Il Consiglio comunale chiede all’Amministrazione di sostenere l’approvazione della proposta di legge per l'esercizio del diritto di voto in un Comune diverso da quello di residenza, in caso di assenza per motivi di studio, lavoro o cura “attraverso ogni azioni politica possibile, anche tramite i rappresentanti in Parlamento del nostro territorio”.
Nella seduta di giovedì 14 luglio, infatti, è stata approvata con il voto a favore di Pd, Sinistra per Modena, Modena civica, Verdi, M5s, Fratelli d’Italia-Popolo della famiglia e della consigliera Barbara Moretti di Lega Modena, e con l’astensione di Giovanni Bertoldi di Lega Modena la mozione presentata dal Pd e illustrata da Stefano Manicardi.
La proposta di legge presentata da alcuni parlamentari e supportata dal Comitato civico “Voto dove Vivo” ha l’obiettivo di “modificare le procedure elettorali e consentire l’esercizio del diritto di voto ai cittadini fuorisede in occasione delle varie competizioni elettorali, dando la possibilità di scegliere se votare nel Comune di domicilio o in quello di residenza”.
Nel dibattito, Giovanni Silingardi del M5s ha sottolineato come la questione sia “sentita in modo trasversale in Parlamento. Una percentuale di astensionismo – ha proseguito – è legata all’astensionismo ‘forzato’, in quanto ci sono persone che non riescono a partecipare al voto. E questo astensionismo, in cui rientrano oltre ai fuori sede anche ad esempio i grandi anziani, può essere evitato, proviamo ad arginarlo”.
Vincenzo Walter Stella di Sinistra per Modena ha espresso il favore del gruppo “al principio democratico che caratterizza il disegno di legge”. Secondo il consigliere l’impossibilità di esprimere il proprio voto perché lontani dal proprio luogo di residenza non andrà a “incidere significativamente sul fenomeno dell’astensione”, ma è importante “garantire sempre il massimo della democrazia, della partecipazione e della possibilità per chiunque di esprimere la propria volontà di espressione di voto”.
Per Ilaria Franchini del Pd “è inevitabile il richiamo al fatto che oggi la mobilità per motivi di lavoro e di studio è molto più alta che in passato. Solo nelle ultime elezioni politiche si valuta che circa il 10 per cento degli aventi diritto, quasi cinque milioni di persone, fosse fuori dal proprio Comune e non ha potuto partecipare al voto per ragioni fisiche. Agevolare e incentivare il voto per chi si trova fuori dal proprio comune è un atto dovuto, anche perché spesso tornare a casa in molti casi rappresenta un costo”. Secondo Marco Forghieri, “se il criterio sarà quello del domicilio si potrà andare nella direzione auspicata senza troppi problemi tecnici. È necessario andare in questa direzione, con tutti i contrappesi necessari, perché l’astensionismo sta aumentando e dobbiamo sostenere ogni strumento utile per andare nella direzione di una migliore democrazia. Inoltre, ci avvicineremmo a dinamiche più simili a molti altri paesi europei”. Per Stefano Manicardi “non si può più indugiare. L’obiettivo è garantire, non estendere, la possibilità di esercitare il proprio diritto di voto, uno dei diritti più importanti che si riconoscono ai cittadini. Dobbiamo trovare le modalità per farlo e tutte le proposte di legge si dimostrano attente anche alla questione organizzativa. Ci sono tanti sistemi all’estero e nessuno ha mai pensato che non siano voti ammissibili”.
Giovanni Bertoldi di Lega Modena ha annunciato la propria astensione: “Capisco la proposta di allargare la platea dei votanti – ha affermato – ma non mi sento di votare una mozione senza conoscere i meccanismi che saranno proposti per gestire il voto a distanza. Ho timore di manipolazioni e di brogli, vorrei qualcosa di più preciso e dettagliato su come evitare anomalie”.
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