06/10/2023

“INQUINAMENTO ACUSTICO, CONTROLLI E REGOLE NON MANCANO”

Il Consiglio non ha approvato la mozione di Giacobazzi (Forza Italia) che invitava a installare fonometri fissi: “È più efficace favorire la responsabilità degli esercenti”

Per il Consiglio comunale di Modena i controlli sulle attività rumorose temporanee non hanno bisogno di strumentazioni fisse, ma di attenzione nell’applicazione delle normative, a partire al Regolamento comunale, e di specifiche campagne di sensibilizzazione sul territorio. È l’orientamento emerso dal dibattito che si è svolto nella seduta di giovedì 5 ottobre e al termine del quale non è stato approvato l’ordine del giorno proposto dal capogruppo di Forza Italia Piergiulio Giacobazzi che invitava il Comune ad affrontare in maniera più efficace il fenomeno del disturbo della quiete notturna.

La mozione domandava, infatti, di prevedere una mappatura delle zone “più esposte” attraverso l’installazione di fonometri fissi a misurazione continua, sia in funzione preventiva sia come deterrente a possibili sforamenti di decibel. Il documento ha ottenuto anche il voto di Lega Modena, Movimento 5 stelle e Fratelli d’Italia; contrari Pd, Sinistra per Modena e Modena civica, che hanno ricordato anche “la mutevolezza di una mappatura di questo tipo, legata alla presenza dei pubblici esercizi, tale da rendere, nel tempo, inefficace la collocazione di strumenti fissi di rilevazione”.

Presentando il documento in aula, il consigliere Giacobazzi ha spiegato che, soprattutto in estate, alcune zone di Modena sono al centro di “numerosissime segnalazioni” riguardanti la violazione dei limiti di orario e di decibel nella diffusione musicale serale di alcuni locali. Oltre a chiedere l’intervento degli organi preposti al controllo, “alcuni residenti hanno fatto ricorso anche a vie legali per ottenere il rispetto dei divieti e dei limiti violati nonché a spese ingenti per misurazioni fonometriche private”. Tra le azioni intraprese, sottolinea la mozione, c’è anche quella del Comitato residenti centro storico che nei mesi scorsi ha inviato una diffida all’Amministrazione comunale, chiedendo di applicare rigorosamente tutte le norme vigenti che regolano i rumori serali.

Ricordando una recente sentenza della Corte di Cassazione, che stabilisce l’obbligo di intervento dei Comuni per la tutela dei propri beni, compresa la pubblica via, l’ordine del giorno invita perciò a installare, nelle aree più critiche, da individuare appunto tramite una specifica mappatura, fonometri fissi a misurazione continua. “Si tratta di apparecchiature già presenti in diverse città italiane – ha fatto presente Giacobazzi – che consentono di registrare gli sforamenti di decibel degli impianti, nonché il mancato rispetto degli orari di emissione. È un’opzione affidabile e poco costosa per agire in funzione preventiva e deterrente, e per trovare equo bilanciamento tra i diritti di tutti i soggetti interessati, evitando al Comune possibili richieste di risarcimento dei residenti”.

Nel dibattito, il gruppo Pd (per il quale sono intervenuti il capogruppo Antonio Carpentieri e Stefano Manicardi) ha motivato il voto contrario spiegando che “i fonometri rischiano di essere poco utili perché si tratta di strumenti con collocazione fissa mentre la mappatura dei pubblici esercizi cambia di continuo ed è legata anche a iniziative ‘spot’”. Per verificare il rispetto dei limiti acustici, quindi, “basta applicare gli strumenti e i protocolli di controllo, statali, regionali e comunali, con l’obiettivo di assicurare l’equilibrio tra le esigenze dei locali e quelle dei cittadini, rimanendo in un perimetro di regolarità”. Allo stesso modo, è importante “favorire nei gestori maggiori responsabilità nell’auto-controllo del rispetto dei limiti”.

Per il M5s, Enrica Manenti ha espresso perplessità perché “i rumori a volumi elevati e in orario notturno non mancano e, anche se provengono da manifestazioni autorizzate dal Regolamento comunale sulle attività rumorose temporanee, creano comunque consistenti disagi ai cittadini”. Ha poi auspicato che i controlli proseguano, “anche se l’attività di Arpa potrà diventare purtroppo a pagamento per i Comuni”, invitando a sviluppare campagne di rilevamento dei limiti acustici indicati dalle normative.

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