Per il cohousing di via Divisione Acqui a Modena entra in applicazione l’opportunità concessa nei mesi scorsi dal Consiglio comunale per fornire un aiuto ai proprietari in difficoltà che non riescono ad affrontare l’aumento dei costi dell’intervento. La giunta comunale, infatti, ha approvato, su proposta dell’assessora all’Urbanistica Anna Maria Vandelli, l’autorizzazione alla vendita anticipata dei primi due alloggi della palazzina accogliendo la richiesta presentata dalle due famiglie.
Gli acquirenti sono persone fisiche in possesso dei requisiti necessari per subentrare nella proprietà dell’immobile in diritto di superficie, alle condizioni definite in dicembre dal Consiglio comunale approvando all’unanimità la delibera per consentire, appunto, la vendita prima del termine dei cinque anni dall’acquisto.
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Il cantiere del cohousing ha avuto un percorso travagliato, a causa delle vicende della società costruttrice, con un fermo prolungato che ha comportato l’ammaloramento di opere già realizzate e ha portato a un aumento dei costi per il completamento degli alloggi. Da qui la decisione del Consiglio comunale di concedere, “per gravi, sopravvenuti e documentati motivi”, la possibilità di una vendita anticipata degli alloggi in corso di ultimazione ai proprietari non in grado di accollarsi questi costi.
Il Comune già nel 2018, quando il cantiere si era bloccato ed era emersa una non chiara gestione della società Cooperativa Edificatrice Modena Casa, aveva presentato una denuncia alla Procura, sulla base delle segnalazioni dei promissari acquirenti e delle anomalie emerse dai controlli. Ad agosto 2018 il ministero dello Sviluppo economico aveva nominato un commissario per gestire la situazione e a inizio 2019 il Consiglio comunale aveva dato il via libera all’unanimità alla modifica della convenzione per il progetto di cohousing di via Divisione Acqui, in modo da consentire l’avvio del percorso per arrivare alla conclusione della vicenda. Nel novembre 2020 sono stati stipulati i rogiti per tutti i 20 appartamenti al grezzo e gli alloggi sono divenuti di proprietà delle famiglie che, con il blocco del cantiere, avevano rischiato di rimanere senza casa e di perdere le somme di denaro anticipate per l’acquisto. I soggetti coinvolti hanno dovuto però sostenere costi aggiuntivi rispetto a quelli previsti per cui a chi non è stato in grado di terminare i lavori in proprio è stata concessa la possibilità della vendita anticipata.
Dopo il rinvio a giudizio dei vertici della società Cooperativa Edificatrice Modena Casa, che aveva avviato il cantiere, inoltre, il Comune si è costituito parte civile nel processo in corso.
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