La presa d'atto dell'uscita del Comune, così come degli altri soggetti pubblici (Provincia e Camera di commercio), dalla società Modena Fiere, in applicazione della normativa nazionale, è l'aspetto più significativo del provvedimento di “Analisi e razionalizzazione delle partecipazioni societarie del Comune” approvato giovedì 7 dicembre dal Consiglio comunale. Illustrando la delibera l'assessore al Bilancio Giampietro Cavazza ha anche ricordato i cambiamenti societari nella compagine della società Farmacie comunali, dove il Comune mantiene il 33,40 per cento, con l'acquisizione da parte del gruppo Phoenix, che opera in Italia come Comifar, degli asset societari di McKesson Europe che controllava Admenta Italia, socio di maggioranza di Fcm spa. L'operazione, comunque, non ha comportato cambiamenti diretti nella struttura del gruppo Admenta che rimane titolare del 63,6 per cento del capitale sociale di Fcm spa.
La delibera sulle partecipazioni societarie, prevista ogni anno dal Tusp, il Testo unico sulle società a partecipazione pubblica, con l’obiettivo di rafforzare la capacità di controllo da parte del Comune, è stata approvata con il voto della maggioranza (Pd, Sinistra per Modena, Europa verde - Verdi e Modena civica) e quello contrario delle opposizioni: Movimento 5 stelle, Lega Modena, Fratelli d’Italia, Alternativa Popolare, Gruppi indipendente per Modena.
Con il provvedimento non sono state assunte ulteriori misure di razionalizzazione delle partecipazioni possedute. Le altre società partecipate dal Comune, delle quali il provvedimento approfondisce la situazione, sono Amo spa, Hera spa, Seta spa, ForModena, CambiaMo, Lepida spa e Banca popolare Etica. L’uscita del Comune da Modena Fiere spa si è concretizzata, senza costi, non aderendo in giugno alla sottoscrizione dell’aumento di capitale.
Per il Movimento 5 stelle Giovanni Silingardi ha osservato che rispetto a Modena Fiere “un’altra politica industriale avrebbe forse portato a esiti diversi” ed è importante prestare attenzione alle “criticità che potrebbero emergere in futuro” in altre società, come per esempio Seta. Ribadendo il rammarico per aver perso il controllo sulle Farmacie comunale, Silingardi ha anche riproposto la questione interpretativa sul controllo pubblico congiunto, e sull’esigenza di valorizzare il perseguimento delle finalità pubbliche delle società.
Anche Marco Forghieri, per il Pd, ha sottolineato la necessità di strumenti normativi più adeguati ad adempiere all’obbligo di controllo da parte del Consiglio comunale: meno dettagliati dove risultano essere solo formali, magari più ampi dove è possibile incidere.
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