07/10/2023

REDDITO DI CITTADINANZA / 2 – IL DIBATTITO IN CONSIGLIO

La mozione del Movimento 5 stelle approvata con il voto di Pd e Sinistra per Modena

Diversi consiglieri sono intervenuti nel dibattito che ha preceduto l’approvazione della mozione del Movimento 5 stelle su reddito di cittadinanza e contrasto alle povertà e all’inclusione sociale. Il documento è stato approvato con anche il voto a favore di Partito democratico e Sinistra per Modena e quello contrario di Lega Modena, Alternativa Popolare, Modena Sociale, Forza Italia e Fratelli d’Italia; astenuto invece Gruppo indipendente per Modena. 

Per Elisa Rossini (Fratelli d’Italia) “il reddito di cittadinanza ha fallito i suoi obiettivi, anche a causa della mancata interazione tra i servizi sociali del Comune e i servizi per l’impiego regionali”. Per la consigliera questo dato giustifica ampiamente la scelta del Governo di superare una logica “assistenzialista” con azioni alternative “subordinate alla frequenza di percorsi formativi e di disponibilità lavorativa: solo con questa certezza è possibile erogare sussidi”.

Giovanni Bertoldi (Lega Modena) ha dichiarato che “la norma sul reddito di cittadinanza era stata presentata con degli obiettivi che poi non si sono realizzati: il sistema si è rivelato fallace e ha consentito a tante persone di vivere senza lavorare”. Il capogruppo ha quindi chiarito che il Governo “sta creando progetti alternativi in grado di dare, attraverso le professioni, dignità alle persone”. Il consigliere, infine, ha affermato che “il mercato del lavoro oggi conosce un’agilità che se intercettata dai lavoratori può garantire molte opportunità”.

Per il M5s, Barbara Moretti ha specificato che “l’abrogazione della misura ha conseguenze impattanti, non supportate da adeguate misure: è giusto quindi ripristinare il beneficio, integrandolo a strutturali politiche del lavoro”. Giovanni Silingardi ha aggiunto che “occorre riflettere sulle tipologie di lavori offerte ai percettori: si tratta spesso di lavori precari e sottopagati”. Inoltre, il consigliere ha sottolineato come spesso gli occupabili siano persone che “per ragioni strutturali, come il grado di scolarizzazione, hanno difficoltà a entrare nel mercato del lavoro: occorre quindi prendersi cura di queste diseguaglianze”. Per Enrica Manenti “bisogna mantenere il reddito di cittadinanza perché, pur con diversi aspetti migliorabili, ha permesso di salvaguardare la vita di molte famiglie”. La consigliera ha poi sostenuto che “il beneficio e il salario minimo devono camminare insieme, perché gli attuali compensi orari sono molto bassi”.

Per il Pd, Mara Bergonzoni ha parlato di problema di lavoro per i giovani: “Li abbiamo abbandonati, ed è dunque nostra responsabilità intervenire”. La consigliera ha quindi argomentato che “molti di loro hanno preferito stare a casa con il reddito per mancanza di un lavoro appetibile e dignitosamente retribuito: il reddito di cittadinanza è dunque una misura giusta ma da riscrivere”. “Qual è l’alternativa al reddito di cittadinanza? Le proposte del Governo non sono adeguate”, ad affermarlo è stato Stefano Manicardi che ha sottolineato la necessità di supportare adeguatamente chi è in difficoltà: “Il beneficio, pur con alcuni limiti operativi, rispondeva a questa necessità”. Antonio Carpentieri ha sottolineato che “il reddito di cittadinanza è stato voluto anche da forze politiche che oggi, in quanto parte del Governo, lo disconoscono”. Il capogruppo si è poi focalizzato sulla comunicazione della sospensione della misura affermando che “l’Esecutivo non è stato in grado di creare, per tempo, adeguate e dignitose modalità comunicative rivolte a persone fragili”. Per Vittorio Reggiani occorre avere un approccio “complesso” alla povertà, per analizzarne tutte le cause. Il consigliere ha perciò sottolineato che “sarebbe opportuno parlare non di assistenzialismo ma di cura della persona, che richiede una più lenta ma necessaria azione culturale ed educativa”.

Secondo Marco Cugusi (Sinistra per Modena) occorre riflettere sulla precarizzazione “totale” del lavoro, “un processo iniziato anni fa e che oggi mina soprattutto il futuro delle nuove generazioni”. Il consigliere, dunque, evidenziando “l’incapacità del Governo di assumere provvedimenti come il salario minimo a nove euro”, ha puntualizzato che “molti giovani non vanno al lavoro a causa dei salari non dignitosi: occorrono dunque misure adeguate a sostenere la povertà in tutte le sue declinazioni”.

 

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