20/01/2023

GIORNO DELLA MEMORIA / 3 – IL CONSIGLIO RICORDA VECCHIONE

Nella seduta di giovedì 26 gennaio, il conferimento della cittadinanza onoraria postuma per il questore che tra il 1943 e il 1944 salvò numerosi ebrei modenesi

In occasione del Giorno della Memoria 2023, il Consiglio comunale di Modena ricorda la figura di Francesco Vecchione, capo di Gabinetto della Questura di Modena dal 1936 al 1948 che aiutò concretamente gli ebrei modenesi fin dall’emanazione delle leggi razziali nel 1938, con la proposta di conferimento della cittadinanza onoraria postuma.

In particolare nei mesi della Repubblica sociale italiana, Francesco Vecchione, utilizzando il suo ruolo, favorì la fuga di molte famiglie ebraiche presenti in città evitando a molti di loro l’arresto, anticamera della deportazione. Con il conferimento della cittadinanza onoraria postuma (come già accaduto per Marco Biagi lo scorso marzo, nel ventesimo anniversario della morte), il Consiglio comunale esprime la gratitudine di Modena a un servitore dello Stato che rischiò la propria vita lottando contro l’odio razziale.

A partire dalle 18, dopo l’introduzione del presidente del Consiglio comunale Fabio Poggi, sono in programma gli interventi del sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli e di Raffaele Barone, sindaco di San Paolo Bel Sito, città natale di Vecchione, e la relazione della storica Giulia Dodi che, con Carmine Piscitelli, ha curato il volume “Vecchione, la normalità e il coraggio. L’uomo di stato che salvò gli ebrei modenesi 1943-1944”, numero monografico della rivista InfinitiMondi.

La pubblicazione, che ricostruisce la biografia di Vecchione attraverso documenti d’archivio e testimonianze inedite, sarà presentata al pubblico dagli autori e dall’editore nella stessa giornata, giovedì 26 gennaio, alle 16.45 in Galleria Europa (al civico 17 di piazza Grande).

Diverse testimonianze raccontano la vicinanza e l’aiuto concreto che Francesco Vecchione diede agli ebrei modenesi rischiando la sua vita. Fu lui, infatti, a consentire la fuga di alcuni ebrei stranieri in domicilio coatto nella bassa modenese e a rilasciare i civili arrestati a Monchio nel marzo 1944, dopo una strage effettuata da tedeschi e fascisti. Sospettato di agire contro il potere repubblichino, fu inserito nella lista di persone da fucilare della federazione fascista.

Dopo la Liberazione il suo importante ruolo fu riconosciuto e sottolineato da diverse personalità politiche e del mondo ebraico, mentre lui si impegnò attivamente nella riorganizzazione della questura modenese e testimoniò in alcuni processi contro criminali fascisti.

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