Sono diversi i consiglieri comunali dei gruppi di maggioranza (Pd, Sinistra per Modena, Europa verde – Verdi e Modena Civica) intervenuti nel dibattito che ha preceduto il voto sulle nove mozioni collegate alla sicurezza, nella seduta di giovedì 9 novembre del Consiglio comunale di Modena. In particolare, sono stati approvati tre documenti del Movimento 5 stelle e uno del Pd che chiedono più controlli nelle aree critiche della città, progetti di sicurezza partecipata e di elevare in fascia A la Questura di Modena.
Aprendo il dibattito per Sinistra per Modena, Vincenzo Walter Stella ha affermato che si può contrastare la criminalità “solo lavorando, senza divisioni, per il bene comune”. Per il consigliere, inoltre, diventa indispensabile “l’interazione fra Forze dell’Ordine e Polizia locale. Quest’ultima però – ha aggiunto – non può essere considerata la forza di polizia principale deputata a garantire sicurezza e ordine pubblico”. "Le politiche della sicurezza devono essere declinate a tutto campo e integrate, con equilibrio, a tutti i servizi che cercano di rispondere ai bisogni delle persone”, ha affermato Marco Cugusi. Per il consigliere, infatti “la sicurezza non ha a che fare solo con atti criminosi, ma anche, per esempio, con la sicurezza alimentare, economica e ambientale”. Per il consigliere, dunque, “alle politiche securitarie richieste della destra, occorre rispondere con il potenziamento di politiche in grado di migliorare la vivibilità della città, come quelle educative e culturali”. Cugusi ha poi sostenuto che per sottrarre “manovalanza” alla criminalità organizzata “è necessario dare risposte tempestive, in termini di permesso, ai richiedenti asilo, favorendo così opportunità lavorative”. Per Camilla Scarpa “c’è bisogno di un’analisi completa e complessa del fenomeno, che tenga conto di ciò che l’Amministrazione ha fatto in questi anni e di ciò che il Governo, invece, non sta facendo”. Secondo la consigliera “è indispensabile uno sguardo più ampio di quello repressivo che, in maniera integrata, guardi alle politiche urbanistiche, culturali e della legalità, con il coinvolgimento dell’educativa di strada e delle scuole”.
Per il Pd, Ilaria Franchini ha affermato che “c'è bisogno di risposte puntuali e reali e bisogna assumersi la responsabilità delle cose che si dicono, senza strumentalizzare la sicurezza a fini elettorali". La consigliera ha quindi precisato la necessità di impegni condivisi tra Stato e amministrazione locale, "ma alcune mozioni delle opposizioni scaricano completamente la responsabilità su quest’ultima”. Antonio Carpentieri ha argomentato che “occorre mettere a sistema le funzioni dello Stato, a cui spetta competenza esclusiva per l’ordine pubblico, e quelle di sindaci e comunità locali, che devono concentrarsi su coesione sociale e rigenerazione urbana”. Il capogruppo ha quindi precisato che “ciò che fa l’attuale Governo non è sufficiente, considerando che a Modena, come evidenziato peraltro dallo stesso ministro, siamo in carenza di organici. Eppure – ha proseguito – non abbiamo ancora dalla Prefettura i numeri ufficiali dei prossimi agenti in arrivo e inoltre lo stesso ministro dice che la fascia A non è una priorità”. Carpentieri ha quindi puntualizzato che “il passaggio alla fascia A è un fatto di sostanza: comporta, infatti, automatico aumento di tutti gli organici”. “Quella della sicurezza è un tema senza bandiera”, ha sostenuto Mara Bergonzoni, ricordando che “Modena è stata la prima città a sottoscrivere un patto per la sicurezza”. Poi, parlando dei minori stranieri non accompagnati, ha aggiunto che “spesso arrivano in città senza che le strutture preposte siano informate e organizzate: occorrono dunque più risorse economiche, da investire in apprendimento della lingua e formazione”. “Quando si parla di sicurezze bisogna farlo parlando anche di politiche giovanili, culturali e sociali”, ha affermato Stefano Manicardi che ha sottolineato l’importanza dell’elevazione in fascia A della Questura: “Serve a sostenere politiche necessarie al lavoro dei suoi operatori, comprese quelle abitative”. Infine, sul tema accoglienza, il consigliere ha sostenuto che “il Governo lascia soli e senza strumenti sia gli accolti sia operatori ed enti locali”. Diego Lenzini ha dichiarato che “prossimità, socialità e rigenerazione urbana sono risposte alla sicurezza: portano, infatti, rigenerazione sociale e vivibilità”. Poi, sulla mancata elevazione della Questura in fascia A, il consigliere ha affermato che “Modena è stata lasciata indietro, secondo una precisa scelta politica, evidenziata anche dallo spostamento di questore e viceprefetto, in un momento difficile”. Ricordando gli interventi a Rnord (“sede di Polizia, nuovo supermercato, nuovo bar, Croce Rossa e studentato) e nel parco XXII Aprile (“nuove vasche, nuove attività e maggiori presidi”) Alberto Bignardi ha argomentato che “il lavoro dell’Amministrazione comunale è costante e continuo”. Per il consigliere, quindi, “la sicurezza si affronta non con un poliziotto per ogni cittadini ma con il potenziamento dell’educazione civica, dell’educazione sessuale e della lotta al bullismo”. “Il tema legalità chiede soluzioni che vadano ben oltre la dimensione locale”, ha affermato Federica Venturelli. Per la consigliera “Modena è chiamata purtroppo a cavarsela da sola, nonostante le lettere d’aiuto che in questi anni il sindaco ha inviato a diversi ministri dell’Interno”. Venturelli ha poi specificato che “parlare di sicurezza significa tutelare i più fragili, in modo ampio e complesso: non può esserci sicurezza se non c’è benessere sociale e coesione”. Per Vincenza Carriero (Pd) l’elevazione in fascia A della Questura è “oggettiva” in quanto “è una questione di numeri, di territorio, di persone che ci vivono”. Per la Consigliera “oltre le punizioni, occorre capire le cause del fenomeno e rieducare: la funzione rieducativa per chi vive sul territorio è fondamentale”.
Secondo Katia Parisi (Modena Civica) il problema sicurezza è un problema complesso e generale “che il Comune, già in passato, ha affrontato sottoscrivendo specifici patti e protocolli”. Per la consigliera “non è sufficiente militarizzare la città, aumentare la videosorveglianza e neanche elevare la Questura in fascia A: il problema grosso sono i minori non accompagnati, non indirizzati al mondo scolastico, e gli adulti stranieri che non riescono a integrarsi nella nostra realtà”. Per la consigliera, dunque, occorre chiedersi come mai ciò accada, “nonostante ci siano strutture che percepiscono molte risorse per gestire queste persone”.
Per Paola Aime (Europa Verde-Verdi) “sentirsi sicuri nei luoghi è un diritto e occorre quindi pensare a una politica che unisca repressione e prevenzione”. Secondo la consigliera, infatti, “c’è bisogno di severità ma anche di chiedersi quali siano le responsabilità di noi adulti”. Pertanto, “per un Paese come il nostro, con evasione fiscale alle stelle, diffusione di lavoro nero, sfruttamento e femminicidi, il rischio è l’indebolimento dei valori”. La consigliera ha parlato quindi della “necessità di percorsi più efficaci di integrazione e rispetto della legalità, anche per garantire la riabilitazione nella nostra società a chi esce dalla detenzione”.
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