Sono 80 le vittime di reato seguite ad oggi dallo Sportello Ervis di Modena, realizzato nell’ambito del progetto ERViS Emilia-Romagna Victim Support finanziato dal Ministero della Giustizia, ideato dalla Regione capofila, realizzato da Comune di Modena, Comune di Formigine, Unione Reno Lavino Samoggia, Università degli Studi di Parma e Fondazione emiliano-romagnola.
A un anno dall’avvio del progetto le realtà coinvolte hanno presentato i risultati delle attività e ne hanno tracciato le prospettive future durante la due giorni aperta dai saluti del sindaco Gian Carlo Muzzarelli, in corso al Laboratorio Aperto di Modena e dedicata appunto allo sviluppo di “Servizi pubblici locali per l’assistenza generale alle vittime”.
Il progetto ERViS ha innanzitutto portato alla sperimentazione di tre Centri territoriali di sostegno alle vittime di stampo generalista e all’apertura di complessivi sette sportelli in diversi Comuni, dove le vittime trovano assistenza.
A Modena il Centro territoriale per le vittime di reato di stampo generalista si trova nei locali al piano terra del complesso R-Nord, in strada Attiraglio 7/A, a pochi metri di distanza dal posto decentrato di Polizia locale. Nell’ambito delle attività del Centro, presso lo Sportello Ervis gli operatori accolgono vittime di qualsiasi tipologia di reato fornendo accoglienza, informazioni, orientamento e sostegno. Il Centro, garantendo massima riservatezza, fornisce incontri di ascolto e offre informazioni su forme di tutela previste, possibilità di accedere a fondi di risarcimento e servizi offerti da enti e associazioni del territorio.
Sono 158 gli interventi, tra colloqui, incontri e consulenze, a cui si aggiungono i 147 relativi alla compilazione di pratiche, orientamento e informazioni su servizi sul territorio, attraverso cui gli operatori ERViS di Modena hanno fornito sostegno alle 80 vittime di reato che hanno contattato lo Sportello soprattutto presentandosi di persona nei giorni di apertura (martedì, mercoledì e venerdì dalle 10 alle 13, giovedì dalle 9.30 alle 15.30) ma è possibile farlo anche telefonando (cell. 338 7863323 negli orari di apertura o numero verde 800.199.661 dal lunedì al giovedì 9-13 e 14.30-16.30) o tramite email (ervismodena@aliantecoopsociale.it)
Lo sportello è un servizio al di fuori del sistema giudiziario e si configura come un servizio di prossimità che accoglie domande e richieste in particolare da parte di cittadini fragili. Dopo i primi mesi di apertura, nell’estate 2022, i nuovi accessi sono stati pressoché costanti, nell’ordine di una ventina a trimestre e se nei primi sei mesi vi è stata una sostanziale parità tra uomini e donne, oggi la maggior parte delle vittime che si rivolgono allo Sportello sono donne (quasi il 64%).
Il 67% delle persone seguite ha nazionalità italiana, mentre tra le altre nazionalità le più rappresentate sono quelle dell’area del Maghreb. Quando occorre, i colloqui si possono svolgere anche in presenza di un mediatore linguistico-culturale ed è in atto una collaborazione con l’associazione Avvocati di strada che si occupa di supportare e accompagnare le persone straniere.
I reati subiti sono nella maggior parte dei casi (58%) reati predatori e, in particolare: furti (35,7%), truffe (14,3%) soprattutto telematiche e telefoniche, scippi e infrazioni. Ma ci sono anche vittime di aggressioni e violenze (17% dei casi) e un 15 % di persone che si sente vittima di offese e discriminazioni.
Il primo accesso è sempre seguito da un colloquio finalizzato a fornire supporto e informazioni di base, per molte vittime si rendono poi necessari ulteriori colloqui. Nei casi di furto, i servizi più forniti sono appunto informazioni in merito al Fondo di risarcimento vittime, al supporto fornito dagli Sportelli Non da Soli e l’affiancamento nel disbrigo delle pratiche. Così come nel caso di truffe telefoniche e informatiche nel qual caso vengono però coinvolti anche ulteriori soggetti della rete come la Polizia postale e il servizio SOS truffe. In altri casi le operatrici hanno invece accompagnato le vittime a servizi specialistici per facilitare l’inizio di una presa in carico. Il lavoro di rete coinvolge infatti il Servizio sociale territoriale, il Centro per le famiglie, la Polizia locale, la Polizia di Stato, i Carabinieri.
La seconda macro-azione del progetto ERViS riguarda proprio la costruzione di una rete, anche a livello regionale, tra enti, istituzioni, soggetti del terzo settore che operano con le vittime di reato, oltre che un’attività di sensibilizzazione degli amministratori locali attraverso la realizzazione di laboratori formativi.
Azioni sul documento