Sono 109 gli ulteriori posti nido che si sono resi disponibili già da settembre nelle strutture cittadine grazie a tre fattori: la manovra regionale di abbattimento delle liste d’attesa che per Modena significa 382.500 euro; le risorse stanziate dal Comune di Modena, vale a dire altri 136 mila euro; il coinvolgimento di tutti i servizi nido accreditati del sistema integrato che in poche settimane hanno consentito al Comune di individuare le disponibilità.
I posti complessivi messi a bando sono quindi passati dagli iniziali 728 a 837 di cui ad oggi 794 assegnati. Considerando anche le rinunce da parte di famiglie che hanno fatto altre scelte e i trasferimenti, che in prima battuta comparivano in graduatoria, il bando è in grado di dare risposta all’83 per cento dei bambini richiedenti residenti. Ai 270 che restano in lista d’attesa, tra loro anche 123 lattanti di cui 57 non possono ancora entrare al nido a cui si accede dal terzo mese, saranno offerti i 43 posti non ancora assegnati e gli ulteriori che si renderanno progressivamente disponibili per effetto delle rinunce.
Sono alcuni degli elementi forniti, in risposta a cinque interrogazioni sul tema, giovedì 8 settembre in Consiglio comunale, dall’assessora ai Servizi educativi Grazia Baracchi che ha colto l’occasione per ringraziare le famiglie per la pazienza, tutta la rete integrata dei gestori per la collaborazione e il personale amministrativo del Settore”, ricordando che “dopo anni di rigidi protocolli sanitari, il primo settembre la maggior parte dei servizi 0-3 ha iniziato le attività, finalmente in una condizione di normalità e augurando a tutti, bambini e personale, buon cammino”.
Tema delle istanze erano le esclusioni dal servizio registrate dopo la pubblicazione delle graduatorie relative al bando di ammissione ai nidi d’infanzia che ha visto un aumento delle domande con conseguente calo di copertura. “Un aumento – ha spiegato l’assessora - legato all’allentamento delle restrizioni sulla pandemia, ma soprattutto agli investimenti sui servizi come la misura di abbattimento delle rette operato con la misura Al nido con la Regione, oltre che alle scelte educative delle famiglie. Trovare un giusto equilibrio tra offerta e domanda, tenendo presente che il nido è ancora un servizio a domanda individuale con oneri gestionali consistenti a carico dell’ente locale e una retta media a carico dell’utente che non copre più del 20% del costo del servizio, è la difficoltà che si trovano ad affrontare i Comuni nella programmazione dei posti. Occorre tener conto dell’andamento demografico, delle disponibilità di bilancio, della propensione al servizio e anche del fatto che in questa fascia d’età, il fenomeno delle rinunce, anche durante l’anno, è rilevante”.
In particolare, l’interrogazione del capogruppo di Forza Italia Piergiulio Giacobazzi domandava conferma “del numero di domande presentate (1.301) e ammesse (728) e le ragioni di una così alta percentuale di famiglie escluse, nonostante l’aumento delle richieste negli ultimi due anni”. Chiedeva inoltre “quante tra le famiglie che hanno presentato domanda siano composte da genitori di origine straniera e quante di queste ammesse; se e come si intende supplire alla carenza di posti disponibili”.
L’istanza del capogruppo del Partito democratico Antonio Carpentieri chiedeva approfondimenti “sull’andamento delle domande negli anni precedenti con liste d’attesa praticamente azzerate e i motivi, invece, della recente inversione di tendenza; quanti posti offrono i privati e se esistono già politiche di sostegno per le famiglie meno abbienti che li scelgono; se il Comune intenda attivarsi presso la Regione per ottenere risorse per aumentare i posti nelle strutture a gestione diretta, convenzionate e appaltate”.
“I nidi d’infanzia di Modena sono accessibili e inclusivi?” era l’interrogativo a capo dell’istanza illustrata da Elisa Rossini, capogruppo di Fratelli d’Italia-Il Popolo della famiglia che, richiamate le Linee di Indirizzo Modena Zerosei sottoposte dalla giunta all’approvazione del Consiglio”, dopo aver sottolineato come “per l’anno educativo 2022/2023 solo il 55% dei bambini sia stato ammesso al nido alla data di pubblicazione della graduatoria, mentre l’anno precedente la percentuale era del 65%”, ha domandato alla giunta “come intenda procedere per garantire a tutti i cittadini la fruizione dei servizi educativi per l’infanzia”.
L’interrogazione con carattere d’urgenza del Movimento 5 stelle, illustrata dal capogruppo Andrea Giordani, chiedeva anche “quali le opzioni prese in considerazione per ovviare alla carenza, in che ordine (servizi interni, Cresci@mo, strutture convenzionate…) e con che esiti; se siano stati coinvolti i genitori; quale la decisione finale e con quali motivazioni; se si è riusciti a far fronte a tutte le richieste; se ci sono stati oneri imprevisti per il Comune e con quali importi”.
Infine, al centro dell’istanza di Modena Civica vi erano anche le scuole d’infanzia. La capogruppo Katia Parisi ha infatti, tra l’altro, domandato “se è prevista una rimodulazione delle rette per i bambini delle scuole d’infanzia comunali e di Cresciamo, in considerazione della grave crisi economica” sottolineando “la necessità della misura almeno per i nuclei bambini che frequentano sia i nidi che la scuola dell’infanzia”.
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