“Oltre 1.062 posti nelle Cra, tra privati e accreditati, a segnalare l’attenzione dell’Amministrazione verso i nostri anziani; ma non solo. Grazie a progetti finanziati dal Pnrr, dedicati ai caregiver e a ulteriori servizi di assistenza domiciliare, riusciremo a potenziare il sostegno a quei fragili che per condizione, anche familiare, non riescono ad accedere alle strutture”. Sono le parole dell’assessora alle Politiche sociali Roberta Pinelli, intervenuta nel dibattito sulla realizzazione di una nuova Cra alla Madonnina. Pinelli ha puntualizzato che oltre metà delle 254 domande per accedere alle Case di residenza per anziani riguarda persone già inserite in strutture private ma che tentano di accedere a posti accreditati per abbattere il costo della retta. L’assessora, riferendosi a quegli anziani in difficoltà, ha ricordato la possibilità di essere assistiti grazie a ingressi temporanei urgenti: “Oltre il 25% degli ingressi in Cra lo scorso anno è avvenuto tramite questa modalità”. Pinelli ha poi ricordato che è la famiglia a decidere il trasferimento in struttura dell'anziano davanti a una grave mancanza di autonomia. A questo proposito, l’assessora, ricordando che gli utenti delle Cra non sono autosufficienti e che molto elevata è tra loro la rappresentanza di persone affette da Alzheimer, ha puntualizzato come lo scorso gennaio sia stata aperta una specifica struttura a Modena “che interviene per periodi limitati di tempo, per situazioni non più sostenibili in casa”.
Per Lega Modena, Barbara Moretti si è detta favorevole all’intervento “che si inserisce in un contesto critico per gli anziani, accelerando finalmente il piano lanciato nel 2017 per la realizzazione di nuove Cra”. La consigliera ha tuttavia condiviso alcuni quesiti: “Quanti saranno i posti disponibili in convenzione? Quando partiranno gli altri interventi? Come e dove vengono curati i pazienti affetti da patologie degenerative?”. Moretti ha poi auspicato “un grande piano a Modena per i servizi di domiciliarità”. Per Giovanni Bertoldi la costruzione delle Cra non è l’unica risposta al problema: “Occorre un ventaglio di soluzioni tramite strutture private, pubbliche e il potenziamento di servizi domiciliari”. Il capogruppo, puntualizzando che una gestione diretta delle strutture sarebbe più efficace, ha tuttavia evidenziato come la carenza di risorse renda necessario l’intervento privato: “Occorre però vigilare affinché sia preservata la libera concorrenza”. Bertoldi ha poi condiviso preoccupazioni per i pochi vantaggi concessi all’Amministrazione: “Noi diamo il permesso di costruire al privato, ma in cambio abbiamo solo la possibilità di ritornare su questa superficie solo tra 60 anni”. Stefano Prampolini, condividendo le preoccupazioni di Bertoldi sui rischi di una presenza monopolistica, ha tuttavia sottolineato “importanti controlli attivi su questo gruppo responsabile della realizzazione che dà solide certezze sulla continuità del progetto”. Il consigliere ha poi chiesto al sindaco Gian Carlo Muzzarelli di prevedere in futuro due Consigli comunali tematici sui problemi di invecchiamento e di natalità a Modena.
Giovanni Silingardi (M5s), sottolineando l’apprezzamento per il progetto urbanistico, ha tuttavia condiviso le proprie perplessità sulle scadenze passate non rispettate: “Nell’arco di circa sei anni promessi 300 posti di cui oggi neanche uno è operativo”. Il consigliere, constatando la difficoltà di intercettare risorse pubbliche, ha tuttavia ribadito l’importanza di dare risposte: “L’Amministrazione deve attivarsi per non delegare tutto al settore privato”.
Elisa Rossini (FdI), motivando il proprio voto di astensione, ha sottolineato la complessità della delibera “molto dettagliata ma che omette alcuni particolari, soprattutto riguardo ai contenziosi”. La consigliera, affermando che “il problema non è una disputa tra settore pubblico e privato”, ha sostenuto l’importanza di considerare, oltre le Cra, altre possibilità di cura e assistenza per anziani non autosufficienti: “Non possiamo solo confinarli in luoghi lontani dalla socialità ma dobbiamo prendercene cura in prima linea”.
Per Antonio Carpentieri (Pd) “occorre insistere su una visione politica già in atto: l’Amministrazione spende 20 milioni per i servizi di domiciliarità”. Tuttavia, il capogruppo ha specificato la necessità di ottenere risorse dal Governo “per potenziare ulteriormente l’assistenza”. Carpentieri ha poi ricordato la scelta di molte famiglie che decidono di far assistere i propri anziani fuori Modena in strutture più accessibili: “A loro dobbiamo dare risposte concrete qui, nel nostro tessuto urbano”. A questo proposito, il consigliere ha condiviso l’approvazione per il progetto: “Bene le due strutture distinte ma che condividono servizi: non si tratta di lager ma di edifici molto avanzati e con parametri moderni”. Per Vittorio Reggiani “la possibilità di scegliere tra Cra e domiciliarità deve restare un'opzione concreta”. Tuttavia, il consigliere ha specificato come “le cure domiciliari richiedano la presenza di contesti familiari solidi: esigono abitazioni idonee e famiglie non isolate”. Reggiani si è poi soffermato sul tema delle risorse statali: “Al Comune spettano le politiche urbanistiche e di cura alla persona però poi sono necessarie risorse economiche dal Governo, in grado di garantire una programmazione”.
Paola Aime (Europa Verde-Verdi), motivando l’astensione del proprio gruppo, ha affermato che il progetto “pur dando una risposta a un bisogno, non risponde al desiderio di alto livello di cura e attenzione che i modenesi meritano”. La consigliera ha quindi specificato che “la proposta va nella direzione di validare un modello che prende in carico gli anziani separandoli dal tessuto sociale cittadino, gestendoli in una modalità che ha molte analogie con un ricovero ospedaliero”. Aime ha infine ricordato tra i punti critici del progetto “l’assenza di un un nucleo Alzheimer”.
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