda alcune aree di via Campi dove potranno essere realizzati “nuovi spazi per residenze e servizi pensati per gli studenti e non solo”, ha concluso Muzzarelli.
Il dibattito in aula è stato aperto per Lega Modena da Barbara Moretti. “È un bene – ha affermato – che ci siano soggetti privati pronti a investire a fronte di progetti di rigenerazione urbana rimasti fermi per molto tempo come quello delle ex Corni, e, quindi, poco attrattivi”. La consigliera ha specificato che occorre dare maggiore ascolto e garanzie ai residenti rispetto agli edifici che nasceranno: “L’auspicio è che non diventino fonte di degrado”. Moretti ha poi concluso condividendo la preoccupazione per “la grande quantità d’acqua” affiorata nelle scorse settimane: “Spero non causi il ritardo della costruzione del parcheggio seminterrato”. Stefano Prampolini ha osservato che “Modena avrebbe bisogno di campus universitari, come più volte abbiamo proposto”. Per il consigliere c’era poi poca chiarezza negli atti delle delibere in discussione: “Ci sono poche informazioni sui soggetti privati coinvolti”. Per Giovanni Bertoldi la proposta “dà una risposta disordinata: mette insieme categorie sociali differenti e con esigenze diverse come studenti e lavoratori”. Il capogruppo ha ribadito la necessità di favorire la costruzione di campus: “Consentono di concentrare i giovani in luoghi di studio e vita, riducendo i problemi della mobilità, poiché gli spostamenti sono ridotti. Non è un caso che a livello internazionale sia la soluzione maggiormente adottata”.
Elisa Rossini (Fratelli d’Italia) ha detto di “temere che si possa trattare dell’ennesima opera incompiuta”. Entrando nel dettaglio, per la consigliera la risposta che la struttura potrà dare agli universitari “è limitata – ha rilevato – perché non è riservata agli studenti in maniera esclusiva ma è aperta anche ai lavoratori”. Quindi, al di là “degli annunci dell’Amministrazione, che su questa residenza ha una visione quasi bucolica, nella realtà la commistione ci convince poco”.
Per il Movimento 5 stelle, Giovanni Silingardi ha escluso che l’ex Corni possa rispondere in maniera compiuta alle esigenze degli studenti fuori sede “che, ricordo, sono 9mila, mentre in questa struttura i posti a prezzo calmierato riservati a universitari o lavoratori sono poco più di una trentina”. Secondo il consigliere, inoltre, mancano anche interventi specifici “per potenziare i percorsi del trasporto pubblico locale e per favorire la mobilità sostenibile. Quindi gli studenti saranno obbligati a muoversi in auto, di sicuro non con modalità alternative”. Per Andrea Giordani sarebbe stato opportuno ampliare la disponibilità di posti letto “magari fino a 500 anziché a ‘soli’ 365”, destinando a residenza temporanea tutti gli spazi di entrambe le palazzine del complesso. Nelle vicinanze della struttura, infatti, “non mancano esercizi commerciali, locali pubblici e supermercati”. Auspicando maggiore attenzione verso il verde, il consigliere ha espresso pure perplessità “sulla scelta di realizzare centinaia di parcheggi a raso, piuttosto che orientarsi verso un posteggio multipiano”.
Per il Pd, Stefano Manicardi ha osservato che la delibera “permette di dare una risposta alla domanda di alloggi degli universitari fuori sede che scelgono Modena, come sottolineato anche dalle associazioni studentesche. E c’è un valore aggiunto rappresentato dalla vicinanza alla stazione dei treni”. Il progetto rende “più attrattiva la città – ha rilevato – e si inserisce all’interno delle politiche di ‘Modena città universitaria’”. Precisando che in città “il prezzo per un posto letto può arrivare fino a 500 euro”, Alberto Bignardi ha fatto che presente che obiettivo dell’Amministrazione comunale è creare “luoghi in cui luoghi dove i prezzi siano accettabili e i servizi dignitosi, con grande attenzione alla gestione per supportare i bisogni dei cittadini e anche dei residenti”. Inoltre, alla luce dell’aumento dei costi che interessano il mercato immobiliare, “è di fondamentale importanza – ha ribadito – fornire alla comunità strumenti che calmierino il mercato, tra cui questo tipo di residenze condivise”. Per Diego Lenzini il progetto “costituisce un tassello della visione di città che si trasforma attraverso la rigenerazione grazie anche a importanti investimenti pubblici”. Nell’area nord di Modena, infatti, sono interessati dal rinnovo “un milione di metri quadrati dislocati tra spazi pubblici e privati”, ha detto: “Spazi che rinascono secondo la logica della città della prossimità, con una rete di luoghi da raggiungere entro 500 metri con spostamenti sostenibili”. La convivenza tra studenti e lavoratori “non solo è fattibile ma rappresenta anche un valore aggiunto” ha rilevato il capogruppo Antonio Carpentieri. Alla luce “dell’assenza di fondi pubblici”, il progetto del Comune “sollecita investimenti privati e dà una risposta concreta a un’esigenza, quella di posti letto per gli studenti, attraverso la riqualificazione, la rigenerazione e la creazione di spazi verdi. Questo, tra l’altro, in un’area che solo fino a pochi anni fa era industriale”.
Secondo Paola Aime (Europa verde – Verdi) Modena “avrebbe bisogno di alloggi all’interno di progetti ispirati ai principi dell’equità e di valore sociale e il piano dell’ex Corni non ha del tutto queste caratteristiche. Si tratta, insomma, di un’offerta adeguata alle esigenze di chi può permetterselo, inoltre non c’è garanzia sul numero di studenti che potranno effettivamente accedere”. Sottolineando il valore “delle scelte di sostenibilità” alla base del progetto, la consigliera ha comunque specificato “che sono previsti troppi parcheggi per le auto, ben più di quelli per le biciclette”.
Replicando, l’assessora all’Urbanistica Anna Maria Vandelli ha precisato che “non tutti i progetti possono essere di Edilizia residenziale sociale. Senza bandi o contributi pubblici – ha continuato – si tratta di progetti privati che agiscono nel libero mercato. L’urbanistica opera anche in questo campo, governando le relazioni tra il costruito e lo spazio pubblico. Nel caso specifico – ha concluso – siamo di fronte a una struttura a libero mercato dove, oltre a concordare una serie di opere pubbliche legate alle urbanizzazioni, abbiamo inserito una quota di alloggi riservata al Comune (il 10 per cento) a prezzo agevolato”.
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